La questione ambientale è la dimostrazione che il modello capitalistico è insostenibile. Il futuro dell’umanità non può essere soggetto alle leggi del profitto privato: un pugno di monopoli finanziari non possono determinare i destini di miliardi di persone e di un pianeta intero, imponendo un modello di produzione e consumo che è funzionale alla realizzazione dei propri guadagni e non del benessere e delle esigenze collettive. Per questa ragione non è possibile alcuna politica radicale, duratura e risolutiva in favore dell’ambiente senza mettere in discussione questo modello di sistema.

Il #15marzo, migliaia di giovani scenderanno in piazza. Dietro un volto giovanile e apartitico, le rivendicazioni di questa giornata di “sciopero” chiedono il rispetto degli accordi della Conferenza intergovernativa di Parigi COP21, senza mettere minimamente in discussione il sistema economico che è la causa primaria del disastro che stiamo vivendo. Sposando questa visione la questione ambientale migliaia di giovani vengono trasformati, in perfetta buona fede, nei promotori di un nuovo terreno di competizione tra settori di imprese e di lotta commerciale tra paesi e alleanze internazionali.

La lotta per la difesa dell’ambiente è una lotta giusta. Deve essere parte integrante della lotta del nostro tempo per il rovesciamento dei rapporti sociali capitalistici. Non lasciamo che alla testa di queste lotte giuste si pongano gli stessi che sono responsabili della distruzione dell’ambiente e dello sfruttamento dei lavoratori e dei popoli. Diciamo chiaramente che il sistema capitalistico è incompatibile con il futuro dell’umanità.