Secondo l’agenzia di statistica (INDEC), il livello di povertà in Argentina ha raggiunto il 32% nella seconda metà del 2018. Si tratta di un aumento di poco più del 6% rispetto allo stesso periodo del 2017, quasi 2 milioni di nuovi poveri. D’altro canto, l’indigenza ha raggiunto quasi il 7% della popolazione.
Le regioni più colpite sono il nord-est e il nord-ovest dell’Argentina, con livelli di povertà superiori alla media: 40,4 e 34,5% rispettivamente. La città di Corrientes ha registrato il livello più alto con un tasso di povertà del 49,3%.
Particolarmente allarmante la situazione dei minori. Secondo l’INDEC, il 46,8% dei bambini al di sotto dei 14 anni vive al di sotto della soglia di povertà.
Gli argentini possono forse aspettarsi un’inversione di tendenza e che le promesse di azzerare la povertà, fatte dall’attuale presidente Macri, siano mantenute?
La maggior parte degli indicatori sembra prevedere il contrario: secondo i dati dello stesso organismo ufficiale, nel 2018 l’economia ha subito una contrazione del 2,5%, l’inflazione ha raggiunto il 47,6% e la disoccupazione è salita al 9,1%. In relazione al dollaro nordamericano, negli ultimi 3 anni il livello dei salari è sceso del 50%.
Per il 2019 si prevede un’inflazione prossima o superiore al 40%, una aumento netto della disoccupazione e una prosecuzione della contrazione dell’economia, come già indicato dal numero record di chiusure di negozi, il numero di grandi aziende che richiedono quotidianamente procedure preventive di crisi e il flusso di sospensioni dei lavoratori. Tutto questo a corollario della riduzione del livello economico e del sempre minore utilizzo della capacità industriale.
Non ci sono grandi sorprese in questi indicatori che mostrano lo strappo sociale che si verifica come conseguenza dell’attuazione di politiche pubbliche di orientamento neoliberale.
Comunque sia, contrariamente alla propria ideologia e nel contesto di un nuovo anno elettorale, il governo dovrà ampliare il proprio intervento se ha l’intenzione di essere rieletto. E hanno già iniziato a farlo, aumentando in una volta il valore dell’AUH (assegno universale per ogni bambino) per tutto l’anno, posticipando la riscossione dell’aumento del valore del gas per la prossima estate, ecc.
In un sistema sociale in cui l’accesso a beni e servizi è mercificato, continuiamo a mantenere la necessità di aprire la discussione per l’attuazione di un reddito o di un’assegno di base e universale per tutti i cittadini.
Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera