“Scrivo di vita quotidiana, di persone e libertà, per contrastare odio e fake news, che nella Repubblica Centrafricana fanno ancora più male che altrove”: Odilon Doundembi, 25 anni, con il suo blog sta facendo parlare di sé e alimentando dibattiti anche all’estero.

Un passaggio importante nel 2013, quando ‘Actus a l’Africaine’ è stato selezionato dagli esperti di ‘Radio France Internationale’ come uno dei siti più interessanti a livello globale. Allora Doundembi è finito su ‘Mondoblog’, una piattaforma che pubblica quotidianamente post in arrivo dai quattro angoli del pianeta.

Giorno dopo giorno, su ‘Actus a l’Africaine’, si trovano notizie, appelli o anche solo storie personali. “Sono curioso” spiega Doundembi all’agenzia ‘Dire’ del suo impegno di cronista e di scrittore: “Il risultato è che leggendo il blog ci si può fare un’idea dei centrafricani, delle loro problematiche e delle loro speranze”.

In uno degli ultimi post si esprime la speranza che, con una vittoria in trasferta in Costa d’Avorio, la nazionale di basket possa qualificarsi per i Mondiali in programma quest’anno in Cina. “Ci piacerebbe farcela come l’Angola, la Nigeria e la Tunisia” annota Doundembi. Amante dello sport ma pronto ad affrontare i temi più difficili in un paese che nel 2013 è tornato ostaggio di un conflitto armato: da un lato, il governo di Bangui; da un altro, i ribelli che oggi controllano la maggior parte del territorio nazionale.

Al conflitto si lega una campagna, sostenuta dall’Associazione dei blogger centrafricani. “L’hashtag è #StopFakeNewsRCA” spiega l’animatore di ‘Actu a l’Africaine’: “L’impegno, tanto più necessario in un periodo di crisi e violenze, è smentire punto per punto le informazioni false e le immagini ingannevoli”.    Non è un lavoro facile. L’ultima conferma Doundembi l’ha avuta proprio questa settimana. “In un post ho denunciato la mancanza totale di acqua potabile in alcuni ‘arrondissement’ di Bangui” dice il blogger. “Un internauta, evidentemente sostenitore del governo, mi ha accusato di cattiva fede: assurdo, perché davvero tutti in strada possono vedere donne, ragazzi e bambini in cammino con le taniche”.