Sempre a proposito dei diritti umani e riprendendo il discorso del mio precedente articolo “Democrazia: un obiettivo ancora da raggiungere”, vorrei soffermarmi sul primo articolo delle Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Tutti gli esseri umani nascono liberi in dignità e diritti”.

Non è un caso che la parola “dignità” è stata messa prima dei diritti: i diritti umani garantiscono la dignità di ogni essere umano, che è al disopra di ogni cosa. E se la dignità è al di sopra di ogni cosa, allora è evidente che tutti gli esseri umani sono uguali in dignità.

Ogni essere umano ha la sua identità unica, ma la sua diversità rispetto agli altri non può andare oltre un confine, il confine della dignità. Purtroppo è proprio questo che sta succedendo. Stiamo superando questo confine. Sul piano economico si sta facendo sempre più netta la differenza tra i pochissimi ricchi e i moltissimi poveri; nel mondo dell’informazione mediatica viene distrutto sempre più facilmente lo spazio privato delle persone; in politica si sono abbandonate ormai da tempo le cause collettive e si tende a far ritornare i capi, le figure carismatiche al potere, per cui i cittadini sono sempre più lontani dall’agorà delle libertà democratiche, ridotti a fare da claque al capetto di turno e considerati dei semplici numeri da esibire in occasione di elezioni o referendum.

Nel tentativo di dare un senso planetario a tutto questo, è stata adottata la manipolazione del solito gioco dei sinonimi, per cui la parola “mondializzazione”, carica di significati emancipatori per i lavoratori, i giovani, le donne, è stata sostituita dalla parola “globalizzazione”, processo che al contrario ha ridotto la condizione umana ad una semplice funzione di interessi economici, mass-mediologici e politici.

Diventa quindi imperativo fare di tutto affinché le libertà democratiche si riempiano dei diritti umani, altrimenti non potranno nemmeno essere chiamate libertà, ma continueranno ad essere degli involucri vuoti, utili solo come alibi per chi si impossessa del potere economico, informativo e politico.

C’è bisogno di uno sforzo quotidiano per riconquistare il senso della propria dignità e dell’uguaglianza nella dignità, contrastando senza alcun indugio ogni tentativo di concentrazione antidemocratica dei poteri decisionali sulla collettività.