Ogni qualvolta che un popolo ritiene che solo la propria cultura rappresenti la propria identità e che quindi, come tale, non può essere modificata, si stanno minando le possibili basi per una reale cooperazione tra gli Stati e soprattutto tra i cittadini, in quanto si sta rinunciando a quei valori universali che si traducono sostanzialmente nel rispetto dei diritti umani.

Il motivo di questa constatazione è molto semplice: viene a mancare il rispetto della vita in ogni sua forma e si impedisce la definitiva abolizione della violenza discriminatoria nei confronti degli altri, frenando la solidarietà e la cooperazione, cioè la stessa evoluzione umana.

Sulla scorta di ciò che sta succedendo nel mondo possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che ormai il concetto di “tolleranza” non è più sufficiente. Tale concetto è stato completamente travisato, per cui coloro che si considerano superiori si sentono legittimati a “sopportare” la diversità degli altri, anziché “rispettarla”. E se la tolleranza significa solo sopportazione e non rispetto, è evidente che le conflittualità non diminuiranno mai.

Da queste semplici considerazioni emerge la necessità di un nuovo impegno politico che si basi su un dato di fatto ormai incontrovertibile: la democrazia deve essere reale, concreta, e quindi nessuno Stato può più considerarsi “concretamente” democratico fino a quando i suoi cittadini non faranno propri i valori contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Secondo tali valori ogni essere umano nasce potenzialmente dotato di ragione e di coscienza e la politica degli Stati ha il compito di consentire la piena e concreta realizzazione del meraviglioso progetto che ogni essere umano rappresenta.

Se nessuno Stato sta svolgendo questo compito prioritario, questo vuol dire semplicemente che nessuno Stato, ad oggi, può considerarsi veramente democratico.

Da ciò si deduce che oggi la lotta politica principale è una lotta per la democrazia reale, una democrazia, cioè, che si basi sull’acquisizione da parte di tutti i cittadini di quei valori che sono coerenti con l’universalità dell’essere umano. Per fare questo lo Stato deve mettere in atto politiche concrete che coinvolgano i suoi cittadini sin dalle prime fasi della vita, altrimenti si continuerà a consentire alle numerose forze negative di distruggere quei valori la cui attuazione rappresenta l’unica strada per la vera realizzazione della democrazia.