Uno spot che prova a mettere in rilievo gli stereotipi attorno all’Aids e, contemporaneamente, a sollecitare il finanziamento governativo al The Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis and Malaria, il fondo globale che ha l’obiettivo di finanziare la sua diagnosi, il suo trattamento e, in definitiva, di sconfiggerla.

Lo ha diffuso quest’oggi 1 dicembre, trentennale della giornata mondiale per sconfiggere l’Aids, l’Osservatorio AiDS – Aids Diritti Salute / Italian Network on Aids, Rights and Health, una rete di 11 organizzazioni della società civile, assieme a Friends of the Global Fund Europe, Aidos – Associazione Donne per lo Sviluppo e Bluestocking.

«L’Osservatorio – spiegano – è nato nel 2002 con lo scopo di creare un servizio di confronto, informazione, analisi e monitoraggio in rete per gli interventi di lotta contro l’AiDS, soprattutto nei Paesi con maggiori difficoltà di accesso alle strutture sanitarie».

Nel video, un pillola di poco più d’un minuto, dei giovani mostrano superficialità nei confronti dell’AiDS e in particolare degli strumenti di prevenzione, quali l’uso del preservativo, sostenendo che l’AiDS è un problema che interessa solo gli omosessuali (nel video denominati in maniera più grezza e provocatoria), immigrati, tossicodipendenti.

In realtà, fa sapere l’Organizzazione mondiale per la Sanità, solo «il 47% delle nuove infezioni riguarda le popolazioni chiave (persone appartenenti alle minoranze sessuali, persone che si iniettano droghe, operatori/rici del sesso, detenuti/e) e i loro partner sessuali» e solo «il 75% delle persone con l’HIV sono a conoscenza del loro status».

La malattia, ancora oggi, nel mondo, miete contagi e morti.

Tra le principali forme di diffusione dell’AiDS, l’OMS ricorda, oltre al sesso non protetto e la condivisione di aghi e siringhe contaminati, «le trasfusioni di sangue, i trapianti di tessuti, le procedure mediche che comportano tagli o piercing non sterili».

Sul fronte stranieri, invece, conferma l’Osservatorio sulla Salute, nato su iniziativa dell’Istituto di Sanità Pubblica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, risulta che «a fronte della diminuita incidenza di AiDS nel tempo, persista ancora nel 2016 una importante differenza tra i tassi di incidenza di AiDS tra gli stranieri (residenti) e tra gli italiani: rispettivamente, 7,1 per 100.000 vs 1,9 per 100.000».

La denuncia: In Italia solo spot, manca la prevenzione

«L’assenza di una qualunque campagna di prevenzione da ben oltre 10 anni, fatto salvo qualche intervento spot istituzionale il 1° dicembre, giornata mondiale di lotta all’AIDS; un’operazione puramente d’immagine e priva di qualunque effetto», è stata denunciata già lo scorso anno da Vittorio Agnoletto, già presidente della LILA, la Lega Italiana per la lotta all’AIDS, proprio su Pressenza. Il medico aveva poi sostenuto come «sarebbero necessarie campagne mirate di prevenzione, condotte in modo continuativo, con messaggi precisi e affiancati ad interventi formativi nelle scuole».

Lotta all’AiDS: le risorse stanziate sono insufficienti

«Sono necessari 16-18 miliardi di dollari per la prossima ricostituzione del Fondo Globale al fine di rimettersi in carreggiata per porre fine alle epidemie di HIV, tubercolosi e malaria», lamenta il Global Fund Advocates Network in una petizione con la quale si invita i Paesi del G20, riuniti proprio oggi in Argentina, a «mostrare il loro sostegno alla salute globale».

Oggi il problema del trattamento e della diagnosi della malattia è, quindi, di natura prettamente finanziario. Infatti, mentre The Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis and Malaria «investe quasi 4 miliardi di dollari all’anno per sostenere i programmi per l’AIDS, la tubercolosi e la malaria», solo il 5% dei propri finanziamenti «proviene dal settore privato, da fondazioni private e da iniziative di finanziamento innovative» (ad es.: Gates Foundation 90.348 euro, Tahir Foundation 5.892 euro, Takeda Pharmaceutical 716 euro). Il resto è a carico delle donazioni governative.

L’Italia, in particolare, secondo il report finanziario 2017 del The Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis and Malaria, è intervenuta con un contributo di soli 38.000 euro contro, ad esempio, i 230.000 euro della Germania o i 342.000 della Francia.

Il nostro Paese nel mese di Ottobre 2019 sarà chiamato a pronunciare il proprio impegno finanziario per il triennio 2020-2022.