Roma, 25 settembre 2018 – Presso la Sala Stampa dell’Agenzia DIRE, ha preso il via la seconda edizione del Summit nazionale delle diaspore un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, dalle Fondazioni For Africa Burkina Faso e dalla Fondazione Charlemagne.

“Esserci, conoscersi, costruire” è lo slogan del Summit durante il quale è stata lanciata una nuova progettualità che, a conferma della bontà della prima edizione del 2017, rappresenta un’ulteriore opportunità di avvicinamento, d’incontro e d’inclusione tra le diaspore e le istituzioni italiane, l’associazionismo, la cooperazione, il mondo imprenditoriale migrante e la società civile.

I relatori presenti hanno tutti evidenziato l’importanza di valorizzare il dialogo, di far crescere le sinergie tra le diaspore e la cooperazione italiana, di costruire dei ponti tra le realtà migranti e la comunità locale.

Il progetto mira a rafforzare le conoscenze e le competenze delle diaspore. S’impegna a lavorare affinché quest’ultime possano avere una rappresentanza inclusiva e attiva nella Cooperazione italiana allo sviluppo.

In questo contesto, la sfida, parola citata a più riprese dagli intervenenti, è quella di dar vita ad una nuova narrativa positiva sulle migrazioni. Una sfida che deve essere raccolta in primis dagli organi di stampa così come è stato sottolineato dalla Dottoressa Tatiana Esposito (Direttore Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione).

Una sfida per la stampa e, aggiungiamo noi, una sfida all’onestà del mondo politico.

Bisogna resettare operando per ridurre il gap tra percezione dell’opinione pubblica e realtà. Bisogna raccontare utilizzando fonti trasparenti disponibili a tutti quanti. Sono oltre 1.200 le associazioni migranti; esistono dati importanti sulla partecipazione dei migranti al mercato del lavoro, sulle nuove generazioni di migranti. Una realtà che narra di storie d’integrazione, di storie positive che impattano proficuamente anche nella comunità accogliente e sul territorio italiano.

Costruire insieme dunque, dopo essersi conosciuti. Per tali ragioni il progetto ha programmato incontri territoriali, giornate di formazione, eventi culturali, forniture di assistenza tecnica nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. Strumenti che devono facilitare un percorso di empowerment delle diaspore e che di conseguenza possono accelerarne una reale integrazione.

In un’atmosfera di scambio propositivo e prospettico, in un clima di profondo credo nell’attivismo umano e sociale quasi stupisce l’intervento di Emanuela Del Re, vice ministra degli Affari Esteri. “La diaspora è casa”…“Facciamo casa insieme”…”Stiamo costruendo un tesoro, un conto in banca sociale, un capitale sociale e politico”…“Occorre sostenere il percorso di sviluppo” … “L’Italia è portatrice di valori importanti”… ecc.

Non ci resta che chiedersi se queste volontà dichiarate dalla vice ministra siano frutto di un desiderio personale o se mai troveranno un serio riscontro nelle politiche di chi sta governando che al contrario stanno chiaramente virando verso strategie ben diverse.