L’opera prima di Samad Zarmandili “Beate”, presentata alla stampa a Roma al Nuovo Sacher, racconta di un gruppo di operaie tessili che stanno per perdere il lavoro perché la loro azienda verrà delocalizzata e di un gruppo di suore che vivono e si dedicano all’arte del ricamo e che stanno per essere sfrattate dal  loro convento. Entrambe pressate da una necessità di sopravvivenza le operaie e le suore si mettono insieme per investire in un’impresa fuori da ogni regola: produrre e vendere lingerie ricamata con le loro mani e molto sexy. Protette dalla salma mummificata della Beata Armida sperano nel miracolo. Accadrà?

In questi giorni in cui la Chiesa è in primo piano nelle vicende della migrazione e non solo, il pensiero va ai problemi sociali: perché questa commedia, nata prima delle ultime elezioni italiane,  ha unito nella lotta religiose e donne disoccupate? Samad Zarmandili dice di non voler parlare di politica ma precisa che Papa Francesco ha molto rivalutato il ruolo della donna e ha dato anche spessore alla figura delle suore. E, durante la conferenza stampa a domanda  su  Matteo Salvini vs Papa Francesco ha risposto che “Dopo anni di crisi industriale e sociale s’è andata acuendo la contrapposizione dei blocchi sociali. Salvini,- in contrapposizione ad un pensiero della chiesa accogliente – rappresenta le contraddizioni dell’attualità”.  Secondo Samad Zarmandili <<Ancor più che una commedia, “Beate” è una sorta di “fiaba sociale”. Il filtro della commedia, in questo caso sociale e di costume, mi ha offerto la possibilità di avvicinare temi tristemente attualissimi, quali la perdita del lavoro e la sua delocalizzazione dovuta alla globalizzazione dei mercati, con levità e in chiave più grottesca che realistica».

Affascinante l’ambientazione di “Beate”, girato nel Nordest, in una cittadina del Polesine veneto e nei suoi dintorni. In quel delta del Po, patrimonio mondiale dell’Unesco «dove – nelle stesse parole di Samad Zarmandili – accanto a incomparabili bellezze naturali, corrono gli scheletri delle fabbriche, soprattutto tessili, decimate dalla crisi. E dove tuttavia vivono anche esperienze industriali d’eccellenza, costruite sulla tenacia e la dedizione dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici del territorio».

Beate è interpretato da Donatella Finocchiaro, che tra qualche giorno  vedremo a Venezia in concorso con Capri Revolution di Mario Martone, e da un cast con le brave Maria Roveran, Lucia Sardo e, unico maschio tra le donne non meno bravo, Paolo Pierobon. Il film è impreziosito da una colonna sonora che comprende anche “Veronica”, cantata da Enzo Jannacci e scritta da Sandro Ciotti e Dario Fo.  “Beate” è stato al 9. BIFEST di Bari, selezionato da Felice Laudadio tra gli eventi speciali, dove ha avuto un’ottima accoglienza. Poi, lo scorso luglio, un piccolo exploit (di spettatori e gradimento) alla rassegna “Bimbi belli” di Nanni Moretti al Nuovo Sacher di Roma. E appena sabato scorso un doppio premio (miglior film e migliore interpretazione femminile) al XIV Santa Marinella Film Festival, tradizionalmente dedicato alle opere prime della stagione. L’uscita in sala è prevista giovedì 30: il regista e una parte del cast saluteranno il pubblico a Roma al Nuovo Sacher, le attrici Orsetta Borghero ed Eleonora Panizzo saranno a Milano all’Anteo.

Beate – Regia di Samad Zarmandili
Un film con 
Donatella FinocchiaroPaolo PierobonMaria RoveranLucia Sardo
Genere Commedia – Italia2018, durata 90 minuti

Uscita cinema giovedì 30 agosto 2018 distribuito da No.Mad Entertainment

 

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