Centinaia di persone hanno manifestato martedì in città di tutto il paese, tra cui San Francisco, New York City, Filadelfia, El Paso, Washington, D.C. e Portland, per denunciare la pratica di separare i bambini immigrati dai loro genitori alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, in aperta violazione delle leggi internazionali sui diritti umani. Anche gli specialisti nel campo della salute mentale denunciano questa pratica. “L’impatto negativo sul funzionamento dei bambini può continuare anche fino all’età adulta. Può avere un impatto sul loro rendimento scolastico e sulla capacità di stabilire normali rapporti di attaccamento ai parenti e alle persone care. La qualità psicologica della vita ne esce devastata” ha dichiarato Kathryn Hampton di Physicians for Human Rights.

Martedì i governatori democratici e repubblicani di otto stati – Maryland, Massachusetts, Virginia, Rhode Island, Colorado, New York, North Carolina e Connecticut— hanno annunciato l’intenzione di ritirare o richiamare dal confine le loro truppe della Guardia Nazionale, in segno di protesta contro la pratica di separare le famiglie.

Secondo l’Associated Press bambini molto piccoli sono rinchiusi in almeno tre prigioni infantili nel sud del Texas a Brownsville, Raymondville e Combes e una quarta verrà aperta presto a Houston. Il governo le definisce “rifugi per tenera età”. Molti dei bambini hanno meno di un anno.

La Polizia di Frontiera sostiene di aver separato più di 2.300 bambini dai genitori negli ultimi due mesi. Secondo l’Intercept a partire da ottobre l’amministrazione Trump ha separato almeno 3.700 bambini immigrati dalle famiglie, inviandoli in centri di detenzione in 17 stati. Molti di loro sono arrivati negli Stati Uniti per chiedere asilo.