Intervista con Amrita Chaudhuri, in collaborazione con la quale ProMosaik ha pubblicato la traduzione italiana delle favole bengalesi di Upendrakishore Ray Chowdhury (1863-1915), un dotto letterato e scrittore di letteratura per l’infanzia, ma anche musicista, componista e tipografo oltre che creatore della prima rivista per bambini in India, Sandesh, che esiste tuttora, gestita dal suo pronipote, il cineasta Sandip Ray. Si tratta di un progetto importante perché queste favole sostengono il dialogo interculturale e trasmettono messaggi etici fondamentali nel contesto di una cultura come quella bengalese ancora poco conosciuta in Italia.

Perché hai scelto di tradurre queste favole?

Da bambina sono cresciuta con queste favole bengalesi di Upendrakishore Roy Chowdhury che mi venivano lette. Secondo me non contengono un messaggio importante solo per la mia cultura di appartenenza, ma per la famiglia umana in generale. Per questo ho deciso di impegnarmi in questo progetto di traduzione. Secondo me la traduzione è un mezzo essenziale per sostenere il dialogo tra popoli e culture diverse.

Come possono le favole contribuire al dialogo interculturale?

Le favole raccontano sempre la storia di un popolo e il modo di come un popolo percepisce questioni etiche, culturali e sociali fondamentali. Tutti i paesi del mondo hanno le proprie favole, in cui gli animali assumono tratti umani e agiscono in modo più o meno etico. Ma a monte del messaggio universale che trasmettono le favole cambiano da paese a paese perché cambiano i protagonisti, sono diverse le modalità di narrazione e differenziati gli elementi culturali tipici. La struttura sottostante rimane comunque universale.

Quali sono i temi fondamentali di queste favole?

Nelle favole gli animali si comportano come gli uomini e ogni favola ha un messaggio etico e sociale di fondo. Gli animali nelle favole assumono tratti umani e scrivono la storia insieme agli esseri umani che interagiscono con loro nella trama della favola. Si parla spesso di invidia, avidità, falsità, ma anche di solidarietà e modi di agire positivi che generano pace e armonia sociali.

Che cosa possiamo imparare noi adulti da favole come queste?

Secondo me noi adulti dobbiamo imparare il bisogno di conservare la natura e gli animali. In queste favole vediamo come gli animali in numerose occasioni sostengono gli uomini. Inoltre, dobbiamo individuare il messaggio etico-sociale di ogni favola. Nella favola del “Coccodrillo stupido” ad esempio il messaggio nascosto è quello della falsa superiorità sugli altri che consiste in infinita stupidità. Nel “Capretto furbo” vediamo l’utilità del ragionamento razionale e dell’intelligenza per salvarsi la pelle.

Che importanza ha per te la traduzione nella trasmissione di culture straniere?

La traduzione è un mezzo essenziale per la trasmissione del sapere culturale e rende possibile il dialogo interculturale con culture che altrimenti non sarebbero accessibili. Grazie alla traduzione, la lingua non è più un ostacolo e si può appropriarsi del tesoro culturale di una civiltà sconosciuta. Secondo me la traduzione crea un ponte tra culture diverse e permette alle persone di percepire la fraternità universale.

Quali credi siano le strategie migliori per promuovere una cultura antirazzista in Italia attraverso la letteratura?

La traduzione delle letterature straniere è una strategia molto utile per promuovere una cultura della tolleranza e dell’antirazzismo in Italia. Soprattutto dopo gli ultimi risultati elettorali è fondamentale lottare per la democrazia anche traducendo opere letterarie straniere, soprattutto per i bambini che in questo modo fin da piccoli apprendono il pluralismo culturale del nostro mondo. La letteratura di ogni paese riflette la ricchezza e bellezza dello stesso. E tramite la traduzione della letteratura secondo me gli stereotipi e i pregiudizi di molte persone possono essere superati. E forse un giorno anche il razzista tratterà lo straniero con rispetto.

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