Nuove regole in Tanzania per le banche straniere e le multinazionali che fanno affari nel settore minerario.

Con le norme approvate i gruppi stranieri saranno obbligati a offrire azioni al governo e alle società locali. Lo Stato, inoltre, dovrà privilegiare soggetti locali nell’assegnazione di appalti per l’attività estrattiva.
Le misure sono state volute dall’esecutivo del presidente John Magufuli con l’obiettivo dichiarato di garantire alla popolazione maggiori benefici dal settore minerario. La Tanzania e’ il quarto produttore d’oro dell’Africa.

Secondo le nuove norme, pubblicate sul sito della Camera tanzaniana per i minerali e l’energia, appaltatori, sub-appaltatori e titolari di licenze nel comparto estrattivo “dovranno mantenere un conto in una banca tanzaniana ed effettuare le loro transazioni attraverso banche locali”.
Nella legge si stabilisce inoltre che “i rischi assicurabili relativi all’attività mineraria nel Paese devono essere assicurati attraverso una società di intermediazione locale”.
Le società che non si adegueranno alle regole nei prossimi tre mesi incorreranno in una sanzione minima equivalente a circa quattro milioni e mezzo di dollari.

Eletto nel 2015, John Magufuli ha messo la trasparenza nel settore estrattivo al centro del suo programma. Nel maggio scorso il presidente ha destituito alcuni responsabili del ministero delle Miniere. Prima di raggiungere un accordo di compromesso, inoltre, aveva minacciato di infliggere una multa da 190 miliardi di dollari ad Acacia, una sussidiaria del colosso Barrick Gold.

L’articolo originale del nostro partner DIRE (RED) Roma, 22 feb si trova qui.