A novembre del 2017, durante le “Jornadas por la no violencia” a Madrid, c’è stato l’annuncio che si sarebbe svolta la seconda Marcia Mondiale per la Pace e della Nonviolenza, che partirà esattamente a dieci anni dalla prima, il 2 ottobre 2019. Una prima ufficialità si direbbe. Si sono delineati alcuni punti del percorso (la partenza, l’arrivo, il senso circolare -da Ovest a Est, per esempio) ma ancora tanto è da definire. In Italia nei giorni scorsi si sono mossi i primi passi. A Torino, presso il Campus Onu, il 2 febbraio Rafael de la Rubia (promotore dalla marcia mondiale per la Pace e Nonviolenza) è stato invitato a partecipare a un concerto organizzato da “Pequeñas Huellas”, un gruppo nato nel 2004 a Cuba, di giovanissimi musicisti e cantori che arrivano da tutto il mondo per costruire solidarietà.

Appena abbiamo saputo della sua venuta, abbiamo cercato di capire se era possibile organizzare alcuni momenti di incontro e di confronto con le realtà che avevamo partecipato alla prima marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, ma anche con chi si è unito dopo quell’evento planetario nei percorsi verso un mondo dove sempre meno ci siano conflitti. Purtroppo il tempo a disposizione è stato veramente poco. Approfittando della sue permanenza a Milano, siamo riusciti ad anticipare un evento fotografico organizzato alle Case Bianche di via Salomone, quartiere molto sotto la luce dei riflettori dopo la visita di Papa Francesco nel marzo 2017. Già durante il cammino della prima edizione della Marcia, Dario Fusaro (apprezzato fotografo di giardini in Italia e in Europa) aveva voluto esserci durante il concerto “Walkin’ Blues” (Cinema Teatro Delfino, maggio 2009) con una mostra dal titolo “I miei fiori della pace”. Sabato 3 febbraio alle 11 si è svolta l’inaugurazione di una mostra sempre con lo stesso titolo. Oltre a poter ammirare ancora alcune immagini esposte nella prima edizione, sono state scelte una serie di fotografie (dalle rose alle passiflore, dagli iris ai fiori di loto passando per le saintpaulie) dove i soggetti sono stati ripresi molto in dettaglio. Fusaro ci farà scoprire la loro bellezza nascosta. Questi soggetti floreali ci fanno ancora di più capire quanto in ogni essere vivente ci possono essere “ricchezze” nascoste, che non bisogna mai fermarsi alle apparenze, all’ovvietà. “Una delle conclusioni che ci fu proprio con la prima Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza” ha sottolineato Rafael de la Rubia “fu quella che anche nei territori dove esistevano conflitti molto radicati il più delle volte questi erano alimentati dalla dirigenza politica locale, ma la maggior parte delle popolazioni avrebbe voluto creare condizioni di vita ben diverse, con processi non certo immediati ma sicuramente con una direzione verso la pace”.

Grazie a questa convinzione, tra l’altro con tutta una serie di esperienze che si sono fatte a partire dal 2015 quando si iniziò a riflettere se vi erano le condizioni per una seconda Marcia Mondiale, si è deciso di dare quell’annuncio che può aver spaventato pensando allo sforzo fatto nel 2009 per realizzare la prima edizione della Marcia. Come accade per tutte le “prime volte” non era certo facile far comprendere il progetto, ma si riuscì a realizzare quel che sembrava impossibile con tenacia, entusiasmo e tanto desiderio di affermare quanto fosse necessario un mondo senza guerre.

Purtroppo la situazione è decisamente peggiorata. Il Doomsday Clock oggi come oggi segna “meno due alla mezzanotte”. Per la prima volta dopo decenni, i giovani hanno la percezione che il loro futuro sarà peggiore di quel che è il presente per i loro genitori. Viviamo in una società dominata dall’egoismo, dall’egocentrismo, dalla violenza a tutti i livelli. Proprio per questo, bisogna rimettersi in marcia anche se questo può spaventare, può sembrare un utopia. Poteva esserlo anche il progetto Manhattan ai suoi inizi ma poi il 6 e 9 agosto 1945 quelle due bombe atomiche sono state molto reali. Eppure da quelle catastrofi sono sopravvissuti ben 170 esemplari a Hiroshima e un albero di kaki a Nagasaki. Un suo figlio sta crescendo dal 2015 al parco vicino alle Case Bianche, fortemente voluto dai suoi abitanti dopo averne conosciuto l’esistenza durante la prima Marcia Mondiale, alla quale avevano aderito. Pur essendo uno dei quartieri milanesi più dimenticati negli ultimi decenni (pur con vari tentativi di recupero soprattutto a livello sociale) chi vi abiti da sempre spera in una vera rinascita, come l’Albero della Pace di Nagasaki dimostra. E’ stato bello leggere in un messaggio su Facebook da parte di una delle inquiline dopo l’incontro “Scegliendo noi ci sentiamo testimoni di questo messaggio di pace e ci sentiremo partecipi nel percorso che coinvolgerà diversi paesi del mondo”.

Siamo riusciti anche a organizzare una video conferenza con alcuni componenti del coordinamento triestino della prima Marcia Mondiale. Con loro siamo rimasti d’accordo di incontrarci a primavera portando avanti un progetto molto importante, quello del “Mediterraneo Mare della Pace”, culla di antiche civiltà ora in guerra che vivono situazioni veramente disperate, ma tutto può essere cambiato volendo, unendosi e ripartendo nel cammino intrapreso nel 2009 attraverso la forza rivoluzionaria della Nonviolenza. La Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza può essere quella “Voce delle voci”, quelle inascoltate ma vere e sincere.