Da oltre 3 anni comitati e sindaci hanno avanzato una proposta dettagliata di revisione degli Ato (Ambito Territoriale Ottimale, ndt) regionali, basata su solide argomentazioni scientifiche e gestionali, finalizzata alla creazione di una pluralità di ambiti di bacino idrografici, modellati sull’effettiva conformazione del territorio (vedi proposta), al fine da garantire una gestione dell’acqua davvero sostenibile e vicina alle comunità locali. Con questo metodo, radicato nei principi della legge regionale 5/2014 sulla gestione dell’acqua, venivano individuati 19 ABI, sui quali aprire un confronto con la giunta considerando anche eventuali accorpamenti. Confronto mai realizzato, poichè dopo aver lasciato languire per anni quel testo, l’Assessore Refrigeri circa due mesi fa ha sottoposto una bozza di proposta su 6 Ato, stroncata dai comitati e da molti sindaci delle zone interessate (Comunicato Regionalecomunicato Valle AnieneComunicato Valle del Sacco).

Oggi apprendiamo che con un atto unilaterale la giunta ha approvato quella stessa proposta, rivendicando una partecipazione che è invece stata rifiutata e calpestata, così come i principi della legge 5, nel costituire un nuovo Ato6 che non ha alcun fondamento idrogeologico. Un atto ancora più grave nel momento in cui diversi sindaci dell’Ato2 stanno discutendo la ripubblicizzazione di Acea Ato2, dimostrando la necessità di decidere in prima persona su un diritto fondamentale.

Se questo atto della giunta aveva lo scopo di raccogliere consensi elettorali sull’acqua pubblica, la mira è sbagliata! Se si intendeva invece far finta di cambiare tutto, per non cambiare nulla, probabilmente i poteri forti di Acea ne saranno soddisfatti. Naturalmente come coordinamento regionale continueremo la nostra azione nei territori e nelle sedi istituzionali a difesa dell’acqua pubblica senza se e senza SpA.

Coordinamento regionale acqua pubblica (Lazio)