Nessuno di noi, abitanti di questo Pianeta, piccolissimo punto nello Spazio, ha chiesto di venire al mondo.

La Vita ci spinge a riprodurci come tutte le altre specie con cui conviviamo, animali o vegetali, e nostre tracce si trovano in tutte queste catene di cui siamo l’ultimo anello.

Perché dico questo? Perché la realtà storica in cui siamo immersi ci dice che se si concretizzassero certe situazioni la stessa vita di moltissime specie (compreso la nostra) potrebbe essere messa in discussione.

Sto parlando della potenziale guerra nucleare che potrebbe scoppiare (anche per errore, ricordiamocelo) in un “confronto” tra Stati come ne sono avvenuti tanti, di vario tipo, in questi ultimi decenni.

Posso ricordare, perché no, provocatoriamente, che già altre specie di animali sociali come le formiche fanno quello che facciamo noi umani? Il loro Stato è la colonia, hanno eserciti, spie, fanno prigioniere per sfruttarle in vari modi, distruggono, creano anche “allevamenti”, ” comprano” con “droghe” le avversarie.

Non hanno vere e proprie “comandanti” ma “sanno” quello che devono fare, anche sacrificarsi per la “salvezza” della propria colonia. In questo consisterebbe la loro socialità. (“Le Formiche e l’ arte della guerra”-Le Scienze- Febbraio 2012). Proprio per questa loro voglia di fare, irriducibile, un entomologo di fama, Wilson, ha scritto che se avessero avuto armi nucleari le avrebbero utilizzate con le conseguenze del caso. Evidentemente perché formiche…

Ma noi uomini e donne, vogliamo prendere atto, storicamente, perché proprio vero, che la guerra non si può fare, perché ci sarebbe la reciproca distruzione o una distruzione di portata così enorme che certamente non spingerebbe verso un altro “normale” futuro? E a nulla varrebbe il cosiddetto “primo colpo”, una dichiarata furbastreria (mi sembra il termine adatto) per non ammettere che OGGI in TEMPI NUCLEARI la GUERRA é INUTILE? E’ corretto, responsabile, nei fatti, “giocare” con le vite delle persone a milioni e milioni (altro che seconda guerra mondiale!) anche del proprio Stato (!) in balia di un calcolo delle probabilità, come se il “nemico” non potesse aver preso eventuali o qualche contromisura? E chi dà determinati ordini sa che una conseguenza di questi può riguardare cittadini di altri Paesi che non c’entrano nulla e magari sono anche alleati? E’ “normale” tutto questo e perfino geo-politico? Ecco perché oggi è necessario aderire al Trattato del Bando delle armi nucleari, l’ unico che, almeno, al suo art. 1 vieta di sviluppare, testare, produrre, acquisire, possedere, ma anche trasferire o ricevere il trasferimento, consentire la dislocazione, incoraggiare, indurre, assistere, ricercare e minacciarne l’uso! Altro che Trattato di non proliferazione bellamente non considerato, visto le trasformazioni in atto degli armamenti nucleari! Si sono impiegati ingenti capitali che interessano anche gli alleati (alla pari?) di qualche Paese nucleare, e con il suo ricorso alla buona fede mai esercitata, perché non c’è stata nessuna volontà politica di arrivare ad accordi. I 122 Stati che hanno firmato per il Bando di queste armi non sono Paesi “nucleari”. Ci ricordano però che queste armi “assolute” riguardano anche loro visto che i fumi radioattivi saranno portati dai venti in tutta la Terra sconvolgendone l’ habitat e non si potrà “svernare per superare lo stress” da nessuna parte. Vogliamo veramente questo? Il Bando diventerà operativo dalla ratifica del cinquantesimo Stato e dopo si tratterà di giungere ad accordi che coinvolgano gli Stati nucleari. E lì potrebbero/dovrebbero entrare in gioco i cittadini di quegli Stati. Potrebbe essere un percorso lungo, ma è l’unico che ai tempi nostri avrebbe possibilità di garantire la presenza di tutti noi, sul pianeta.

Si affermava, in precedenza, che la guerra nucleare rende “inutile” la sua fattibilità. Ne dovrebbe discendere che TUTTE le guerre diventano tali. Che questa enorme “energia risparmiata” è da mettere a frutto in un straordinario cambiamento epocale come la situazione che abbiamo davanti a noi, di possibile distruzione (mai verificatasi nella nostra storia umana, fino ad oggi). Perché mai deve essere ancora scritto che gli Stati si debbano “confrontare” con la guerra e non in altri modi ad esempio considerando le proprie necessità che potrebbero essere compensate da altri e viceversa? E perché mai continuare a spiarci in tutti i modi possibili: telefoni , apparecchi TV, posta elettronica, web, computer, satelliti, sicuramente ecc..ecc…

Quando si può parlare in modo aperto manifestando il proprio pensiero e scambiarlo con quello altrui?

E perché mai gli Stati non possono mettersi d’accordo per eliminare quelle centinaia, minimo, di kmq di microplastiche e plastica pura presenti ormai in tutti i mari annullandone la loro pericolosità? I loro cittadini non mangiano il pesce di quegli oceani o mari? E che dire dell’ inquinamento atmosferico? Forse non è credibile che sia provocato da nostre scelte umane quando invece siamo in grado perfino di autodistruggerci? E perché mai deve esserci una certa emigrazione a senso unico provocata da guerre, scelte politiche ed economiche da parte degli Stati più forti che tanto spaventa per la sua visibilità mentre occorrerebbe prima di tutto non fare più guerre e secondo, un maggiore approfondimento di una realtà potenzialmente distruttiva per tutti?

Giuseppe Bruzzone

Milano 26 ottobre 2017