Il prossimo 7 ottobre si svolgerà in Valdarno, tra San Giovanni e Terranuova Bracciolini (AR) la manifestazione “Adesso Basta ! Tutti nelle piazze!” che chiede alla regione Toscana di definire la chiusura della discarica di Podere Rota che da 20 anni garantisce lo smaltimento dei rifiuti di un’area molto più grande di quella di sua competenza. Infatti lì arrivano gran parte dei rifiuti non differenziati, in barba alle leggi vigenti, dalla Provincia di Firenze.

La manifestazione, promossa dal Comitato Vittime di Podere Rota, vede l’adesione di liste civiche locali, comitati, associazioni della zona e chiede che venga definita in modo inequivocabile la chiusura della discarica nel 2021.

Intanto i cittadini che compongono il Comitato hanno predisposto varie iniziative previe alla manifestazione tra cui spiccano le “passeggiate” del Presidente del Comitato, Andrea Battinelli, in compagnia di altri membri dell’associazione, che va a consegnare la raccolta firme, che ha già raggiunto svariate migliaia di adesioni, ai sindaci dei paesi interessati; oltre a questo la citata raccolta firme, gazebi e volantinaggi, picchettagio di striscioni vicino alle strade, iniziative nelle sedi istituzionali della zona.

Ma come stanno le cose? La Discarica “Podere Rota” è attiva da ventotto anni  ed è, da tempo, oggetto di critiche per la situazione generale di degrado che ha procurato nella zona, specialmente per la sistematica situazione odorifera ma anche per i reiterati sospetti di conferimento di materiali illegali, di possibile inquinamento della falda. La discarica doveva chiudere ma la sua attività è stata prorogata nel 2011 per una volumetria di materiale conferito pari a circa il 250% rispetto a quella originariamente prevista: quasi quattro milioni di metri cubi contro il milione e mezzo del progetto di quasi trent’anni fa.

La discarica accoglie i rifiuti di Firenze da 15anni con un accordo che all’inizio doveva essere di reciprocità e parecchie volte la discarica è stata utilizzata per il conferimento di rifiuti dovuti a varie emergenze (in un periodo arrivavano rifiuti perfino dalla Campania, Liguria) mentre i piani di rafforzamento delle soluzioni alternative (risparmio, razionalizzazione, raccolta differenziata) sono rimasti per lo più lettera morta o vanno a rilento.

Ora, anche a seguito di una delibera della Provincia di Arezzo e in base a dati forniti da varie istituzioni (ARPAT, CSAI), sarebbe del tutto ragionevole pensare che nel 2021 la discarica raggiunga il volume massimo e debba dunque chiudere; ma i cittadini, già burlati da promesse non mantenute, vogliono un atto formale della Regione Toscana e dell’ATO Toscana Centro che metta nero su bianco questa chiusura.

Anche perché, nel frattempo, da qualche mese intorno all’area della discarica ci sono lavori di urbanizzazione e di riassetto stradale che, se migliorano finalmente alcuni aspetti dei cittadini più direttamente colpiti (finalmente avranno acqua pubblica), creano disagio e fanno pensare che un investimento così importante sia correlato a una ulteriore proroga.

La manifestazione partirà da San Giovanni Valdarno alle 15 del 7 Ottobre e si concluderà a Terranuova Bracciolini, comune nel cui territorio si trova la discarica.

 Info:

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