Anche se le tensioni tra gli Stati Uniti e la Russia si inaspriscono, c’è un posto sorprendente dove i contatti militari tra di loro resistono tranquillamente alla tempesta: la Siria.

Sono trascorsi quattro mesi da quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato attacchi missilistici contro un campo aereo siriano in seguito a un presunto attacco di armi chimiche.

A giugno, l’esercito statunitense ha abbattuto un aereo da combattimento siriano, il primo abbattimento americano di un jet dotato di equipaggio dal 1999, e ha anche abbattuto due droni iraniani che minacciavano le forze di coalizione guidate dagli Stati Uniti.

Durante tutto questo, funzionari militari statunitensi e russi hanno continuato a comunicare regolarmente, affermano funzionari statunitensi a Reuters. Alcuni dei contatti aiutano a disegnare sulla mappa una linea che separa le forze di appoggio statunitensi e russe che svolgono campagne parallele sui campi di battaglia siriani, che si stanno riducendo.

C’è anche una linea telefonica diretta che collega gli ex centri di operazioni aeree degli uffici esteri della Guerra Fredda. Funzionari statunitensi hanno detto a Reuters che attualmente sulla linea diretta avvengono circa 10-12 chiamate al giorno, che aiutano a mantenere separati gli aerei militari USA e russi, dato che supportano diversi combattenti sul terreno.

Non è un compito facile, data la complessità della guerra civile in Siria. Mosca supporta il governo siriano, che è aiutato anche dall’Hezbollah iraniano e libanese nella riconquista del territorio dai ribelli siriani e dai combattenti Daesh (o ISIS, ndt).

Le forze armate statunitensi appoggiano un insieme di forze kurde e arabe che concentrano la loro potenza di fuoco contro il Daesh, parte di una strategia per distruggere l’autoproclamatosi “califfato” del gruppo in Siria e in Iraq.

A Reuters la settimana scorsa è stato consentito un accesso speciale alla stazione della linea diretta della US Air Force, all’interno della zona operativa aerea combinata in Qatar, che ha incluso l’incontro con due linguisti russi, entrambi madrelingua, che fungono da interfaccia statunitense per le conversazioni con i comandanti russi.

Nonostante i dialoghi non siano facili, i contatti tra le due parti hanno resistito positivamente, hanno affermato comandanti in capo americani.

“La realtà è che abbiamo gestito problemi molto seri e, in generale, abbiamo trovato un modo per mantenere la linea di prevenzione del rischio di collisione (che separa le aree operative statunitensi e russe) e per continuare la nostra missione”, ha dichiarato in un’intervista il tenente generale Jeffrey Harrigian, comandante della forza aerea americana in Medio Oriente.

Mentre entrambe le parti si danno da fare per catturare ciò che è rimasto del califfato Daesh, il rischio di contatti accidentali è in crescita.

“Dobbiamo negoziare, e a volte le telefonate sono tese. Perché per noi si tratta di proteggere noi stessi, i partner della coalizione, e di distruggere il nemico “, ha affermato Harrigian senza fare commenti sul volume delle chiamate.

I rischi di errori di calcolo si sono manifestati chiaramente a giugno, quando gli Stati Uniti hanno abbattuto un aereo siriano Su-22 che si preparava a sparare sulle forze statunitensi in campo.

Funzionari americani, parlando in condizioni di anonimato, hanno affermato che non era l’unico aereo nella zona. Mentre l’incidente era in corso, due aerei russi guardavano dall’alto e un aereo stealth americano F-22 ha mantenuto la vigilanza da un’altezza ancora più elevata, hanno detto a Reuters.

Dopo l’incidente, Mosca ha pubblicamente avvertito che avrebbe considerato qualunque aereo in volo a ovest del fiume Eufrate come bersaglio. Ma le forze americane hanno continuato a volare nell’area e hanno continuato a parlare con la Russia. “I russi sono stati assolutamente professionali, cordiali e disciplinati”, ha detto a Reuters il tenente generale dell’esercito Stephen Townsend, comandante in Iraq della coalizione guidata dagli Usa.

In Siria, le forze americane attualmente sono impegnate nella battaglia per catturare l’ex capitale Daesh di Raqqa. Oltre la metà della città è stata ripresa al Daesh.

Funzionari hanno detto che sono stati avviati colloqui per estendere la linea di demarcazione che separa le forze di appoggio americane e russe in campo, dato che il combattimento si spinge verso l’ultima grande roccaforte siriana del Daesh, la regione di Deir al-Zor. La linea corre in un arco irregolare da un punto a sud-ovest di Tabqa ad un punto sul fiume Eufrate, e poi lungo il fiume in direzione di Deir al-Zor, hanno detto.

Il segretario alla Difesa americano Jim Mattis, durante una visita in Giordania di questa settimana, ha dichiarato che la linea è importante in quanto le forze di appoggio americane e russe si avvicinano l’una all’altra. “Non lo facciamo (le comunicazioni) con il regime (siriano). È con i russi che abbiamo a che fare “, ha detto Mattis. “Noi andiamo avanti con queste procedure proprio lungo la valle del fiume Eufrate”.

Divisa in due dal fiume Eufrate, Deir al-Zor e le sue risorse petrolifere sono vitali per lo stato siriano. La provincia è in gran parte nelle mani del Daesh, ma è diventata una priorità per le forze pro-siriane. Si trova anche all’interno del reticolo di puntamento delle Forze Democratiche Siriane (SDF) sostenute dagli Stati Uniti. Il portavoce delle SDF, Talal Silo, ha detto a Reuters la scorsa settimana che ci sarebbe stata una campagna di SDF verso Deir al-Zor “nel prossimo futuro”, anche se l’SDF stava ancora decidendo se rimandarla fino a che Raqqa fosse completamente ripresa al Daesh.

 

Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella

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