Inizia oggi alle Nazioni Unite la seconda sessione di negoziati per la stesura e adozione di un Trattato di messa al bando delle armi nucleari, le uniche armi di distruzione di massa ancora non fuorilegge.
Le valutazioni di Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo, che parteciperanno alle fasi finali del dibattito all’ONU, in questa giornata storica: “Miglioriamo il testo del trattato per cancellare dalla storia queste terribili ed inaccettabili armi, che per la loro stessa esistenza indeboliscono le ragioni della pace e della vita”.
Oggi, 15 giugno, prende il via la seconda sessione – per la discussione finale – che si concluderà il 7 luglio: ciò che è a lungo sembrato ed è stato sprezzantemente giudicato impossibile, velleitario, utopistico, irrealistico, sta invece per realizzarsi. Grazie anche, e soprattutto, allo sforzo della società civile di tutto il mondo che da anni supporta la cosiddetta “Iniziativa Umanitaria” (che permea il preambolo della bozza di Trattato) per la totale cancellazione delle armi nucleari.
Il 22 maggio scorso è stata divulgata la prima bozza di Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, frutto della prima sessione dei lavori all’Assemblea delle Nazioni Unite (svoltasi nel mese di marzo 2017, alla presenza anche di una delegazione di Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo).
La forza e l’alleanza delle organizzazioni internazionali con oltre 130 stati non-nucleari sta per colmare un vuoto intollerabile, sancendo in questa materia il passaggio dal tabù morale al vero e proprio divieto legale: la bozza di testo presentata sancisce infatti in maniera chiara (nell’articolo 1) il divieto – per gli stati firmatari – di usare, sviluppare, produrre e trasferire armi nucleari. Estremamente significativo è anche l’articolo 2, che stabilisce il divieto di ospitare sul proprio territorio armi nucleari altrui: divieto denso di ricadute per quegli Stati europei – tra cui l’Italia – che ospitano sul proprio territorio ordigni nucleari degli Stati Uniti.
Rete Italiana Disarmo e Senzatomica esprimono pieno sostegno alla bozza di Trattato e saranno presenti, con proprie delegazioni, anche alla seconda sessione dei lavori, per dare il proprio contributo concreto, insieme all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, alla stesura e approvazione di uno strumento di legislazione internazionale che compenetri alti principi con una forte e fattibile implementazione.
Il testo presentato in bozza dagli Stati partecipanti ai negoziati può infatti essere ulteriormente migliorato, ad esempio inserendo nel preambolo il riferimento all’inaccettabile rischio cui le armi nucleari espongono la popolazione civile, nonché una più decisa attenzione al profilo delle risorse enormi destinate agli armamenti nucleari e sottratte allo sviluppo socio-economico delle popolazioni. Tra i divieti generali di cui si parla all’articolo 2 si chiederà l’inserimento del riferimento alla “minaccia d’uso” (oltre all’uso); ulteriore richiesta della società civile sarà quella di rafforzare il generico divieto di fornire assistenza alla produzione di armi nucleari prevedendo un più ampio divieto di assistenza finanziaria e più in generale di finanziamento.
Un evento di portata storica sta dunque per compiersi. Deboli appaiono le obiezioni di quanti ritengono inutile un Trattato al quale non partecipano gli stati nucleari e i loro alleati. Certamente lo smantellamento degli arsenali nucleari non può prescindere dal coinvolgimento degli Stati che detengono armi atomiche e ogni sforzo andrà fatto per coinvolgerli nel rilancio di un processo di disarmo che sarebbe già previsto dalle leggi internazionali (il Trattato di Non Proliferazione), ma che negli ultimi decenni ha vissuto una fase di stallo problematica e pericolosa. Noi lavoreremo affinché tutti colgano la necessità di uno smantellamento delle armi nucleari che sia il più possibile condiviso in un’ottica di sicurezza umana, di coesistenza pacifico e di definitivo superamento dell’assurda logica della deterrenza.
Ma il Trattato che sarà approvato nelle prossime settimane ha molto più che un valore simbolico, come i suoi detrattori affermano. Il Trattato per la messa al bando, infatti, modificherà comunque il quadro giuridico internazionale e imporrà a tutti – anche agli Stati non firmatari – di misurarsi con il nuovo contesto, anche alla luce dell’impatto che il Trattato avrà sull’opinione pubblica. Sarà certamente difficile e impegnativo, per gli stati non firmatari, spiegare ai propri cittadini e alle proprie cittadine sulla base di quali considerazioni hanno difeso queste terribili e inaccettabili armi di distruzione di massa, mettendo in secondo piano le ragioni della pace e della vita.
Dichiarazioni dei rappresentanti delle organizzazioni di Senzatomica e Rete Disarmo
Lo stallo sul percorso verso il disarmo nucleare è durato talmente a lungo che, alla fine, sta aprendo la porta a pericolose azioni di ammodernamento che equivalgono a un riarmo vero e proprio. Questa conferenza e la bozza del nuovo Trattato invece possono riaprire la strada a un vero disarmo nucleare, che elimini le posizioni di privilegio che tante tensioni stanno creando e si fondi sui principi morali del riconoscimento della nostra comune umanità. L’Italia appartiene culturalmente a questa etica: chiediamo che presto si aggiunga agli Stati che si impegnano per un mondo libero da armi nucleari.
Lisa Clark, vice-presidente dell’International Peace Bureau e dei Beati Costruttori di Pace
Nel sottolineare l’importanza del processo in corso, continuiamo ad auspicare che la strada del dialogo tra tutti gli Stati firmatari e non firmatari del Trattato possa aprire una nuova era di coesistenza pacifica tra tutti i popoli del mondo
Daniele Santi, Segretario generale della campagna Senzatomica
Il dialogo fra paesi e posizioni differenti nell’ambito del tema del disarmo nucleare è l’intento che anima la campagna Senzatomica che – teniamo a ricordare – inizia e termina con la frase “trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”.
Enza Pellecchia, Comitato scientifico della Campagna Senzatomica
Un disposizione importantissima della prima bozza del Trattato di messa al bando è quella di impedire lo stazionamento in paesi non nucleari di ordigni di proprietà di paesi nucleari. Il cosiddetto “nuclear sharing” che coinvolge anche l’Italia, dove da decenni stazionano bombe statunitensi B-61 a gravità (in fase di ammodernamento).Per molti degli esperti della società civile, compresi noi, già solo questa prescrizione vale lo sforzo di elaborazione e il percorso di approvazione del Trattato da oggi nuovamente in discussione.
Francesco Lenci, membro del Consiglio Scientifico dell’Unione degli Scienziati Per Il Disarmo e Council del Pugwash