“Ha cominciato a piovere non appena la gente si è radunata, ha continuato durante la Marcia delle donne per la messa al bando della bomba e il programma fuori dalle Nazioni Unite e ha smesso solo dopo che era tutto finito!” racconta l’attivista Ellen Thomas. “Un buon risultato per una giornata di pioggia: c’erano un migliaio di persone, compresi 50 giapponesi.

Gli Hibakusha (sopravvissuti alla bomba atomica) sono intervenuti e hanno consegnato al capo negoziatore per un trattato di messa al bando delle armi nucleari una petizione con quasi 3 milioni di firme. Nella Marcia c’erano tre striscioni della Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF) e molte  magliette azzurre della WILPF. Veterans for Peace, Peace Action, suonatori di tamburo, buddisti, suore e tanti giovani attivisti hanno passato una giornata bagnata ma meravigliosa”.

La Marcia era promossa dalla Women’s International League for Peace and Freedom e sostenuta da decine di altre organizzazioni impegnate nei temi della pace, del disarmo, dell’ambiente, dei diritti delle donne e dei diritti umani e da comunità indigene.

Oltre 60 eventi collegati si sono tenuti in tutti gli Stati Uniti e in Australia, Camerun, Canada, Filippine, Germania, Ghana, Italia, Giappone, Nigeria, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito e Svizzera.