Il Consiglio Popolare dell’Acqua: Sindaca Raggi convochi subito un Consiglio Comunale aperto su ACEA. Serve un’immediata inversione di rotta. Il Consiglio Popolare dell’Acqua e della Democrazia svolto sabato 8 aprile presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio ha visto una grande partecipazione di comitati, Sindaci, Amministratori Locali provenienti dalla Campania e dal Lazio, e di lavoratori dalla Toscana.

I diversi interventi che si sono succeduti, accomunati dalla consapevolezza che l’attuale gestione di ACEA sia volta alla massimizzazione dei profitti piuttosto che alla garanzia di servizi essenziali come l’acqua, ne hanno denunciato i nefasti effetti sui territori e hanno condiviso la necessità di un’immediata inversione di rotta rispetto alla strategia aziendale.

Non è, infatti, più differibile lo stop al processo di continua espansione di ACEA nel Centro-Sud Italia che assume i tratti di una vera e propria “colonizzazione”, portata avanti negli anni mediante diversi strumenti, tra cui la piattaforma di gestione accentrata delle funzioni aziendali cosiddetta ACEA 2.0, che aliena il rapporto vivo tra gli operatori ACEA sul campo e i rispettivi territori.

Al contrario nel corso dell’assemblea è stato presentato un approfondito studio su ACEA ATO 2 S.p.A. da cui emerge la logica predatrice della casa madre ACEA e la prospettiva di una situazione debitoria non sostenibile, nel giro di qualche

anno, indicando la possibilità di uscire da questo circolo vizioso attraverso la ripubblicizzazione della partecipata. Per queste ragioni prima dell’inizio dell’assemblea in Piazza del Campidoglio è stato realizzato un flash mob, il “risiko dell’acqua”, che ha illustrato le dinamiche di colonizzazione di cui è protagonista ACEA.

Purtroppo, ancora una volta si è resa evidente l’assenza di un rappresentante della Giunta e della Sindaca che ha solo provveduto a delegare un consigliere comunale a rappresentare l’Amministrazione capitolina. Tale assenza è stata fortemente denunciata in quanto manifesta la scarsa attenzione alle istanze dei comitati, degli altri Amministratori e dei lavoratori e lavoratrici.

Per queste ragioni è emersa con forza la richiesta alla Sindaca Raggi di convocare entro Aprile un Consiglio Comunale aperto su ACEA in cui poter affrontare e discutere il tema delicato del mandato che l’Amministrazione affiderà ai nuovi vertici dell’azienda.

E’ evidente che senza un mandato chiaro a favore di una moratoria dei processi di fusione e di nuove acquisizioni, dello STOP alla piattaforma ACEA 2.0, della ripubblicizzazione immediata di ACEA ATO 2 S.p.A., della dismissione da parte di ACEA di tutte le partecipazioni esterne, del disimpegno di ACEA sul fronte dell’incenerimento dei rifiuti e nel settore dell’energia, i nomi indicati dal Comune di

Roma alla sostituzione dei ruoli apicali di ACEA rìisultano molto preoccupanti in quanto, sulla base dei loro curricula, non emerge alcuna discontinuità e alterità rispetto ai progetti di privatizzazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali.

Il Consiglio Comunale aperto sarebbe l’occasione per avviare finalmente un confronto tra Amministrazione romana, amministrazioni di altri territori, comitati e lavoratori sul futuro di ACEA. A questo scopo è stata anche reiterata la richiesta d’immediata calendarizzazione della mozione depositata nell’autunno scorso dalla maggioranza 5S in cui si riprendono tutte le rivendicazioni sopra citate e si chiede alla Sindaca di assumere impegni precisi. Nella stessa direzione va la richiesta di avvio di un confronto sullo studio di fattibilità della ripubblicizzazione di ACEA ATO 2 S.p.A. presentato al convegno “Acqua pubblica e partecipata: utopia possibile” promosso dal M5S del 20 Marzo.

Vogliamo anche denunciare il fatto che il Rialto, dove ha sede il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, è di nuovo a rischio sgombero. Infatti, ci è arrivata notizia che nei prossimi giorni sarebbe previsto lo sgombero delle realtà sociali presenti nello stabile di Via S. Ambrogio. Sarebbe un fatto gravissimo, anche perchè appare come una reazione stizzita rispetto alla grande partecipazione al Consiglio Popolare dell’Acqua e della Democrazia. E’, inoltre, evidente che si tratterebbe di un segnale chiaro rispetto al fatto che la logica con cui si muove l’Amministrazione è in perfetta continuità con il passato, ovvero quella di eliminare ogni voce di dissenso e di cedere i beni comuni alla valorizzazione economica.

Il momento di agire è adesso. La mancanza di una scelta di campo chiara lascia spazio a chi i fili li sa muovere e certamente non a favore della collettività. Non agire rapidamente e raccogliere la richiesta di confronto emersa dal Consiglio Popolare significa essere sordi alle istanze popolari, pensare di poter proseguire nella pericolosa strada dell’autosufficienza e rischia di far diventare la maggioranza 5S complice della politica di privatizzazione dell’acqua che ACEA sta portando avanti.

Comitati, amministratori e lavoratori sono in campo e intendono giocare fino in fondo la partita. Con chi si schiera la Sindaca e la Giunta 5S, con l’acqua pubblica o con i poteri forti?

Rete Civica ATO 3 Campania, Comitato Provinciale Acqua Pubblica Frosinone, Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Rete per la Tutela della Valle del Sacco – RETUVASA, USB Publiacqua, Decide Roma, Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio, Comitato Acqua Bene Comune Valle dell’Aniene, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua –

Roma, 12 Aprile 2017

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