In Norvegia il Parlamento dei Sami, che rappresenta il popolo indigeno conosciuto anche come Lapponi, ha convinto il secondo fondo pensioni del paese, il fondo del settore pubblico KLP, a ritirare i finanziamenti alle compagnie legate al controverso oleodotto Dakota Access. Questo atto punta a esprimere solidarietà ai nativi americani, guidati dalla tribù Sioux Standing Rock nella loro lotta contro l’oleodotto. I cosiddetti “protettori dell’acqua”, insieme ai loro alleati, tra cui diversi gruppi di veterani, hanno organizzato per mesi proteste pacifiche e azioni di disubbidienza civile nel tentativo di bloccare la costruzione dell’oleodotto.

Il 17 marzo KLP ha annunciato la decisione di vendere azioni corrispondenti a quasi 70 milioni di dollari di quattro compagnie coinvolte nel progetto dell’oleodotto (Energy Transfer Partners, Enbridge Energy Partners, Phillips 66 e Marathon Petroleum) “a causa di un rischio inaccettabile di contribuire a serie e sistematiche violazioni dei diritti umani”.

Questa decisione è arrivata dopo che un rapporto dell’ONU aveva criticato il governo degli Stati Uniti per la gestione del progetto, sostenendo che l’approvazione dell’oleodotto Dakota Access era stata concessa “senza un’adeguata valutazione sociale, culturale e ambientale” e “in assenza di una significativa consultazione o partecipazione delle tribù.”