Il Genio Militare degli Stati Uniti ha annunciato di aver autorizzato la fase finale della costruzione dell’oleodotto Dakota Access, spingendo i protettori dell’acqua e i loro alleati a lanciare un’”ultima resistenza” contro il progetto da 3,8 miliardi di dollari. In una lettera al Congresso, il Segretario dell’Esercito Robert Speer ha dichiarato che il Genio Militare avrebbe cancellato lo studio di impatto ambientale sull’oleodotto e permesso all’Energy Transfer Partners di trivellare sotto il lago Oahe nel fiume Missouri. Il Genio Militare ha anche annunciato la sospensione dell’abituale periodo di attesa di due settimane successivo al suo ordine. Questo significa che la compagnia potrebbe cominciare subito a scavare un tunnel per  completare l’oleodotto.

La tribù Sioux di Standing Rock Tribe ha promesso una battaglia legale. Il capo del consiglio tribale Dave Archambault II ha dichiarato: “Questo è un altro duro colpo per i popoli nativi, ma noi reagiremo e ci eleveremo al di sopra dell’avidità e della corruzione che ci hanno perseguitato fin dai primi contatti. Lanciamo un appello alle nazioni native degli Stati Uniti perché si uniscano e passino al contrattacco.”

Altri protettori dell’acqua indigeni e i loro alleati hanno promesso azioni dirette per fermare la costruzione sulla riva occidentale del fiume Missouri, a meno di un miglio a nord della Riserva di Standing Rock. Gli attivisti progettano anche azioni di solidarietà in città americane e non solo.

Nel frattempo il Consiglio Comunale di Seattle ha votato all’unanimità il disinvestimento di 3 miliardi di dollari dalla Wells Fargo a causa del suo finanziamento all’oleodotto Dakota Access. Il provvedimento è stato proposto dalla consigliera socialista Kshama Sawant in risposta alla richiesta avanzata dai protettori dell’acqua indigeni a individui, città e nazioni di nativi americani di tagliare ogni rapporto con la Wells Fargo e le altre banche che hanno investito nell’oleodotto. Le tribù Muckleshoot di Seattle, Nez Perce dell’Idaho e Mille Lacs Band di Ojibwe nel Minnesota si sono tutte impegnate a ritirare i loro fondi dalla Wells Fargo.