Dichiarazione congiunta di una coalizione di gruppi di base attivi nei campi di resistenza all’oleodotto Dakota Access dell’Ocecti Sakowin, lungo il Fiume Cannon Ball:  

Honor the Earth
Indigenous Environmental Network
Sacred Stone Camp
International Indigenous Youth Council

Mentre riflettiamo sulla decisione del Genio Militare di sospendere il tracciato dell’oleodotto Dakota Access e condurre uno studio di impatto ambientale, i campi di resistenza di Standing Rock stanno pianificando la prossima fase del movimento. Il capo della tribù Sioux di Standing Rock Dave Archambault ha chiesto alla gente di tornare a casa non appena il tempo migliorerà e molti lo faranno. Altri resteranno per difendere lo spazio, portare avanti le nostre rivendicazioni sulle terre secondo il trattato di Fort Laramie del 1851 e continuare a costruire comunità per la protezione delle nostre acque sacre. Terranno anche d’occhio la compagnia, che ha condotto tutte le trivellazioni possibili e resta decisa a completare il progetto.

Comprendiamo pienamente il desiderio della tribù Sioux di Standing Rock che la gente lasci i campi e torni a casa. L’afflusso di persone a Standing Rock mentre l’inverno è in arrivo ha pesato molto sulle risorse locali per via della sfida costituita dai pericoli di viaggiare e accamparsi in questo clima e in alcuni casi per l’inesperienza di chi è venuto a unirsi a noi. Inoltre la chiusura dell’Highway 1806 e la distorta rappresentazione del campo da parte dei media hanno costituito in pratica una sanzione economica contro la tribù, privando di entrate una nazione già impoverita, con una lunga lista di urgenti problemi sociali. La violenza delle forze dell’ordine è aumentata e ha causato gravi ferite; siamo tutti preoccupati per la sicurezza fisica dei protettori dell’acqua e vogliamo evitare ulteriori danni.

Sosteniamo quindi la richiesta della tribù per una transizione e stiamo lavorando con molti diversi gruppi per definirla e realizzarla in modo da onorare le nostre responsabilità cerimoniali, i sacrifici fatti per stare qui e il profondo impegno preso per difendere la terra. Chiediamo a chi sta pensando di raggiungere i campi di Standing Rock di restare a casa e di organizzare invece forti iniziative nelle proprie comunità locali, per spingere gli investitori ad abbandonare questo progetto.

Sosteniamo anche chi decide di restare, se è in grado di affrontare in modo adeguato e auto-sufficiente l’inverno nelle grandi pianure. Sosteniamo il Sacred Stone Camp, il campo originale allestito contro l’oleodotto il 1° aprile 2016.  Questo spazio comunitario si trova sul terreno private di Ladonna Bravebull Allard e continuerà per tutto l’inverno. State tranquilli, LaDonna non andrà da nessuna parte. “Non ho cambiato idea. Resteremo fino a quando il serpente nero non sarà morto” ha dichiarato ieri. Viste le limitazioni di spazio e infrastrutture, però, non lanciamo più appelli a venire al Sacred Stone Camp, a meno di non essere invitati personalmente.

Ci mancano le parole per esprimere la gratitudine e l’amore per tutte le persone che sono accorse a Standing Rock per proteggere l’acqua. Abbiamo fatto lunghi viaggi e molte rinunce e corso rischi incredibili. Abbiamo sopportato tremende privazioni e violenza fisica e dato prova di coraggio, passione e determinazione nonostante le circostanze avverse. Ci siamo uniti superando le divisioni e radunati in modo solidale per esigere la fine di 500 anni di oppressione dei popoli indigeni – per esigere il rispetto della Madre Terra e acqua pulita per tutti i nostri parenti e per le generazioni future. Questo momento di transizione non deve assolutamente disgregarci. Dobbiamo restare uniti e mantenere lo slancio. Come guerrieri, dobbiamo essere flessibili e agili e adattarci senza sosta al mutare delle circostanze.

Vi chiediamo di unirvi a noi in una campagna di disinvestimento senza precedenti per uccidere finanziariamente il serpente nero. Vi chiediamo anche di coinvolgervi nello studio di impatto ambientale, in modo che il pubblico sia invitato a partecipare al progetto. Usiamo questo periodo per tagliare i finanziamenti al progetto. Dicembre è un mese internazionale di azione concentrato sulle 17 banche che stanno traendo profitti dagli investimenti nell’oleodotto Dakota Access. Colpiamo queste banche con l’azione diretta. Chiudete i vostri conti e informate tutti della vostra decisione. Fate pressione sulle autorità locali e i filantropi perché ritirino i loro finanziamenti. Ogni giorno è un giorno d’azione.

La lotta non è affatto finita, anzi, si sta ampliando. La prossima amministrazione Trump promette di essere amica dell’industria petrolifera e nemica dei popoli indigeni. Non è chiaro cosa succederà con il tracciato dell’oleodotto. Ora più che mai vi chiediamo di sostenerci mentre continuiamo a esigere giustizia.

www.indigenousrising.org