Dopo l’elezione a presidente di Donald Trump le proteste continuano in tutto il paese. A Portland, Oregon, dove migliaia di persone si sono radunate per denunciare il nuovo presidente, la polizia in tenuta anti-sommossa le ha attaccate con spray al peperoncino e pallottole di gomma, mentre alcuni manifestanti disegnavano graffiti e rompevano le vetrine dei negozi. Alcune persone sono state arrestate.

A Oakland, centinaia di persone hanno occupato l’Interstate 580, mentre a Denver migliaia di manifestanti si sono radunati al Campidoglio di stato. Proteste si sono tenute anche a New York City; Madison e Milwaukee, Wisconsin; Columbus, Ohio; Minneapolis, Minnesota; Los Angeles, California; Baltimora, Maryland e a Washington, D.C.

Le proteste sono arrivate perfino alla Corte Suprema, dove mercoledì il giudice Ruth Bader Ginsburg ha indossato il collare di merletto che porta in genere per indicare la sua opinione contraria quando si discute un caso. Quest’estate Ginsburg aveva detto al New York Times, “Non posso immaginare cosa diventerebbe questo paese con Donald Trump presidente,” aggiungendo che se fosse stato eletto si sarebbe trasferita in Nuova Zelanda.

Durante le proteste di giovedì a Washington, D.C, un insegnante di scuola media ha parlato della confusione e della paura dei suoi studenti dopo le elezioni presidenziali. “Così, dopo che gli spiego che Trump, tra virgolette, ha vinto, loro continuano a chiedermi se verranno deportati.” I manifestanti hanno risposto con lo slogan “Love trumps hate!” (ossia “L’amore sconfigge l’odio”, gioco di parole con il nome del nuovo presidente, N.d.T.).

Le proteste di ieri sera sono avvenute dopo l’incontro tra Trump e Obama nello Studio Ovale, dopo il quale Trump ha twittato. “Abbiamo appena avuto un’elezione presidenziale aperta e corretta. Ora contestatori di professione, incitati dai media, stanno protestando. E’ scorretto!”