Il film “Il sogno di Fausto e Iaio” è ora in produzione dopo la straordinaria campagna di crowdfunding sulla piattaforma Becrowdy (12.700 euro raccolti, 212% dell’obiettivo, oltre 350 coproduttori) .

Sarà distribuito entro il 30 novembre in digital download ai coproduttori che ne hanno fatto richiesta. Poi toccherà alla distribuzione del dvd e delle ricompense (maglietta e libro “Fausto e Iaio, la speranza muore a 18 anni”). Infine Baldini&Castoldi ristamperà per la terza volta il libro con il dvd, si realizzeranno un ottimo numero di proiezioni pubbliche e il film uscirà in alcune sale d’essai.

 

Un risultato clamoroso per una produzione no profit e indipendente.

 

Per comprendere la portata nazionale e internazionale del finanziamento dei coproduttori, vi indichiamo i loro luoghi di residenza.

Milano, Torino, Bergamo, Roma e gran parte delle loro provincie.
E ancora Cuneo, Varese, Como, Pavia, Genova, Vicenza, Trento, Udine, Pordenone, Piacenza, Modena, Reggio Emilia, Parma, Bologna, Ferrara, Pesaro, Fermo, Macerata, Ascoli Piceno, Perugia, Pisa, Massa, Napoli, Barletta, Lecce, Taranto, Alghero. All’estero Lussemburgo, Svizzera, Germania, Svezia.

 

LINE UP
Regia e produzione: Daniele Biacchessi
Regia, illustrazioni con tecnica Ldp, animazione: Giulio Peranzoni
Soggetto e sceneggiatura Daniele Biacchessi
Editing e post produzione: Matteo Lasi
Trailer: Giancarlo Fruzzetti
Riprese: Diego Bucconi
Fotografia e archivio immagini: Uliano Lucas, Roberto Agostini, Eros D. Mauroner e Giovanni Tagliavini, Antonio Roveri, Robi Schirer (Agenzia Tam Tam), Agenzia De Bellis/Fotogramma (Foto di Domenico Carulli), Dino Fracchia, Lucio Cavicchioni, Marco Bini (super 8).
Campagna crowdfunding, social, promozione: Diego Bucconi
Piattaforma Becrowdy.com: Matteo Bertolini
Progetto grafico dvd: Luca Guerri
Voce narrante: Daniele Biacchessi
Voci narranti e recitanti: Gabriele Vacis, Renato Sarti, Giulio Cavalli, Tiziana Di Masi, Stefano Paiusco, Francesco Gerardi, Paola Roccoli, Maurizio Biosa, Gino Marchitelli, Laura Tussi, Fulvio Bella, & many more.
Musiche di ambiente: Rolling Stones, CSN&Y, Jerry Garcia & Greateful Dead, Area, Stormy Six & more.
Musiche originali: Gaetano Liguori, Gang, Daniele Biacchessi&Gang, Massimo Priviero, Andrea Sigona, Beppe Giampà.
Sonori originali d’archivio: per gentile concessione di Radio Popolare.
Collaborazione alla produzione: Biagio Longo.

 

LA TRAMA

Questa è la storia di due ragazzi del quartiere Casoretto di Milano, Fausto Tinelli e Lorenzo Iaio Iannucci. La storia di due ragazzi che volevano soltanto vivere.

E qualcuno ha interrotto le loro speranze e il loro cammino.

Come racconta l’Autore Daniele Biacchessi, in modalità narrative e giornalistiche molto dettagliate, puntuali ed eloquenti, ricostruendo date, luoghi e soprattutto nomi e cognomi di personalità, persone e personaggi coinvolti nella vicenda, il vero movente dell’omicidio di Fausto e Iaio resta ancora celato, forse perché nasconde un segreto indicibile, un mistero non chiarito, che però in questo libro e film d’inchiesta già s’intravede. Fausto e Iaio sono due giovani che vivono il clima fervente e passionale della contestazione, ma al contempo teso e lugubre degli anni di piombo. Frequentano il centro sociale Leoncavallo, a quei tempi, fucina di ideali, passioni e lotte giovanili.

Si vestono con jeans scampanati, camicie a quadretti, giubbotti con le frange e portano i capelli lunghi. I ragazzi del Leoncavallo e del Casoretto leggono Sartre e Marcuse, Ginsberg e Ferlinghetti, Baudelaire e i poeti francesi. Al quartiere popolare Casoretto di Milano vivevano soprattutto operai delle grandi industrie di Sesto San Giovanni: gente che anni prima aveva attraversato l’Italia da sud a nord per un pezzo di pane.

Quella sera in via Mancinelli, Fausto e Iaio incrociano altri due giovani dall’accento romano che si avvicinano con fare sbrigativo e li bloccano. I quattro si trovano faccia a faccia. Il senso di Fausto e Iaio si spegne per sempre sotto i colpi di otto proiettili, sparati da un killer professionista…

Iaio sembra un’indio dai capelli neri; non fa parte di un’organizzazione politica e partitica, è un “cane sciolto”. Si avvicina all’area dell’Autonomia, ma rifiuta le etichette. Con Fausto Tinelli, il ragazzo dagli occhi gentili, si conoscono da bambini, mentre giocavano, con i calzoni corti, alla parrocchia di Santa Maria Bianca nel cuore del Casoretto. Fausto politicamente è un libertario, ma simpatizza per Lotta Continua. Non è un militante, non accetta le gerarchie. Per queste è simile all’amico Iaio.

La notizia dell’omicidio di via Mancinelli fa in breve tempo il giro della città.

Nel quartiere giungono militanti dei gruppi della sinistra extraparlamentare, giovani del Leoncavallo, ragazzi dell’oratorio, pensionati, operai, studenti, disoccupati, donne e bambini.

L’omicidio è rivendicato dalla destra eversiva.

Così inizia il processo di controinformazione: un gruppo di giornalisti d’inchiesta che non cercano lo scoop ad ogni costo, ma la verità dei fatti, quelli scomodi, spesso insabbiati dalle autorità politiche e dai servizi segreti. Tra questi il giornalista Mauro Brutto, ricordato dal caro amico Giovanni Pesce, partigiano, capo dei GAP a Torino e a Milano, durante la Resistenza, nel libro “Un uomo di quartiere” edito da Mazzotta nel 1988. Mauro Brutto stava indagando sul connubio tra trafficanti di eroina, fascisti milanesi e romani, apparati dello Stato e si stava inoltre occupando delle infiltrazioni nelle brigate rosse da parte dei servizi segreti italiani.

Così Brutto viene barbaramente assassinato.

Il delitto di Fausto e Iaio è come un puzzle composto da minuscoli pezzi di verità: alcuni hanno forme complicate, altri invece si incastrano perfettamente tra di loro, formando un primo quadro d’insieme, dove le ipotesi si concretizzano.

Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci detto Iaio avevano 18 anni.

Il 18 marzo 1978, due giorni dopo il rapimento di Aldo Moro, vengono uccisi a Milano da un commando di killer professionisti, rimasti attualmente ancora ignoti. Daniele Biacchessi racconta la storia di ragazzi uccisi solo per le loro idee, in una città lugubre e violenta come la Milano di quei tempi. Biacchessi narra le indagini ufficiali e indaga le fonti parallele, fino a formulare ipotesi investigative sempre attuali, soprattutto dopo le ultime e recenti inchieste su Mafia Capitale e sul primo responsabile Massimo Carminati. Dopo molti anni dal duplice omicidio, esce la versione aggiornata di questo libro, che costituisce una pietra d’angolo di verità, un punto di riferimento per la controinformazione e il giornalismo d’inchiesta nel nostro martoriato Paese. L’omicidio di Fausto e Iaio fu organizzato da neofascisti e da uomini della banda della Magliana: questa è l’autentica verità che non si potrà mai archiviare. La verità molto eloquente rispetto agli intrecci tra criminalità e servizi segreti che ancora affliggono il nostro Paese.

Perché di tanti omicidi politici degli anni Settanta, oggi si ricordano soprattutto quelli di Fausto e Iaio, Peppino Impastato e Valerio Verbano?

Per Fausto e Iaio, Peppino e Valerio il dolore si è trasmutato da personale a generazionale, in un processo riconosciuto da una comunità più ampia rispetto alla ristretta cerchia di persone e si è sviluppato attraverso una narrazione collettiva estesa che ha prodotto libri d’inchiesta, romanzi, documentari cinematografici e televisivi, spettacoli teatrali e film di grande successo, come “Cento passi” di Marco Tullio Giordana, e ancora corti cinematografici, percorsi didattici e persino canzoni, tra cui ricordiamo la bellissima “Perché Fausto e Iaio?” dei Gang. Solo così quella storia si è potuta trasformare in epica, ossia in grande Storia, in una narrazione corale su un pezzo di memoria italiana che si ricongiunge all’oggi come un ponte tra generazioni, nel grande “mosaico di pace” che compone l’epica narrativa della memoria storica.

Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci detto Iaio avevano poco più di 18 anni.
Il 18 marzo 1978, due giorni il rapimento di Aldo Moro, vennero uccisi da tre sicari con otto colpi di pistola, a Milano, in via Mancinelli.
Il film racconta, attraverso varie tecniche narrative (teatro, cinema, illustrazioni in Ldp, immagini e suoni di archivio), la enorme emozione per quella morte giovane, prematura, innaturale.
Dalle prime manifestazioni ai funerali, fino ad una fitta corrispondenza composta da bigliettini lasciata a futura memoria da migliaia di persone in via Mancinelli.
Il film ricostruisce anche le indagini ufficiali e quelle parallele del giornalista dell’Unità Mauro Brutto, morto nel 1978 in uno strano incidente.
E’ un lavoro collettivo, frutto di un grande impegno artistico e civile che si basa su uno dei libri più importanti della controinformazione nel nostro paese (“Fausto e Iaio, la speranza muore a 18 anni” di Daniele Biacchessi, pubblicato da Baldini Castoldi), più volte ristampato dal 1996, fino alla più recente edizione del 2015.
E’ un film che guarda alle nuove generazioni e che parla e comunica con nuovi linguaggi.

 

 

BIOGRAFIE

Daniele Biacchessi, giornalista e scrittore, è caporedattore di Radio24. Ha vinto il Premio Cronista 2004 e 2005 per il programma Giallo e nero, il Premio Raffaele Ciriello 2009 per il libro Passione reporter (Chiarelettere 2009) e il Premio Unesco 2011 per lo spettacolo Aquae Mundi con Gaetano Liguori. Tra le sue numerose pubblicazioni: La fabbrica dei profumi (Baldini & Castoldi 1995); Fausto e Iaio (Baldini & Castoldi 1996); Il caso Sofri (Editori Riuniti 1998); L’ultima bicicletta. Il delitto Biagi (Mursia 2003); Il Paese della vergogna (Chiarelettere 2007); Passione reporter (Chiarelettere 2009), Orazione civile per la Resistenza (Promo Music 2012); Enzo Tortora. Dalla luce del successo al buio del labirinto (Aliberti 2013); Giovanni e Nori, una storia di amore e Resistenza (Laterza, 2014); I carnefici (Sperling&Kupfer, 2015), “Fausto e Iaio” nuova edizione aggiornata (Baldini&Castoldi, 2015), “Storie di rock italiano, dal boom economico alla crisi finanziaria” (Jacabook, 2016. È anche autore, regista e interprete di teatro narrativo civile e presidente dell’associazione Arci Ponti di memoria.

 

Giulio Peranzoni, nato a Milano, ha iniziato a lavorare come illustratore nei primi anni ’70. Dopo i primi esordi come vignettista della sinistra extraparlamentare, ha collaborato per i più importanti quotidiani a tiratura nazionale (la Repubblica, Corriere della Sera, l’Unità) oltre che per diverse agenzie pubblicitarie. A partire dagli anni ’90, la sua attività si è rivolta  principalmente  nel campo editoriale, collaborando con numerose case editrici nel settore dei libri educativi e per ragazzi. Ha insegnato presso l’Istituto di Design (IED) di Milano, alla Scuola del Fumetto e alla Scuola del Castello Sforzesco sempre di Milano. Recentemente ha insegnato al Liceo Artistico di Pisa e all’Istituto d’arte di Massa. Dal 1992 al 1998 è stato presidente dell’Associazione Illustratori. Nel 2010 ha pubblicato l’e-book “E-DRAWING” in cui descrive le nuove tipologie di illustrazioni digitali nell’ambito dell’editoria elettronica e lo sviluppo del nuovo mercato delle immagini. Dal 2012 la sua attenzione è rivolta a sperimentare “l’illustrazione dal vivo” LDP (live digital painting) nella realtà teatrale partecipando a numerosi spettacoli soprattutto di impegno civile . Vive e lavora a Massa Carrara.

 

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