Dato che il Myanmar (ex Birmania) si sta aprendo al mondo, diversi esperti indiani si sono fatti avanti per sostenere le iniziative produttive di Nuova Delhi in questa regione in rapido cambiamento. Un incontro recentemente conclusosi a Guwahati ha confermato che la grande maggioranza dei partecipanti appoggiava il coinvolgimento più aggressivo di Nuova Delhi nel processo di sviluppo sostenibile in corso nella nazione del sudest asiatico. Il 21 aprile scorso è stato organizzato dal Guwahati Press Club, in Assam, un incontro dal titolo “mettendo in risalto l’impegno produttivo dell’India in Myanmar”. La sessione è stata stimolata dalla partecipazione del giornalista assamese, di stanza a Yangon (ex Rangoon), nonché analista politico Bidhayak Das.

Proveniente da una regione isolata, il giornalista Das ha sottolineato il ruolo che Nuova Delhi ha bisogno di giocare per modellare le attuali politiche indo-birmane. Auspicando maggiori legami con il Myanmar, Das ha affermato che il paese ha cambiato volto rapidamente dalle elezioni nazionali del novembre 2015, in cui il premio Nobel Aung San Suu Kyi guidava la Lega Nazionale per la Democrazia (NDL) e in cui ha riportato una schiacciante vittoria.

L’analista ha osservato che la progressiva adozione di una pseudo-democrazia da parte del Myanmar porterà, direttamente o indirettamente, enormi benefici alla popolazione del nord-est dell’India. La situazione del paese, gestito per decenni dai generali militari, negli ultimi anni è migliorata rapidamente.

Riguardo a Suu Kyi, Das ha affermato che la figlia dell’eroe birmano della lotta per l’indipendenza, generale Aung San, è ancora rispettata da tutte le comunità del Myanmar. Ha sostenuto che lei potrebbe davvero fare miracoli nel riformare il suo paese verso una piena democrazia, dopo decenni di norme dittatoriali.

Nelle elezioni nazionali del 1990, in massima parte libere e imparziali, l’NLD ha ottenuto una vittoria massiva, ma il brutale regime militare isolazionista non ha riconosciuto il mandato degli elettori e ha rifiutato di cedere il potere ai rappresentanti eletti. Il capo del regime, generale Than Shwe, da sempre nemico di Suu Kyi, ha inoltre ordinato una repressione ancora più brutale verso gli attivisti dell’NLD. Conseguentemente Suu Kyi fu messa agli arresti domiciliari come prigioniera politica.

Dopo 15 anni di domiciliari, la signora è stata rilasciata, ma al suo partito non è stato permesso di partecipare alle ultime elezioni per la Camera Bassa del Parlamento del Myanmar, che hanno avuto luogo nel 2010. Il Partito dell’Unione solidale e dello Sviluppo (USDP) appoggiato dai militari ha stravinto. L’ultimo presidente Thein Sein è entrato in scena al posto di Than Shwe e il processo di riforma ha iniziato ad acquisire slancio. Anche i media erano abbastanza liberi dalle grinfie della censura.

Comunque Das si è detto preoccupato riguardo al ruolo del Nobel Suu Kyi nel governo del Myanman guidato da Htin Kyaw a NayPieTaw, dato che potrebbe davvero essere un compito difficile affrontare le forze armate birmane (conosciute comunemente come Tatmadaw). Inoltre la Costituzione birmana del 2008, che le ha impedito di diventare presidente del paese, non può essere modificata senza l’appoggio di oltre il 75% dei legislatori.

E’ da notare che le forze armate birmane hanno il 25% dei seggi riservati in entrambe le camere del Parlamento del Myanmar. La Camera Bassa (localmente nota come la Casa dei Rappresentanti o Pythu Hluttaw) ha 440 seggi, in cui 110 candidati dell’esercito sono nominati dal comandante in capo del Tatmadaw. Così per la Camera Alta del Parlamento (nota come la Casa delle Nazionalità o Amyotha Hluttaw) che ha 224 seggi e in cui 56 membri militari sono nominati dal capo del Tatmadaw.

In aggiunta a ciò, i ministri della difesa, degli interni e degli affari di frontiera sono sotto il controllo dei militari. Perciò il nostro analista di stanza a Yangon ha affermato che il nuovo ministro degli esteri del Myanmar, Suu Kyi, per il momento potrebbe includere il Tatmadaw come partner nel processo di democratizzazione del proprio paese.

Parlando dell’opportunità della capitale virtuale del nord-est dell’India, Guwahati, come centro sanitario, educativo e turistico, il giornalista, esperto in questioni politiche, ha commentato che la volontà e l’appoggio della gente del posto sarebbero essenziali per realizzare quel sogno. Ha anche insistito sul fatto che il governo del Myanman dovrebbe aprire un ufficio diplomatico a Guwahati e dovrebbe essere operativo un volo diretto dalla città a Mandalay o Yangon a beneficio dei pendolari.

Non ha tuttavia dimenticato di menzionare diverse sfide nel rincorrere quel sogno, come una quantità di attivisti del nord-est dell’India che ancora trovano rifugio nelle giungle del nord del Myanmar. I ribelli, a quanto si dice, godono del sostanziale appoggio della Cina. Dal momento che Pechino è ancora oggi influente sul governo del Myanmar, i militanti del nord-est potrebbero continuare a godere di quei privilegi ancora per alcuni anni.

Comunque Das crede che sarebbe troppo difficile per gli attivisti, incluso il Fronte Unito di liberazione dell’Assam (indipendente) di Paresh Barua, ottenere molto dai propri nascondigli in Myanmar, anche se i militanti della regione hanno di recente formato un’organizzazione ombrello di rivoltosi chiamato Fronte Unito di liberazione nazionale del sud est dell’Asia occidentale.

 

Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella