La posizione politica assunta dai Verdi, che a Milano sostengono la candidatura di Giuseppe Sala e a Roma hanno partecipato alle primarie del PD di Renzi, mi ha obbligato alle dimissioni dall’esecutivo nazionale.

Tale mia decisione è coerente con quanto da me sostenuto in prima persona negli ultimi anni e con le battaglie condotte proprio contro le politiche portate avanti del Partito Democratico attraverso lo sblocca Italia (inceneritori, silenzio assenso, mortificazione delle sovrintendenze), le grandi opere, i grandi eventi come Expo 2015, il saccheggio del territorio in Pianura Padana quanto nell’Agro Romano, i decreti Salva Ilva, l’immobilismo di fronte alle terre dei fuochi e al dissesto idrogeologico, nonché le trivellazioni contro le quali è in corso una battaglia referendaria. E l’elenco può continuare sia a livello nazionale che su scala locale.

Su tutti questi temi chi si ritiene ecologista ritengo che difficilmente possa accompagnarsi con il Partito Democratico.

Oltre alle questioni ecologiste si devono poi aggiungere la riforma del mercato del lavoro, le privatizzazioni e ancora la riforma costituzionale che sarà anch’essa soggetta a consultazione referendaria e che non potrà che vedermi in posizione contraria sempre rispetto a quella del Partito Democratico.