La mamma è il mestiere più difficile del mondo. Mai detto fu più vero, almeno per quanto riguarda il nostro Paese. Si, perché da noi allevare un figlio è cosa per pochi, serve tanto coraggio per decidere una natalità, ma ancora di più, servono tanti soldi! Nel bel paese la crisi demografica è gravissima! Il 2014 è stato l’anno con meno nascite dall’unità d’Italia (quindi, per intenderci, dal 1861). Colpa della crisi si dirà… sì, ma non solo, perché le difficoltà economiche hanno colpito anche altri paesi europei, che non sono però messi così male. Chiariamoci, tutto il vecchio continente non brilla per nascite, ma va detto che negli altri stati ci si arma per combattere il problema. Assodato ciò, come si è affrontata la cosa? Facciamo un po’ di sano comparativismo.
Qualche esempio: Parigi utilizza più del 3% del suo Pil in welfare familiare. Berlino destina per la stessa causa circa 35 miliardi di euro ogni anno. Anche Madrid, nonostante i suoi grossi problemi finanziari, ha da poco introdotto consistenti detrazioni fiscali per le famiglie più in difficoltà. Nella cattolicissima Italia invece, la famiglia si tutela tanto a parole ma non nei fatti. Nella legge di stabilità per il 2016 non viene data troppa attenzione alla questione. Abbiamo un bonus bebè: 80 euro al mese per i primi anni di vita del bambino. Grazie a Renzi abbiamo i soldi per i pannolini. Bene. Mancano i servizi però, le strutture pubbliche per l’infanzia (alias asili).
Il fatto che si tagli su questo servizio pubblico è deleterio: Come fa un genitore a lavorare in questo caso? Lasciare il figlio a casa da solo è fuori discussione e il baby sitting costa sempre di più. L’unica via d’uscita spesso è che uno dei 2 coniugi lasci l’attività lavorativa. Molte volte tocca alla donna rinunciare alla sfera professionale, che parte già svantaggiata da un mercato del lavoro precarizzato che non lascia spazio alla maternità, perché costosa. Male. l’Italia invecchia sempre più. In alcune zone del mezzogiorno l’Istat certifica che il numero di morti l’anno scorso ha superato quello delle nascite. Le donne, escluse le “missnistre” del premier, si vedono negati diritti fondamentali. Non tutto è perduto forse, sarà pure uno specchio per le allodole, ma abbiamo pur sempre un Ministero delle “Pari Opportunità”. Chi è il ministro? Ah giusto, Non c’è da più di un anno.