Il TAR ha bocciato l’espulsione avvenuta un anno fa del bimbo vegano da un asilo nido di Merano. La madre si era rifiutata di portare una certificazione medica per la sua scelta vegana. E’ la prima sentenza in Italia. 

La vicenda risale al mese di Ottobre dello scorso anno, quando una madre ha iscritto il suo bambino di dieci mesi a una scuola per l’infanzia nel comune di Merano e chiesto per lui un pasto vegano. Poco tempo dopo la dirigente scolastica ha chiesto alla madre un certificato medico ed esami clinici periodici per dimostrare la buona salute del bambino, documentazione richiesta solo al bimbo in questione per cui la madre si è rifiutata.

Lo scorso Febbraio la dirigente ha espulso il piccolo dal nido, ma la madre ha chiesto al TAR l’annullamento e la riammissione del figlio.

Il TAR si è quindi trovato di fronte due tesi: 1) l’amministrazione pubblica ha sostenuto che la dieta vegana sarabbe pericolosa per un bimbo in età prescolare e per il quale non varrebbero le direttive ministeriali in quanto rivolte alla scuola e non all’asilo nido (Linee guida della ristorazione scolastica –Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico- religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori). 2) Mentre la madre è riuscita a dimostrare la superiorità dell’alimentazione vegetale rispetto a quella “onnivora”, facendo presente inoltre la discriminazione della dirigenza scolastica di Merano, sproporzionata e illegittima.

Il 24 luglio 2015 il TAR dell’Alto Adige ha accolto il ricorso, sospendendo il provvedimento, obbligando a riammettere il bimbo e condannando il Comune di Merano al pagamento delle spese legali.

Il Tribunale Amministrativo ha dichiarato che: “di fronte all’assenza di una disposizione che imponga l’obbligo di presentare un certificato medico in caso di opzione della scelta della dieta di tipo vegano, l’Amministrazione non può neppure legittimamente prevedere una “reazione” o sanzione in caso di sua inosservanza”.

“Una sentenza importante” dichiara Carlo Prisco, avvocato della madre, “Non occorre nessuna certificazione per ottenere il pasto vegano a qualsiasi età, i genitori vegani non possono essere oggetto di discriminazioni, nemmeno mediante l’imposizione di condizioni o adempimenti ulteriori o differenti rispetto a quelli richiesti a tutti gli altri”. “Questa pronuncia – continua l’avvocato – sarà d’aiuto in tutti i casi futuri in cui gli istituti e le pubbliche amministrazioni cercheranno d’impedire ai cittadini di esercitare il proprio diritto a compiere scelte alimentari etiche”.

 

Fonte: http://www.promiseland.it

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