A volte si pensa che grande sia la confusione sotto il cielo e, quindi, la situazione eccellente, ma non sempre è così, anzi. Sotto il cielo veneto della sinistra non vi è chiarezza e la situazione è più che mediocre.

L’ elenco dei danni fatti della destra, Forza Italia e Lega, in questo ventennio di governo della regione Veneto, è sconcertante: la sanità pubblica è stata massacrata dall’uso scellerato del project financing, le campagne sono state divorate da una cementificazione senza uguali in Europa, miliardi di euro di fondi pubblici sono stati destinati alla realizzazione di opere fallimentari o semplicemente folli, al fine di foraggiare la corruzione ed il malaffare di una fetta ampia di classe imprenditoriale criminale e mafiosa ed altro ancora. Di fronte a questo disastro economico e sociale la sinistra veneta si presenta ammalata della malattia senile che tutta la sinistra italiana soffre: la divisione, nel caso due liste elettorali, separate dall’ appoggio o meno alla renziana Moretti: Ven(e)to Nuovo ed Altro Veneto Ora! Possiamo.

VEN(E)TO NUOVO.

L’ origine sono i Verdi, SEL Veneto ed una frazione di Rifondazione Comunista, la federazione di Venezia. La presentazione di Pettenò, consigliere regionale, e di Cardazzo, ex segretario regionale, di Altro Veneto mette in rilievo la contraddizione tra voler rappresentare le istanze dell’ area a sinistra del PD, dei verdi, degli ecologisti etc.,etc., un programma che sostanzialmente si oppone al disastro veneto, e l’ appoggio alla renziana Moretti, non volendo tener conto del partito che rappresenta e chi sia il personaggio Moretti, un esempio eclatante di ipocrisia politica. Basti pensare a quante volte, precedentemente all’ accordo con Ven(e)to Nuovo, si sia dichiarata a favore delle trivellazione in Adriatico volute dal governo di Matteo Renzi, all’aver appoggiato la privatizzazione della Nogara Mare ed alle avances, rifiutate, fatte ai venetisti, per una ricerca di voti, senza principi.

Lo scopo dell’ operazione Ven(e)to Nuovo è chiara: la ricerca di una o due sedie in consiglio regionale, magari di un assessorato se vincerà Alessandra Moretti, ma in SEL sta provocando contestazioni. Significativa è la presa di posizione del circolo SEL di Belluno. Riporto interamente l’ articolo apparso sul Corriere delle Alpi del 2 aprile scorso:   dal titolo Il Circolo Sel di Belluno dice no alla Moretti. «BELLUNO. Alessandra Moretti non convince il Circolo Sel di Belluno. Il quale dichiara di non condividere la linea uscita dall’assemblea veneta e «non farà campagna elettorale a sostegno della candidata del Pd Moretti. Per il voto, vale la libertà di coscienza».Si consuma dunque una frattura fra il partito, che ha dettato una linea chiara (sostegno alla Moretti in una grande coalizione di centrosinistra di cui fanno parte anche Pd, ovviamente, e Verdi) e il circolo di Belluno, i cui membri hanno anche deciso all’unanimità di autosospendersi da tutte le cariche interne al partito. Il circolo Sel del capoluogo si è riunito nei giorni scorsi per discutere la scelta fatta dall’Assemblea Veneta di sostenere la candidata del Partito Democratico alle regionali. E tutti i presenti hanno espresso pareri molti critici nei confronti di questa alleanza. «La scusa di dover sconfiggere in Veneto il “blocco delle destre xenofobe” non regge il confronto con la realtà», scrive il circolo in una nota. «Già il semplice fatto di essere all’opposizione, di raccogliere firme contro certi provvedimenti, di manifestare contro certe politiche, di dichiararsi alternativi al modello neoliberista e via dicendo, ci sembrano ragioni più che sufficienti per considerare quest’alleanza improponibile e, comprensibilmente, non credibile agli occhi dell’elettorato, poiché già non lo è ai nostri». A sostegno della decisione assunta, il circolo cita una delle ultime dichiarazioni della Moretti, che «alla luce degli ultimi dati Istat sulla disoccupazione, basterebbe da sola a provocare un profondo imbarazzo anche in chi, all’interno di Sel, quest’alleanza l’ha voluta, cercata e stretta. “Ho incontrato e ringraziato il Ministro Poletti” – scrive Moretti – “per la risposta che il Governo ha dato all’Italia con le nuove norme sul lavoro.” E INFATTI NELL’ ACCORDO PROGRAMMATICO CHE IL CIRCOLO HA VISIONATO, DEI DIRITTI DEI LAVORATORI NON V’ È TRACCIA, QUASI NON FOSSE UNA QUESTIONE CENTRALE DI QUESTI TEMPI. PER NON PARLARE DELLA MONTAGNA CHE PARE NON ESISTERE. ». (a.f.)                                                                                                          

Inoltre altri coordinatori di circolo o militanti di SEL, esprimono scontetezza e dissenso.

Coloro della ex-sinistra arcobaleno, lista Ingroia o lista Tsipras che parlano di “unità a sinistra” pensando al PD e cercano accordi alle prossime elezioni regionali e amministrative in Veneto e altrove sono indice non solo di un ritardo di analisi, ma anche di sospetta malafede.

L’ALTRO VENETO. ORA! POSSIAMO.

La proposta ha alcuni aspetti positivi. L’ essere promossa da persone credibili, come Michele Boato e Paolo Cacciari, ma, innanzitutto, di voler essere un’ alternativa elettorale reale che non prevede appoggio ad Alessandra Moretti, che significa nella pratica subordinazione al renziano PD veneto.

Vi sono evidenti limiti. Elenco alcuni, che ritengo essere i principali.

Limiti di presentazione. La lista si presenta come una specie di Podemos Veneto, non tenendo conto che la traduzione creativa di Podemos spagnola in Italia o di Syriza greca non può limitarsi al copia ed incolla di sigle o di certe caratteristiche. In questo momento la potenziale proposta politica per creare un movimento che abbia la stessa portata ed impatto e consenso delle due citate organizzazioni è quella di Landini, segretario della FIOM, di coalizioni di lista.

Limiti di composizione della lista. La candidatura a governatore del Veneto di una persona come la compagna Paola Morandin, una donna, operaia, leader di una lotta nazionale e vincente contro una decolazizazzione avrebbe avuto un significato e messaggio più consistente ed ascoltato in un’ area colpita dalle politiche regionali ( Lega) e governative ( Partito Democratico).

Limiti di programma.

Per un’ Europa dei popoli, no all’austerità. La lotta contro l’ austerità deve proporre l’ uscita dall’ Italia dall’ euro. Ma se si esce dall’ euro restando in questa Europo le conseguenze per il popolo italiano sarebbero gravi. Va quindi indicato un modello alternativo: un’ ALBA mediterranea contro troika ed euro. I paesi dell’ Alianza bolivariana para Las Americas ( ALBA) sono: Cuba, Venezuela, Bolivia,Ecuador, Nicaragua, San Vicente e Las Granadinas, Antigua, Barbuda e prossimamente Panamà. ALBA è uno strumento di integrazione tra i paesi che la compongono che ha cambiato il Sud America, costruendo rapporti economici e sociali non più fondati su un modello liberale e capitalista, ma sul mutuo appoggio e su rapporti solidali che hanno come obiettivo la liberazione di interi popoli fino ad allora ignorati nelle loro istanze e diritti. Manca anche un accenno agli aspetti negativi che TTIP, che Europa e USA stanno negoziando, pottrà avere in Veneto.

 Ambiente e territorio. Va puntato il dito con maggior energia contro lo “ Sblocca Italia” per le coseguenze che ha e avrà anche a livello regionale: rigassificatori, termovalorizzatori, MOSE, etc.,etc. Responsabili sono anche forze politiche che gestiscono la regione Veneto e il Partito Democratico che si presenta come alternativa a queste forze..

La salute è un diritto. L’ origine del disastro è il Patto per la salute del governo Renzi. Va denunciato con forza per le stesse ragioni di cui sopra.

CONCLUSIONI

Il Partito Democratico difficilmente vincerà le regionali veneto ( un recente sondaggio dà Zaia, cdx, al 41.5%, Moretti,csx, al 31.5% Berti, M5s, al 12% e Tosi all’ 11%). Non è percepito dall’ elettorato come una realistica alternativa alla Lega di Zaia. Per le politiche nazionali che attua e contribuiscono a rovinare la regione. È coinvolto nella corruzione gestita dal Consorzio Venezia Nuova. Inoltre è dilaniato da faide interne per un posto in lista. Vedi le vicende del PD trevigiano che vede contrapposizioni tra la segretaria provinciale Andreeta e regionale De Menech, lettere infuocate come quella del segretario del circolo di Montebelluna, Paolo Favretto, o stracciamento di tessere, quella del giornalista mottense Rorato. Tutti fattori che possono contribuire a diminuirne la credibilità, anche presso il proprio elettorato. È probabile che le difficoltà del PD significheranno anche un tonfo della lista d’appoggio a Moretti, Ven(e)to Nuovo, che non avrà il consenso di tutto l’elettorato SEL.

L’ eventuale entrata in cosiglio regionale di L’ ALTRO VENETO ORA! POSSIAMO, sarà un fatto positivo, in quanto porterà all’ interno dell’ istituzione gli obiettivi di lotta delle fabbriche, delle scuole e del territorio. Anche l’ entrata del M5s, forza di opposizione al renzismo, deve essere considerata positivo. Nel primo caso, L’ ALTRO VENETO ORA! POSSIAMO, deve essere considerata un passo verso la costruzione in Veneto della Coalizione Sociale proposta dal compagno Landini.