di Francesco Cecchini

Tra i tanti ricordo Sybila Arredondo e Fernando Gonzalez Gasco. Sybila Arredondo, cilena e vedova di José Maria Arguedas, trascose 14 anni nelle carceri peruviane perché accusata di essere una militante di Sendero Luminoso. Fernando Gonalez Gasco, morto lo scorso 14 ottobre, militante del MIR ( Movimiento de Izquierda Revolucionaria) di De La Puente Uceda, fu imprigionato in undici prigioni peruviane, dove subì 11 volte la tortura.

Il 17 aprile è la giornata internazionale del prigioniero politico.

Molte sono le manifestazioni in tutto il mondo, anche in Italia. A Firenze l’ associazione Assopace nei giorni 17 e18 organizza un evento per la liberazione dei prigionieri politici palestinesi.

“ Le prigioniere ed i prigionieri palestinesi sono regolarmente sottoposti a torture, le visite dei familiari e degli avvocati e degli avvocati sono probite o fortemente limitate, non c’è assistenza medica. Storicamente i martiri ed i rivoluzionari ed i prigionieri rappresentano il seme di ogni rivoluzione. La loro libertà rappresenta uno dei punti cardine su cui le forze della Resistenza si uniscono. Il dovere di tutte e di tutti deve essere quindi quello di sostenerli, senza esitazioni. Privati della loro libertà mettono a disposizione i loro corpi per continuare la lotta; noi possiamo e dobbiamo mettere a disposizione la nostra solidarietà per sostenerli”

Le parole di ASSOPACE che convocano l’evento spiegano con chiarezza il significato politico della giornata.

È impossibile in un articolo raccontare la situazione dei prigionieri politici nel mondo, pochissimi sono i paesi che non imprigionano esseri umani per ragioni che sono, essenzialmente, politiche. Quanto scrivo è riduttivo.

 

Stati Uniti. Vi sono ad oggi 535 prigionieri politici, in carceri colme di neri e latini. Sono imprigionati oltre a Oscar López Rivera altri portorriqueños, i prigionieri più antichi del continente americano che testimoniano ogni giorno, con dignità, la loro volontà di non riconoscere l’ imperialismo USA come padrone fedeli alla causa della liberazione nazionale di Porto Rico.

Perù. Centinaia di donne ed uomini continuano ad essere incarcerati da 25 anni in carceri dove hanno vissuto torture, assassinii e massacri. Ad oggi vengono negati i loro diritti e perfino loro avvocati difensori vengono incarcerati. Un caso fra i tanti, lo stretto isolamento che vengono tenute donne prigioniere politiche a Piedras Gordas.

Paraguay. Decine e decine di donne ed uomini subiscono lunghe condanne in carceri orrende, eredità, condanne e carceri, della dittatura feroce di Stroessner. A questi si aggiungono campesinos che ogni giorno affrontano latifondisti per il diritto alla proprietà della terra. Vanno ricordati i campesinos, ora ai domiciliari, accusati ingiustamente del massacro di Curuguaty e l’accanimento contro un loro leader Rubén Villalba che continua ad essere incarcerato. Vanno ricordate anche le donne dell’ EPP, incarcerate nella carcere del Buen Pastor.

Cile. Nelle diverse carceri cilene sono imprigionati decine di prigionieri mapuches, tra di loro anche dei minorenni, ai quali viene applicata la vergognosa legge anti terrorista in vigore dal governo dittatoriale di Pinochet. I mapuches sono un popolo indigeno che abita nel territorio meridionale del Cile e dell’Argentina e che da secoli lotta per la difesa della propria terra contro devastazioni e occupazioni illegittime.

Colombia. I prigionieri politici sono oltre 9500. Frutto di decenni di un conflitto politico, sociale e militare che ha attraversato il paese. Sono donne ed uomini che hanno esercitato il diritto alla ribellione sociale e politica ed anche vittime di montature giudiziarie. I negoziati di pace tra governo colombiano e FARC, in corso a L’Avana non possono eludere l’istanza di un’amnistia generale, per questi 9500 prigionieri politici, condizione necessaria per la pace.

India. Oltre 10.000 sono i prigionieri politici naxaliti o maoisti rinchiusi nelle prigioni indiane, a questi si aggiungono altre migliaia di prigionieri implicati nei movimenti di liberazione nazionale (Kashmir, Manipur, ecc.) e di altri movimenti democratici. Oltre il 90% di questo numero sono uomini e donne dei villaggi Adivasi che hanno resistito all’evacuazione forzata; contadini in lotta contro i protocolli di intesa firmati dai governi e dalle multinazionali per sfruttare il popolo e proseguire la rapina capitalista e imperialista delle risorse; attivisti delle minoranze nazionali organizzati contro la crescente minaccia del fascismo indù; studenti, intellettuali, artisti appartenenti a diverse organizzazioni democratiche, donne del popolo, femministe che si sono unite per ribellarsi contro l’enorme aumento degli stupri, condotti in parte dalle truppe del governo e dalle squadre paramilitari fasciste al servizio del governo.
In carcere, i prigionieri subiscono ogni genere di vessazione, torture, negazione di assistenza, condizioni di vita disumane, trasferimenti arbitrari, brutali pestaggi e isolamento prolungato e ingiustificato e le prigioniere vengono spesso stuprate.

Italia. Esistono anche in Italia prigionieri politici. Indico un link con un sito che ne elenca alcuni.

 http://www.autprol.org/pp/pp.asp?PV=1

 

Lista di alcuni casi eclatanti, per il lungo periodo, di prigionia politica.

Simón Trinidad delle FARC colombiane da undici anni nelle prigioni USA

Marwan Bargutti y Ahmed Saddat, palestinesi di ALFATAH y del FPLP imprigionati da 13 anni in Israele.

Abdalah Ocalan, dirigente Kurdo del PKK, imprigionato da 16 anni in Turquía

Abimael Guzmán Presidente del Partido Comunista del Perú, imprigionato da 23 anni.

Victor Polay Campos, leader del MRTA, in carcere da moltissimi anni. In precarie condizioni fisiche.

Mauricio Norambuena chileno del FPMR, da  13 anni  detenuto in Brasile

Alcides Oviedo del EPP e Osmar Martínez del Partido Patria Libre imprigionati in Paraguay.

Oscar López Rivera, di Puerto Rico, imprigionato da 33 anni negli Stati Uniti.

Mumia Abu Jamal, americano delle Pantere Nere in prigione da 34 anni, condannato a morte, versa in gravissime condizioni di salute.

Leonard Peltier, del Movimiento Indigeno degli Stati Uniti in prigione da 39 anni.

Carlos Ilich Ramírez, venezuelano imprigionato da 21 anni a Parigi, Francia

George Ibrahim Abdallah, libanese imprigionato da 31 in Francia.
Conclusioni. Non ho parole per concludere la nota, se non rinviare a quelle di ASSOPACE che l’hanno iniziata ed, in definitiva, ripetere l’ impegno di mantenere vivo questo spirito di solidarietà internazionale ed internazionalista.