TAYLAN TOSUN: Come è successo che la crisi dei mutui per gli immobili negli USA si è trasformata in una recessione epica delle economie reali delle molte nazioni a capitalismo avanzato?

JACK RASMUS: La crisi dei mutui avvenne quando il mercato dei valori dei mutui di bassa qualità collassò nei prezzi. Approssimativamente 4 trilioni di dollari furono immessi nel mercato nel periodo 2002-2007. Il crollo dei mutui non causò la crisi, piuttosto ne costituì l’evento che la fece precipitare. Per capire tutto il processo è essenziale capire anche l’idea della “securitization”.

La “securitization” avviene quando un bene finanziario viene combinato con altri beni finanziari per creare un nuovo valore (security), un nuovo assetto finanziario. Allora le securities vengono raggruppate insieme e quindi rivendute, spesso con un profitto. L’assemblaggio e gli aumenti dei prezzi e dei guadagni avvengono l’uno sull’altro. I gruppi di valori (securities) vengono a loro volta raggruppati di nuovo, ogni volta aumentandone il prezzo. Gli assetti vengono creati, venduti, ricreati e rivenduti, costruendo montagne di edifici finanziari di valori e debiti, l’uno sull’altro- creando una piramide di debiti di securities che fa aumentare i prezzi degi assetti finanziari a livelli insostenibili che, eventualmente, devono crollare.

È importante notare che gli assetti finanziari sono basati su assetti reali, al loro inizio. Una casa, per esempio, è un bene reale. Il mutuo è il bene finanziario per la casa. Ma i mutui mischiati insieme creano un’obbligazione di mutui. Quando l’obbligazione viene venduta, si guadagna sia sull’obbligazione stessa che sul mutuo originale. Quando le obbligazioni dei mutui vengono mischiati con altri beni finanziari, come un Asset Back Security, per esempio, si viene a creare ciò che viene chiamata un’ Obbligazione di Debito Collaterallizato (CDO).  Quando i CDO vengono mischiati, allora si va a creare un CDO sintetico. Un contratto di assicurazione sopra tutto questo processo viene chiamato un Credit Default Swap (scambio di credito da fallimento) o CDS.

Ciò che ho appena descritto sono una serie di derivativi, ciascuno costruito l’uno sull’altro, ciascuno aumentato di prezzo e rivenduto così che un profitto viene ottenuto con ogni trasformazione. Si viene a creare una specie di piramide finanziaria invertita delle securities che è ancora basata sulle case e i mutui che sono beni reali. Così nella piramide abbiamo beni finanziari basati su beni reali e beni finanziari basati su altri beni finanziari. Quando il punto piu’ piccolo della piramide invertita, la base, durante un certo periodo, si riduce di valore – per esempio, i valori delle case-  allora i prezzi di tutti i beni finanziari costruiti sopra di essa a un certo punto diminuiscono. E questo è quanto è avvenuto con il crollo dei mutui di bassa qualità (subprime).

I mutui erano stati venduti a compratori che non potevano permettersi il pagamento mensile degli stessi.  All’inizio queste persone furono in grado di pagare, perchè le banche prestavano loro i soldi per il pagamento dei mutui, sapendo però che coloro che stavano ricevendo i prestiti, prima o poi, non sarebbero stati in grado di continuare i pagamenti mensili. Allora perchè diedero in prestito i soldi per questi mutui? Le banche non richiedono garanzie per i loro prestiti? Alle banche non servono queste garanzie quando hanno già nella testa l’idea di rivendere i mutui entro 60 giorni a speculatori che vogliono metterli insieme con altri mutui per rivenderli e quindi raggrupparli di nuovo con altre securities per rivenderli ancora di nuovo e così via… I banchieri volevano solo creare delle quantità di prestiti per mutui, non prestiti di qualità. Quando gli interessi per i mutui cominciarono ad aumentare, nel 2005-2006, i piccoli proprietari di case non furono piu’ in grado di pagare la quota mensile. I mutui di questi proprietari di case, con mutui di bassa qualità cominciarono a dichiarare fallimento. I fallimenti abbassarono il valore del bene reale delle case e, di conseguenza, il mutuo, l’obbligazione del mutuo, il CDO, il S-CDO, i CDS che erano tutti basati sul valore originale delle case. Iniziò una reazione a catena di deflazione dei valori dei beni.

Dato che molte banche commerciali e ombra erano invischiate nel gioco d’azzardo, prestandosi  l’una all’atra i mutui di bassa qualità, furono tutte coinvolte nel disastro. E dato che altre forme di credito erano collegate, pure quelle altre furono coinvolte nella deflazione dei prezzi commerciali dei beni finanziari. Il mercato dei mutui di bassa qualità fu il primo a crollare e fu subito seguito da altri mercati creditizi. Avvenne un crollo generale. Questo è come il crollo finanziario può allargarsi da una banca all’altra e da un mercato finanziario a un altro.

Quando il credito si esaurì dappertutto, il crollo finanziario si trasformò in una contrazione tagliente dell’economia reale. Le industrie smisero di funzionare e le famiglie non poterono ottenere prestiti dalle banche. Le banche, avendo subito perdite enormi, non rilasciavano prestiti eccetto che a interessi ridicolmente alti. Le industrie produttive non potevano e non vollero indebitarsi ulteriormente. Senza prestiti di capitali per lavorare, essi dovettero tagliare i costi. Ciò significò licenziamenti massicci. Per diversi mesi, circa un milione di lavoratori al mese fu licenziato. I consumatori smisero di spendere e questo portò a una maggiore riduzione di introiti per le industrie che necessitavano di maggiori prestiti ma che non riuscivano a ottenerli. Così dovettero licenziare e tagliare i costi ancora di piu’. Il crollo finanziario si propagò non solo dai mutui di bassa qualità ad altre forme di credito, ma anche dai crediti finanziari all’economia generale, non finanziaria. Questo processo può essere spiegato anche in termini di debito-deflazione-fallimento, il sistema dei tre prezzi spiegato in precedenza.

Il crollo dei prezzi dei beni finanziari, molto piu’ veloce e profondo, e quello successivo dell’economia reale, as sua volta, risultò in una recessione epica- una contrazione economica profonda, incisiva, di lunga durata, precipitata da un crollo finanziario. Le recessioni normali non hanno l’elemento del crollo finanziario mentre le depressioni sì. Le recessioni epiche sono una specie di anticamera alla depressione e possono trasformarsi in depressione se il fallimento e la deflazione non vengono controllate e fermate nel breve termine e se, a lungo termine, l’eccesso di debito creato artificialmente non viene, in qualche modo, rimosso dagli affari, dalle banche e dai bilanci delle famiglie. Il governo rimuove in maniera efficace il debito contratto dalle banche e dalle grandi industrie trasferendo il debito su  se stesso e sul bilancio della banca centrale Ma non fa lo stesso per il debito accumulato dalle famiglie. E questo è perchè le banche e le grandi corporazioni si rimettono in sesto velocemente dopo una recessione epica, di tipo I, mentre le famiglie dei consumatori e i lavoratori non riescono a farlo. La banca centrale USA bilancia velocemente le perdite delle banche attraverso mezzi di “quantitative easing” (il versamento massiccio di soldi nel sistema bancario, Ndt) e sei anni di quote di interesse vicino allo zero percento. Sotto Obama, i tagli di imposte delle industrie per trilioni di dollari hanno salvato le grandi industrie produttive, non bancarie, mentre i lavoratori e i consumatori sono stati lasciati ad arrancare da soli. Non c’è mai stato un programma significativo per il lavoro o per aiutare i piccoli proprietari di case durante la presidenza di Obama dal 2009. Questo costituisce un classico scenario di recessione epica di tipo I. In una recessione epica di tipo II, il governo e le banche centrali non cancellano il debito delle banche private e delle grandi industrie abbastanza velocemente , in maniera completa ed efficace, e neanche completamente. È il caso dell’Europa di oggi. E del Giappone di ieri.

Dal 2009, le banche centrali della Gran Bretagna, la Banca Centrale Europea e la Banca del Giappone hanno tutte scelto di immettere trilioni di dollari equivalenti nei loro sistemi bancari per riparare le falle dei bilanci delle banche. Ma non si è mai arrivati a una ripresa dell’economia e le regalie di enormi quantità di soldi alle banche non ha funzionato. Perché?

La Banca d’Inghilterra ha seguito la strada tracciata dalla Banca Centrale USA nel 2009-10 e approntò il salvataggio delle banche Inglesi con il “quantitative easing” e le massicce iniezioni di denaro liquido e abbassando le quote d’interesse quasi allo zero percento. La banca centrale USA aveva anche pompato dollari nei sistemi bancari Inglese e Europeo che andarono ad aggiungersi alla liquidità totale. Questo tipo di contribuzioni, gratuite, ammortizzarono le perdite delle banche nei loro libri contabili, sostanzialmente trasferendo i debiti delle banche private al bilancio delle banche centrali pubbliche. Altre misure monetarie furono anche intraprese per rinforzare i bilanci negli USA e nel Regno Unito. I settori bancari in queste nazioni recuperarono molto velocemente.

Per contro l’Eurozona non aveva una banca centrale vera e propria. La BCE può solo fare ciò che le 17 banche centrali nazionali sono disponibili a fare per essa. L’Eurozona sta provando a creare una vera unione bancaria ma, fino a oggi, non è riuscita a farlo. La banca centrale piu’ importante nell’Eurozona, la Bundesbank tedesca, non vuole rinunciare al suo ruolo distinto a favore della BCE. E così l’Eurozona sta facendo  un certo numero di iniezioni di liquidità alternative, chiamate Operazioni di Rifinanziamento a Lungo Termine o LTRO. Ma le LTRO non sono molto efficienti.

È bene notare che l’Eurozona, dato che non ha poturo intraprendere  programmi massicci di salvataggio delle banche private, ha però adottato misure fiscali piu’ severe sottoforma di programmi di austerità draconiani, rispetto sia agli USA che all’Inghilterra. Non ha avuto nessun recupero finanziario e, di conseguenza, nessun recupero economico reale. Continua a scivolare dentro e fuori la recessione, essendo già passata attraverso una doppia recessione e adesso si trova sulla strada per una terza ricaduta.

Dal 2009 il Giappone ha già avuto tre recessioni e la massiccia contrazione del suo GIP alla fine dello scorso trimestre suggerisce con forza che la sua economia sia indirizzata verso una nuova recessione. Il Giappone ha una vera banca centrale ma ha aspettato anche di piu’ degli USA e del Regno Unito a fare il salvataggio delle sue banche. Ha solo introdotto liquidità sotto forma di QE (quantitative easing) per programmi di salvataggio nel 2013. Ha anche aumentato le tasse sui consumi, una politica di restringimento fiscale e la sua versione dell’austerità. L’economia del Giappone si è contratta la primavera scorsa.

Tutte le AE (Economie Avanzate Ndt.) hanno introdotto qualche forma di austerità fiscale dal 2009 e hanno introdotto forme di iniezione di liquidità monetaria. Le iniezioni di liquidità usate per riscattare le loro banche, però eventualmente, si rivolgeranno contro di esse. Queste misure pompano solo piu’ eccesso di liquidità nell’economia globale e vanno a incrementare ancora di piu’ gli spostamenti verso gli investimenti speculativi e a far sì che le elite finanziarie crescano ancora di piu’ e destabilizzino l’economia in maniera ancora piu’ severa lungo la strada.

Io vivo in Turchia, un mercato emergente, dove, dopo la breve contrazione del 2009, la nostra economia e quella di altri mercati emergenti è cresciuta in modo considerevole. Come è possibile che queste enormi quote di crescita si siano potute realizzare e fino a che punto sono solide e salutari?

È potuto accadere per via delle massicce iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali delle economia avanzate –quella USA e della Gran Bretagna e adesso la Banca del Giappone e presto anche la BCE- che hanno abbandonato le loro proprie economie, per la maggior parte, e sono andate a finanziare investimenti nei mercati emergenti (EME), specialmente in Cina.

La risposta iniziale della Cina al crollo del 2009 fu un enorme stimolo fiscale equivalente al 15 percento del suo PIL, che venne usato in investimenti diretti dal governo. Fu l’opposto delle risposte fiscali degli USA-Gran Bretagna e dell’Europa. La Cina recuperò molto rapidamente perchè il suo recupero stimolò la domanda per le merci, le altre risorse e gli altri beni prodotti dai mercati emergenti; la Cina risollevò gli EME. Questi ultimi furono anche i diretti beneficiari degli influssi di capitale monetario dalle banche centrali delle economie avanzate (AE). Le banche delle AE ridiressero i QE (quantitative easing) e i prestiti a costo zero verso i mercati oltreoceano, in investimenti in beni reali come pure in beni finanziari.

La continuazione del rapido recupero della Cina dovuta alla politica fiscale e agli investimenti diretti dal governo e le politiche monetarie degli USA-Gran Bretagna e Europa insieme andarono a beneficiare le economie dei mercati emergenti come la Turchia, i BRICS e altri come il Messico, l’Indonesia ecc… La crescita fu salutare? Fino a quando i capitali monetari continuavano ad arrivare in queste economie EME e fino a quando l’economia cinese esplodeva. Adesso però la Cina sta diminuendo rapidamene la sua domanda di merci e altri beni essenziali , risorse e importazioni dai paesi EME. Allo stesso tempo gli USA e la Gran Bretagna stanno diminuendo a poco a poco i loro QE e si stanno preparando ad aumentare i loro tassi di interesse. Questo può far fare marcia indietro ai flussi di capitali verso le economie avanzate e diminuerà le quote di crescita negli EME.

In una serie di articoli che tu hai scritto recentemente, tu fai osservare che il centro della crisi globale si sta spostando sugli EME. Puoi spiegare le ragioni dietro a questo cambiamento?

In pratica, adesso che le banche centrali USA e Inglesi hanno recuperato completamente i loro sistemi bancari e le quote di interesse a zero percento, essi si sono resi conto che non c’è nessun bisogno di continuare questi interventi con le misure monetarie. I governatori delle banche centrali, Janet Yellen negli USA e Mark Carney in Gran Bretagna, hanno capito che altre iniezioni di liquidità non porterà a molti altri risultati e, ancora piu’ importante, sta cominciando a creare nuove bolle di assetti finanziari in tutto il mondo. Per questo i governatori stanno cambiando queste politiche.

Questo significa che, mentre gli interessi in USA-UK aumenteranno nel 2015, i capitali monetari cominceranno ad abbandonare gli EME e cominceranno a rientrare nelle economie avanzate. I mercati dei titoli e delle obbligazioni e delle azioni nei EME cominceranno a declinare. I capitali lasceranno i mercati emergenti per profitti piu’ sostanziosi negli USA-Gran Bretagna. In aggiunta, meno capitali saranno disponibili sotto forma di investimenti stranieri diretti nei EME. Le valute dei mercati emergenti perderanno valore e hanno già iniziato a farlo, in modo già serio in alcuni casi come in Argentina, Cile e altri paesi. I mercati emergent (EME) tenteranno di ridurre le fughe di capitali e la svalutazione delle valute aumentando le loro quote di interesse domestico per ottenere capitali. Ma questo rallenterà le loro economie ancora di piu’. I mercati emergenti piu’ deboli, in termini di esportazioni vero le AE e la Cina, saranno colpiti piu’ duramente.

Quindi stiamo entrando in un’altra fase della recessione epica, in maniera globale. Si sta realizzando un’inversione tra le differenze di crescita nelle AE e quelle degli EME. Le elite del capitale della finanza globale fecero dei profitti incredibili nei mercati emergenti dal 2009 con i soldi prestati loro gratuitamente dalle banche centrali delle AE. Adesso stanno riprendendosi i soldi e stanno muovendosi verso nuove opportunità speculative nelle AE. La parata delle elite finanziarie dei soldi globali e le banche ombra si stanno muovendo verso nuovi pascoli. Le finanze capitalistiche delle AE hanno quasi completamente disegnato il boom dei mercati dei beni reali e finanziari nei EME e adesso stano pianificando la contrazione di quegli stessi mercati. Sotto un altro punto di vista, essi si stanno preparando a spostare la recessione e la crescita stagnante delle AE, nei sei anni passati, ai mercati emergenti. Gli EME vengono manipolati dalle elite capitalistiche finanziarie globali.

Perchè l’economia globale non può arrrivare a un recupero reale come avvenne durante il periodo post-bellico? Che cosa determina le differenze con la situazione odierna?

Dopo 6 anni della cosiddetta ripresa dal crollo finanziario del 2008-2009, l’Europa sta scivolando nella deflazione e un’altra recessione. Il suo sistema bancario sta diventando sempre piu’ fragile. Continua lungo la strada dell’austerità fiscale. Non ha una banca centrale, nel vero senso della parola, e nessuna unione fiscale. E adesso è stata trascinata in una Guerra in Ucraina dagli USA, che indebolirà ancora di piu’ l’economia dell’Eurozona. La disoccupazione rimane a livelli record, l’instabilità politica cresce e tutto questo si ripercuote negativamente sull’economia.

L’economia della Gran Bretagna ha avuto una breve ripresa perchè è ritornata a una politica di stimolo artificiale del mercato immobiliare- un problema che si ripete e che portò alla speculazione e al crollo delle sue banche nel 2008. La Gran Bretagna ha anche beneficiato dei flussi di capitale straniero. Il suo primo ministro, David Cameron, lecca il sedere ai cinesi e a chiunque possa indirizzare capitali verso l’Inghilterra. Il Regno Unito ha cominciato ad aumentare un pò i tassi d’interesse. E questo ha immediatamente cominciato a frenare la sua economia. L’economia Inglese sembra aver già raggiunto il picco.

In Giappone nuove, massicce iniezioni di QE da parte della banca centrale hanno avuto l’impatto tipico di far aumentare i mercati azionari e monetari ma hanno avuto effetti limitatissimi sull’economia reale del paese. I salari e i consumi stavano diminuendo nonostante i QE e allora, la scorsa primavera, i consumi crollarono con l’aumento delle tasse sui consume stessi. I politici Giapponesi non sanno piu’ che pesci pigliare quale prossimo passo. Essi probabilmente decideranno di immettere ancora altri QE, che risulterà in nessun effetto sull’economia reale e qualche effetto sull’aumento del valore delle azioni e della valuta. L’economia Giapponese non ha praticamente avuto nessuna forza dalla fine degli anni ’90.  Poi c’è la Cina che si trova costantemente in difficoltà con gli influssi di moneta che scotta da parte delle banche ombra e dei capitalisti della finanza globale che hanno continuato a speculare sulla sua moneta fino a qualche tempo fa e hanno causato delle bolle nei suoi mercati immobiliari locali e nelle spese dei governi locali. Ogni volta che la Cina tenta di opporsi alle banche ombra, le sue politiche rinculano e frenano la sua economia reale. Quindi la Cina si ritira, aggiunge ancora altri mini-stimoli alle spese fiscali e gli speculatori ritornano di nuovo. Questo gioco del gatto con il topo va avanti dal 2012 e la Cina si trova ora in una situazione di lento declino della sua quota di crescita, probabilmente non piu’ del 6 percento secondo stime indipendenti, o meno della metà del suo periodo esplosivo nel 2010-2011. La società principale di contabilità, Standard and Poors, ha recentemente raccomandato che la Cina abbandoni il suo goal del 7.5% di crescita del suo PIL. Questo è un segnale che il PIL della Cina è, in realtà, inferiore a quella quota e diminuirà ancora di piu’. La Cina ha recentemente anche introdotto il suo secondo pacchetto di mini stimoli, da molti anni.

I mercati emergenti, come abbiamo detto sopra, diminuiranno a loro volta, appena la Cina smette di crescere e appena gli interessi negli USA e Gran Bretagna aumentano. Questo lascia solo l’economia USA. Dato che può e lo ha fatto, esportare con successo parte della sua discesa economica e continuerà a farlo. Negli USA e, infatti in tutte le AE, i salari reali e i guadagni  che possono essere spesi sono stagnanti, nella migliore delle ipotesi, e questo impedisce che il consumo recuperi in maniera reale. Le spese dei consumatori USA dipendono pesantemente da altro debito contratto da parte dei consumatori stessi oppure viene spinto dai grossi guadagni di capitale da parte del 10 percento delle famiglie piu’ ricche. Ogni qualvolta il commercio investe nello stoccaggio, sperando che i consumatori comincino a spendere alla grande, non avviene mai. Le scorte devono essere svendute e l’economia USA scende a quote di crescita vicino allo zero. Come gli interessi cominciano ad aumentare, come succederà tra poco, l’economia diminuisce ancora di piu’.

Al contrario dell’economia Europea e Giapponese, però gli USA attraversano ricadute economiche ripetute, mentre l’Europa e il Giappone attraversano direttamente recessioni doppie, triple e quadruple.

Nella fase odierna, piu’ nuova della recessione epica globale, l’Europa e il Giappone non aggiungeranno niente alla ricrescita globale e continueranno a costituire un peso morto per quella ricrescita. Ciò che è nuovo è che la Cina sta decelerando e così pure i mercati emergenti (EME). L’economia globale non ha diminuito il suo debito, come riportato da un Rapporto della Bank of International Settlements. Il debito è aumentato, specialmente nel settore privato e nelle economie domestiche. Questo significa che se un’altra crisi finanziaria dovesse avvenire in qualche altra parte del mondo- una grossa banca che crolla in Europa, o in Asia o persino in America Latina- potrebbe far precipitare una crisi finanziaria generale che potrebbe espandersi a tutto il resto. Un tale tipo di evento di instabilità finanziaria verrebbe a interessare un’economia globale molto piu’ debole di quanto lo fosse nel 2008. I livelli di debito ancora eccessivi farebbero partire una deflazione dei prezzi dei beni e quindi dei prezzi delle merci molto piu’ grave di quanto avvenne nel passato.

Le banche centrali potranno ancora salvare gli investitori e il sistema bancario di nuovo, dopo aver investito circa 20 trilioni di dollari nei salvataggi recenti? Non credo. Credo che dovranno lasciare che una o due banche vadano sotto e che i possessori di obbligazioni e gli investitori paghino per il crollo come pure coloro che hanno soldi depositati in quelle banche. In Europa hanno già cominciato il loro piano di far pagare i risparmiatori. Se una cosa del genere dovesse accadere, potrebbe essere estremametne destabilizzante. Le conseguenze di un processo simile non si conoscono.

Credo anche che i banchieri centrali potrebbero essere sorpresi dagli effetti psicologici negativi, inaspettati, di un piccolo aumento delle quote di interesse sugli investimenti e sui consumi. Proprio la riduzione prolungata delle quote di interesse verso lo zero percento dal 2008 ha avuto un effetto limitato sulla ripresa economica reale (come tipicamente avviene in una recessione epica), così che molti banchieri centrali pensano che, in modo inverso, non ci vorrà un grosso aumento degli interessi per rimandare l’economia indietro, in recessione. In conlusione, le condizioni estremamente fragili dell’economia globale odierna rendono l’economia globale sempre piu’ suscettibile a un’altra crisi bancaria.

Una crisi del genere, dovesse accadere, sarebbe sicuramente peggiore di quella del 2008 e interesserebbe un’ economia che non si è ancora ripresa in termini di spese familiari. Interesserà un’economia globale che ha un debito totale odierno ancora piu’ grande di quello del 2008, con deficit dei governi, in molte nazioni, piu’ grossi che nel passato e con un’instabilità politica che cresce nel mondo intero.

Le economie che si stanno indebolendo in Europa, in Giappone, la lenta crescita negli USA e la diminuzione della crescita in Cina oggi, e nei mercati emergenti domani, non ci permettono nessun ottimismo. Un altro evento di instabilità finanziaria avverrà sicuramente prima della fine di questo decennio.

Per tornare alla tua domanda del perchè la situazione è diversa oggi dalle altre recessioni nel periodo post-bellico, la risposta sta nel fatto che le le recessioni precedenti non furono precipitate da, o erano in relazione con, crolli finanziari. E questo è perchè le banche ombra e le elite capitalistiche finanziarie, e in particolare lo spostamento globale degli investimenti verso investimenti speculativi, non erano ancora sviluppati in quel periodo. Le recessioni erano normali, causate da shock esterni, e quindi risolvibili facilmente con mezzi di politiche monetarie e fiscali tradizionali. Ma le recessioni epiche sono recessioni indotte finanziariamente, intrinsiche al sistema finanziario- endogene come dicono gli economisti- e non dovute a shock esterni e quindi largamente insensibili a soluzioni tradizionali fiscali-monetarie.

Le soluzioni alternative alle politiche tradizionali, inefficacy, fiscali-monetarie devono includere la creazione di posti di lavoro di qualità e una crescita delle economie familiari sostenibile.  Si deve determinare un’inversione dello scivolamento verso le finanze speculative che vuol dire mettere fine alla diversione dei capitali dagli investimenti reali. Altri cambiamenti strutturali includono l’eliminazione del debito dai bilanci delle famiglie, cancellando tutto il debito, se necessario, e l’interruzione del potere economico delle banche ombra e delle nuove elite della finanza capitalistica globale, la proibizione stretta della creazione di debito interno e la ristrutturazione e democratizzazione delle banche centrali affinchè esse aiutino tutta la popolazione e non solo i banchieri e le banche ombra. Tutto questo però non sembra possibile in tempi brevi, come minimo. Ci vorrà un altro crollo finanziario e una contrazione economica che seguirà prima che queste alternative comincino perlomeno a essere considerate.

Di Taylan Tosun, traduzione di Francesco D’Alessandro

 

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