Sono stati rinvenuti senza vita e in cattive condizioni i corpi dei tre giovani studenti israeliani rapiti lo scorso 12 giugno nella colonia di Gush Etzion, nel sud della Cisgiordania. Lo ha annunciato in serata l’emittente radiofonica pubblica israeliana, precisando che Gilad Shaar, Naftali Frenkel e Eyal Yifrah, tra 16 e 19 anni di età, sono stati uccisi poco dopo il rapimento e i corpi sono stati abbandonati nei pressi della località di Halhoul, a una decina di minuti dalla strada dove sono stati visti per l’ultima volta.

Manifestazioni di cordoglio e di rabbia si sono moltiplicate ai quattro angoli del paese nelle ultime ore mentre dall’estero sono giunte condanne unanimi per “un’azione terroristica orribile”, come denunciato dal primo ministro britannico David Cameron.

Il vice-ministro israeliano alla Difesa, Danny Danon, ha accusato Hamas per l’omicidio dei tre giovani, annunciando la “volontà e la determinazione di andare incontro alle conseguenze di una lunga operazione tesa a sradicare il movimento islamista palestinese”. Ieri sera si è riunito in urgenza il gabinetto di sicurezza israeliano per stabilire le nuove modalità dell’operazione avviata quasi tre settimane fa.

“Se gli occupanti lanciano un’escalation o una guerra, apriranno su di loro le porte dell’inferno” ha avvertito Sami Abou Zhouri, un portavoce di Hamas a Gaza, bollando la scomparsa e l’uccisione dei tre israeliani come “scusa per giustificare la guerra contro il nostro popolo, contro la nostra resistenza e contro Hamas”.

Nella notte l’aviazione di Tel Aviv ha pesantemente bombardato la Striscia di Gaza, colpendo le abitazioni di alcuni sospetti ma anche le basi di Hamas a Khan Yunis e Rafah. Stamattina un giovane palestinese di 18 anni, Youssouf Abou Zagher, è stato ucciso in un raid dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, nell’estremo nord della Cisgiordania.