Esprimo tutta la mia solidarietà al senatore Corradino Mineo che è stato destituito dal suo partito come membro della Commissione Affari costituzionali. La colpa? Avere osato anteporre la propria testa e la propria coscienza alla disciplina di partito su un argomento così importante come la riforma del Senato. Una colpa troppo grave nell’era del ducetto Matteo, che in nome di quel 40% di voti ricevuti dal PD (in realtà 22% se rapportato agli elettori), si sente autorizzato a mettere in riga non solo il suo partito, ma il Parlamento stesso. Una roba da fare venire i brividi giù per la schiena a due giorni dalla commemorazione dell’omicidio Matteotti.

Al grido “l’Italia lo vuole”, Renzi ha deciso di imporci meno diritti e meno democrazia. E vuole farlo anche in fretta, com’è sua abitudine. Per questo spazza via chiunque osi mettersi di traverso. Renzi vorrebbe che i parlamentari PD fossero tanti soldatini di piombo che dicono sempre di sì con la testa. E così facendo ci dà la dimostrazione più concreta del tipo di nondemocrazia che vuole introdurre tramite la legge elettorale e la riforma della Costituzione.

Se non reagiamo ci troveremo con un sistema elettorale che negherà la rappresentanza parlamentare a fasce vastissime di popolazione  e con un sistema legislativo dove i furbetti potranno fare molto peggio di quello che combinano oggi, perché sarà stato spazzato via ogni forma di bilanciamento dei poteri. Proprio il punto che Mineo contesta e per il quale è stato tolto di mezzo.