Conflitti e povertà impediscono a circa 30 milioni di bambini di frequentare la scuola elementare in Africa sub sahariana, ipotecando uno degli Obiettivi di sviluppo del Millennio che prevede la scolarizzazione per tutti nel 2015.

La situazione la più critica riguarda l’Africa occidentale e centrale, dove si registra il più alto tasso al mondo di bambini che non vanno a scuola, circa uno su tre, pari al 28%. Nel sud e nell’est del continente almeno 10 milioni di piccoli in età scolastica rimangono a casa.

I dati sono contenuti in due rapporti stilati dal Fondo Onu per l’infanzia (Unicef) e l’Organizzazione Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), pubblicati in occasione della giornata del bambino africano, celebrata il 16 giugno.

Dopo un periodo di “progressi sostanziali” tra il 2000 e il 2007, durante il quale il numero di bambini che non sedevano sui banchi al livello mondiale è passato da 106 milioni a 60, da almeno cinque anni “non c’è stato alcuna variazione positiva”, sottolineano i documenti.

Partono svantaggiati i bambini, per di più se sono femmine. che vivono in zone rurali, quelle più povere e lontane dalle scuole. L’ostacolo maggiore è rappresentato dalla mancanza di risorse finanziarie da parte delle famiglie, che spesso non sono in grado di pagare tasse scolastiche, divisa, libri e altre forniture.

I due organismi Onu suggeriscono politiche di sostegno dei governi a favore delle famiglie, ma anche maggiore qualità e mezzi da destinare all’insegnamento. Dopo l’accesso a scuola, l’altra difficoltà riguarda la capacità degli alunni a terminare il ciclo: solo il 65% di chi è andato in prima finisce le elementari.