Si è concluso a Torino il 24° Congresso nazionale del Movimento Nonviolento, che ha registrato una larga e attenta partecipazione. Dopo un ampio a approfondito dibattito, è stata approvata la Mozione politica generale, che include anche le mozioni scaturite dalle 4 Commissioni di lavoro.

XXIV Congresso Nazionale del Movimento Nonviolento

Mozione politica generale

Il 24° Congresso nazionale del Movimento Nonviolento (MN), riunito a Torino nei giorni 31 gennaio, 1 e 2 febbraio 2014,

al termine di lavori articolati in sedute tematiche, commissioni e plenaria:
– esprime adesione alle linee generali di analisi e di programma esposte nella relazione introduttiva della Presidenza e della Segreteria, che costituisce parte integrante di questa Mozione;

– assume gli impegni risultanti dai lavori delle commissioni come approvati dall’assemblea;
– ribadisce la necessità dell’apporto dei pensieri e delle pratiche della nonviolenza, esercizio competente del potere di tutti e di ciascuno, per affrontare la grave crisi della politica e delle stesse strutture della democrazia rappresentativa; condizione preliminare è il rafforzamento del Movimento stesso, e in generale della nonviolenza organizzata, tramite l’iscrizione e l’abbonamento ad Azione nonviolenta;

– individua nel disarmo personale, culturale, economico, militare, la strategia fondamentale del proprio agire per i prossimi anni;

– indica nella diffusione del lavoro dei Centri del Movimento Nonviolento e dei singoli aderenti, nel loro coordinamento affidato al comitato nazionale, nella costante apertura, proposta e pratica di collaborazione con i movimenti o reti che alla nonviolenza si ispirano, la condizione necessaria per creare un futuro disarmato, per la pace tra gli uomini, con la natura ed ogni essere vivente.

 

Commissione 1

disarmo e difesa

 Il Movimento Nonviolento in questi ultimi anni si è fortemente impegnato sui temi del disarmo, della difesa civile, della promozione della trasformazione nonviolenta dei conflitti e della valorizazzione e pieno riconoscimento del servizio civile, in quanto istituto di difesa della patria, lavorando in rete con varie organizzazioni e associazioni. Questo comune lavoro è ora confluito nell’organizzazione di “Arena di Pace e Disarmo” del prossimo 25 aprile di cui il Movimento Nonviolento è uno dei promotori.

Sulla base di questa premessa l’assemblea congressuale impegna il Movimento Nonviolento a:

  • Adoperarsi a promuovere in sinergia con altri partner la campagna “Disarmo e Difesa civile 2014” che vuole offrire a tutti i cittadini una possibilità normata dal punto di vista legislativo (tramite una legge di iniziativa popolare) di accedere ad una opzione fiscale relativamente ai fondi per la Difesa: cioè poter scegliere se finanziare quella militare e armata o quella civile e nonviolenta. In tal senso andrebbe proposta la possibilita’ di scegliere se contribuire ad una difesa civile, con finalita’ civili e sociali e nonviolente al posto di spese militari ritenute da vaste fasce di popolazione errate, soprattutto in questo grave momento di crisi. Una campagna con una forte comunicazione in grado di far comprendere che difesa e’ anche e soprattutto quella dei diritti costituzionali, la cui graduale erosione e’ la vera e grande minaccia di questa epoca, piuttosto che quella fondata su tremendi strumenti di morte, a partire dal nucleare.

  • La Campagna dovrà promuovere la proposta di una legge quadro sulla pace, che supporti la nascita di un “Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta” insieme ad un Istituto pubblico nazionale di ricerca e formazione sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti con un focus speciale sulla formazione dei corpi civili di pace. La legge quadro dovrà prevedere inoltre un programma di educazione alla nonviolenza, attraverso la formazione alla prevenzione dei conflitti ed alla loro risoluzione nonviolenta per tutti gli insegnanti, attraverso una formazione, sia iniziale che permamente, del personale scolastico all’interno delle Scuole di specializzazione all’insegnamento. Si tratta di corsi obbligatori rivolti, in questo caso, oltre agli insegnanti, a tutti gli adulti che abitano i contesti scolastici, per sviluppare o acquisire quelle competenze necessarie ad una scuola capace di lavorare sulla costruzione di buone relazioni su basi nonviolente.

  • Questa legge dovrà essere finanziata con fondi pubblici sottratti alle spese militari, com’è nell’obiettivo principale della costruenda Campagna. In riferimento al Centro di ricerca, all’interno dei movimenti che in questi anni si sono impegnati su queste tematiche esiste già un vasto bagaglio di esperienza teorica e pratica da cui attingere, come ad esempio la vasta documentazione e ricerca svolte a Vicenza.

  • Il Movimento Nonviolento è presente nell’iniziativa “Sarajevo 2014” in quanto membro del Comitato per leduzazione alla pace e alla nonviolenza, dell’Ipri-Rete ccp, e della WRI. Il MN conferma quindi il suo sostegno di pubblicizzazione a questo evento.

  • A conclusione si invita il MN a utilizzare e valorizzare l’immobile Torre dei Guardiani, attribuito – insieme ad altri partner – al MN dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia, sito nell’agro del comune di Ruvo di Puglia, nel cuore dei territori in cui si svolgono le esercitazioni di artiglieria pesante dell’Esercito e per questo luogo simbolico della lotta contro la militarizzazione dell’Alta Murgia e della Puglia.

Commissione 2

democrazia e politica

 La commissione ha condiviso profonda preoccupazione per i rischi che assillano, limitano e talvolta stravolgono il nostro sistema democratico, per lo svuotamento della politica come luogo delle scelte per la comunità, per la crescente disaffezione verso tutto ciò che è pubblico e per la distanza sempre maggiore tra i cittadini e i loro rappresentanti. La sensazione avvertita è quella di un livello decisionale lontano e intangibile, impermeabile alle istanze dei cittadini e capace tuttavia di controllare e reprimere. Una repressione che trova spazi di collaborazione in tanta parte della popolazione cui risultano convenienti la delega, il disinteresse e l’acquiescenza, così da poter continuare a coltivare il proprio privato interesse.

In alcuni contesti locali, dove la sfiducia riguarda situazioni o decisioni specifiche – ad esempio di carattere ambientale, energetico, militare ecc. – gruppi di cittadini raggiungono un grado di esasperazione tale da rinunciare alla mediazione politica e democratica per intraprendere azioni dirette che spesso dichiarano di voler rinunciare alla violenza, o denotano l’intuizione che solo la nonviolenza può riconvertire tali conflitti, ma sono frequentemente messe in crisi dall’inesperienza o dalla durezza della repressione.

Una strada sperimentata in tante realtà, di conflitto sociale palese come per il movimento no-TAV o di ricerca rispetto ad una violenza culturale e strutturale generalmente avvertita, così come in tante città, è la crescita di piccoli gruppi (la loro forza è preziosa, indicava Capitini), luoghi dove il crearsi di legami di fiducia, di scambio e di ricerca intorno a temi condivisi consente una crescita profonda non pensabile nei grandi movimenti e neppure facilmente praticabile nella sfera privata. Questi piccoli gruppi sono stati raffigurati come un terreno fertile che poi darà frutto in modi che non ci aspettiamo.

Certo, i piccoli gruppi sono di per sé “minoranza”. Molto avvertita sarebbe invece l’esigenza di comunicare le nostre posizioni ad una fascia sempre più ampia di cittadini augurandosi che questo possa tradursi in concreti orientamenti sociali e politici di segno diverso. Una strada intrapresa e da intraprendere ulteriormente è quella di curare la comunicazione del MN attraverso gli strumenti presenti e futuri, intendendo con questo An di carta e on line, il sito del MN, i social network.

Studi approfonditi sulla comunicazione consentirebbero forse di raggiungere in modo efficace un più vasto numero di persone, come alcuni partiti politici hanno saputo fare negli ultimi decenni. Il desiderio per il MN è di avviare un dialogo che cresca sempre in ampiezza – raggiungendo davvero un maggior numero di persone – senza perdere in profondità e non dimenticando neppure il bisogno di interagire a diversi livelli. Pensiamo ad esempio al coniugare l’azione di informazione, formazione, e educazione rivolta al maggior numero di persone con quella di interlocuzione a sostegno agli sviluppi democratici che pure esistono all’interno delle istituzioni o nelle formazioni politiche tradizionali.

In un suo articolo datato 1947, richiamato durante i lavori di commissione, Aldo Capitini, preso atto con scarsa soddisfazione dell’esistenza dei partiti politici, indicava quattro posizioni di coscienza irrinunciabili:

1) nella vita politica e sociale: per l’integrazione dei partiti politici con ampie istituzioni aperte a tutti, come i C.O.S. ecc., e nei partiti facendoli vivere democraticamente;

2) nella scuola e nella stampa: contro l’imposizione di un’ideologia unica;

3) nella vita politica e statale, contro l’eventualità della tortura e della menzogna politica;

4) nella lotta internazionale: per il riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza.

Tradurre tutto questo oggi, nell’attuale configurazione sociale e politica e ricordando le risorse del MN, indica diversi livelli di azione:

  • localmente: promuovere la nascita di piccoli gruppi come laboratori di democrazia, anche lavorando in rete con altre componenti che condividono le nostre istanze di fondo;

  • ancora localmente: essere presenti a supporto dei gruppi, movimenti, comitati di resistenza territorialmente a noi vicini per promuovere lo studio e l’applicazione del metodo nonviolento, con il supporto sia dei gruppi locali del MN, sia del comitato di coordinamento nazionale e dei nostri mezzi di comunicazione, primo tra questi Azione nonviolenta cartacea e in rete. Porsi su questa strada per contribuire ad evitare sia derive violente nelle esperienze di conflitto sociale, sia criminalizzazioni o stigmatizzazioni da parte dei mass media che finiscono per invalidare ogni tentativo di dissenso o, peggio, per offuscare completamente l’obiettivo originario dell’impegno collettivo.

Per il nostro Movimento l’invito è e fare questo non come maestro o detentore del metodo ma come gruppo di persone in ricerca che stanno dentro alle cose sapendo che molti sono gli apporti necessari, e tutti di uguale dignità: quello di chi svolge azioni nonviolente assumendosi rischi personali, quello di chi è impegnato a supporto, o di chi svolge funzioni di informazione e diffusione verso l’esterno, o infine il ruolo di chi, proprio perché un passo più a lato, può dare riscontri e mostrare anche quegli aspetti della realtà che tendono a sfuggire a chi è emotivamente e personalmente immerso nel conflitto;

  • interloquire con la politica dei partiti, riconoscendo il valore e l’impegno di un’azione istituzionale per lo sviluppo della democrazia partecipata e il riconoscimento dei diritti fondamentali;

  • sottolineare la forte connessione esistente tra disarmo e democrazia e indicarla con nettezza nella futura campagna per il disarmo e per la promozione di una difesa civile, non armata e non violenta;

  • non dimenticare che l’impegno per la democrazia vissuto con coerenza richiede uno sforzo molto grosso anche per noi stessi, per la nostra vita personale e le nostre relazioni interpersonali e associative;

  • continuare ad utilizzare e a migliorare i nostri mezzi di informazione tradizionali e sul web, e al contempo curare un utilizzo critico degli strumenti multimediali e investire nello studio e nella divulgazione della critica ai nuovi media digitali con energie proporzionate a quelle investite nella loro adozione.

In particolare su quest’ultimo punto sono stati sollecitati suggerimenti per disegnare la nuova Azione nonviolenta in rete e la rinnovata Azione nonviolenta cartacea. Il gruppo ha ben compreso le differenti caratteristiche quanto a identità, periodicità e livello di approfondimento delle due edizioni e ha indicato nella versione in rete la possibilità di ricevere informazioni rapide, diffuse, attuali, con contributi da tante fonti dell’area nonviolenta. È stato suggerito che questo magazine on line sia costruito veramente in rete sin da subito: coinvolgere fin dal principio amici che non appartengono al MN ma si impegnano nella nostra area sarà un modo perché questo spazio di comunicazione sia sentito veramente come condiviso e aperto. Una proposta specifica ha riguardato la previsione su “An in rete” di uno sportello di consulenza on line per insegnanti sul tema della violenza nelle scuole.

Al tempo stesso tutti i presenti hanno riconfermato la necessità di una rivista cartacea come An che, riducendo la periodicità – bene la contrazione a 6 o anche a 4 numeri annui – diventi tematica, di approfondimento, e dia spazio ad articoli, a saggi, e a contenuti di ricerca o di formazione che non troverebbero sul sito una collocazione adeguata.

Commissione 3

Diritti e Doveri

Poiché da un punto di vista meramente giuridico i diritti rischiano di essere espressioni insufficienti nella prospettiva della nonviolenza, a questi vanno accompagnati i doveri ad essi relazionati, nell’ottica non di una semplice rivendicazione ma di un loro riconoscimento e attuazione pratica.

Inoltre l’attuale situazione di crisi economica e sociale rende urgente una ridefinizione del rapporto diritti/doveri anche da parte dei cittadini, in particolare in merito a quelli più minacciati: diritto al lavoro; diritto alla casa; diritto al cibo; diritto alla rappresentanza, diritto allo studio, et cetera.

Il rapporto fra diritti e doveri ha infine a che fare con le violenze e le ingiustizie passate. Per questo diventa una priorità lavorare sulla cultura e sull’educazione alla nonviolenza per valorizzare le azioni dirette, l’approfondimento teorico-pratico da realizzare attraverso un migliore utilizzo dei nostri mezzi di comunicazione e di confronto; in particolare Azione nonviolenta, nei suoi due formati on-line e cartaceo.

Dal dibattito in commissione, tenendo presente la limitatezza delle nostre attuali possibilità e l’ampiezza della tematica, ci si è concentrati su questi 4 punti concreti, realizzabili e sostenibili:

 1) La nonviolenza e l’apertura agli altri viventi:

La capacità di incidere del Movimento Nonviolento passa anche dal non limitare la pratica della nonviolenza a categorie specifiche di esseri viventi, poiché essa è una apertura infinita ai tutti. Risulta perciò auspicabile un impegno sempre maggiore verso il rispetto, la cura e le relazioni con i nonumani e una maggiore collaborazione in rete con i soggetti che si occupano in modo specifico di queste tematiche. Pertanto, si rimanda al Comitato di Coordinamento e al Movimento Nonviolento tutto l’impegno ad una maggiore attenzione alla questione dei nonumani, attraverso le seguenti azioni:

  • Realizzazione di approfondimenti teorico-pratici sulla rivista, sia cartacea sia in rete, con l’invito a dedicare sul sito un blog specifico sul tema.

  • Rafforzare la rete di rapporti con i movimenti attivi su questi temi (come ad esempio la LAV con cui già abbiamo avviato prime collaborazioni), e individuare una o più persone del Movimento Nonviolento che si dedichino con continuità al rapporto e alla costruzione di eventi ed attività con essi.

 2) Disarmo e diritto al lavoro

Premesso che una buona riuscita della campagna per il Disarmo passa anche dalla capacità di dare risposte alternative al sistema militare sul tema del diritto al lavoro, recuperando l’eredità e l’impegno sull’obiezione alla produzione bellica, si segnalano le seguenti possibilità di impegno individuale e collettivo:

  • Sostegno e solidarietà agli obiettori alla produzione bellica;

  • Sensibilizzazione e coscientizzazione dei sindacati attraverso la produzione di un documento specifico, e valutazione della possibilità di un seminario congiunto sul tema;

  • Coinvolgimento nella campagna disarmo 2014 anche degli operai direttamente coinvolti nel produzione di armi, portando la consapevolezza della stretta connessione tra industria militare e disoccupazione.

 3) Servizio civile

Premesso che il Servizio civile è un istituto specifico di difesa civile della patria e di conseguenza una sua ridefinizione deve articolarsi in base alle minacce reali dalle quali la patria ha bisogno di essere difesa, il Movimento Nonviolento sostiene questi quattro punti:

  1. Il Servizio civile è un diritto per tutti coloro, italiani e stranieri residenti in Italia, che ne fanno richiesta.

  2. Il Servizio civile nazionale è un istituto di “difesa della Patria” (art. 52 Cost.) alternativo allo strumento militare, ma con esso di pari dignità.

  3. La difesa civile della patria, a cura del Servizio civile, è rivolta alle difese dalle minacce nei confronti dei diritti costituzionali dei cittadini, non meno importanti della difesa dei confini nazionali, ma concretamente ed effettivamente sotto attacco.

  4. La difesa civile non armata e nonviolenta se adeguatamente preparata è in grado di concorre anche alla difesa del territorio da eventuali minacce esterne.

Per i prossimi tre anni il Movimento Nonviolento si impegna a:

  • Continuare su questa strada, per una promozione del servizio civile di tutti quelli che ne faranno richiesta.

  • Rafforzare la collaborazione con la CNESC e gli altri enti di servizio civile.

  • Realizzare una concreta valutazione sull’accreditamento di altre sedi del Movimento Nonviolento per il Servizio Civile, in Italia e all’estero.

4) Un impegno per il futuro

Nel dibattito diritti/doveri non si può prescindere dall’assumersi una responsabilità individuale e collettiva come iscritti al Movimento Nonviolento, per la sua crescita e prosecuzione, con una attenzione privilegiata verso i giovani.

La strada maestra può essere intrapresa mediante la diffusione e il rilancio di Azione nonviolenta, con:

  • Una campagna abbonamenti, da articolare concretamente a breve, che si rivolga a destinatari specifici (ad es. biblioteche, studenti e così via);

  • Un impegno a mettere in distribuzione la rivista durante tutte le iniziative locali, (sia organizzate direttamente sia alle quali si aderisce).

Il secondo aspetto è un impegno sulla formazione alla nonviolenza, per la realizzazione di incontri a livello locale, e di percorsi specifici con le scuole di ogni grado, da condividere puntualmente tra i vari centri territoriali al fine di valorizzare le esperienze, rafforzare le buone prassi e incrementare le opportunità di finanziamento e visibilità.

Commissione 4

Decrescita e semplicità volontaria

La commissione ha discusso la tematica esplorando tre livelli di analisi: individuale, collettivo e sistemico.

La situazione di crisi economica, politica e sociale globale porta il Movimento Nonviolento a confrontarsi da un lato con l’evidenza del fallimento del paradigma economico capitalista e con le forme di violenza ad esso strutturali; dall’altro con il moltiplicarsi di esperienze e iniziative rivolte alla costruzione dal basso di una alternativa più sostenibile e equa, che fanno perno sul concetto di responsabilità individuale.

Il Movimento Nonviolento dichiara il suo rifiuto al modello capitalista e si impegna per lo sviluppo di un’alternativa costruttiva, quella di un’economia della relazione dove la soddisfazione dei propri fabbisogni tenga conto degli effetti conseguenti a livello globale. L’impegno va declinato in particolare sul tema del diritto al cibo e sulle iniquità conseguenti all’attuale sistema agroalimentare.

I livelli di intervento individuati sono molteplici e vanno dall’educazione dei bambini e informazione corretta, all’azione concreta.

E’ possibile riconoscere molti tratti di continuità tra i movimenti emergenti (decrescita, economia solidale, ecc.) e l’area nonviolenta, negli obiettivi, nei valori di riferimento, ma non sempre nella riflessione sul metodo. E’ quindi auspicabile cercare collaborazioni con esse per intraprendere un percorso di azione comune.

Proposte e strumenti

A livello individuale il Movimento Nonviolento promuove l’assunzione di comportamenti di acquisto e consumo consapevoli che hanno la forza dell’esempio e offrono uno stimolo ad altri dimostrando la praticabilità di soluzioni economiche alternative (adesione a GAS, progetti di sostegno comunitario delle piccole produzioni, uso strumenti di finanza etica, approccio all’autoproduzione, riduzione dei consumi e dei rifiuti ecc.)

A livello collettivo il Movimento Nonviolento auspica un coordinamento con le realtà e movimenti che si dedicano alla ricerca di una alternativa economica, impegnandosi a cercare un’interlocuzione con gruppi locali e a livello nazionale, dove si riscontrino continuità di principi e metodi di azione.

Si rileva l’utilità di usufruire degli strumenti di comunicazione attualmente a disposizione del Movimento Nonviolento per la diffusione di informazioni sul tema dell’economia alternativa, in particolare si propone:

– di creare sul sito web del Movimento un’area specifica, dove elencare siti utili sulle pratiche di economia alternativa e fornire informazioni di orientamento, valorizzando il patrimonio di informazioni ed esperienze già esistenti;

– di creare una rubrica sulla rivista Azione nonviolenta per segnalare buone pratiche e progetti di economia alternativa

– cogliendo l’occasione della Festa di Azione nonviolenta di giugno a Modena per creare un primo luogo di incontro tra Movimento Nonviolento e le realtà dell’economia solidale (Negli stessi giorni si terrà l’assemblea nazionale dei GAS a Parma)

Votanti 43.

A favore 43. Contrari 0. Astenuti 0.

Approvata all’unanimità

Organi eletti dal Congresso

Presidente:

Mao Valpiana

Direttivo:

Pasquale Pugliese

Elena Buccoliero

Massimiliano Pilati

Piercarlo Racca

Comitato di Coordinamento:

Caterina Bianciardi

Caterina Del Torto

Gabriella Falcicchio

Raffaella Mendolia

Adriano Moratto

Daniele Taurino

Vittorio Venturi

Martina Lucia Lanza (rapporti internazionali)

Rocco Pompeo (Centro studi Nonviolenza)

Presidente emerito (invitato permamenteal CdC)

Daniele Lugli

Votanti 43.

A favore 43. Contrari 0. Astenuti 0.

Approvata all’unanimità