Se venisse approvato il decreto (133/2013), Bankitalia rimarrà solo nominalmente pubblica, lo Stato italiano non potrà influire sul suo funzionamento e la sua attività potrà essere plasmata dai suoi azionisti privati che in buona parte potranno essere soggetti esteri.

Questo impedirà qualsiasi uso per il nostro Paese delle nostre 2500 tonnellate d’oro (circa 100 miliardi) , oro che molto probabilmente le banche estere che entreranno nella Banca d’Italia, useranno per tenere in piedi il sistema Euro.
In sintesi Banca d’Italia molto probabilmente sarà di fatto come una filiale di Bundesbank.

Vogliono legarci mani e piedi nella caduta a picco del sistema Euro, cercando di toglierci ogni possibilità di riprenderci la sovranità monetaria e di abbandonare la follia di questa Unione di Schiavi Europei immolati nel nome dell’Euro.

La proposta del Partito Umanista non è solo di fermare la conversione del decreto in legge. Proponiamo una direzione opposta: che si ritorni alle funzioni che la Banca d’Italia aveva prima della sua separazione dal Tesoro. Questo comporterà la possibilità del Governo, di attuare politiche economiche grazie alla gestione della moneta. Denunciamo la malafede e i metodi violenti che continua ad utilizzare il PD ed il governo, sui cittadini italiani, ricattando gli italiani dicendo , tramite alcuni suoi componenti, che “o si (s)vende Bankitalia o devono pagare la seconda rata dell’IMU”.

Questo metodo violento viene continuamente attuato per forzare il consenso verso provvedimenti che continuano ad andare contro gli interessi del Paese.

Ringraziamo vivamente l’opposizione del M5S e di altre forze rispetto alla svendita della Banca d’Italia.

Concordiamo con la petizione che sta proponendo Lista Civica Italiana che giustamente afferma:
“è incostituzionale che il Governo, che ai sensi dell’art. 77 della Costituzione può decretare d’urgenza solo in casi eccezionali, “infili” in questo decreto sull’ IMU anche il tema della Banca d’Italia e dell’alienazione degli immobili.”

Condividiamo pienamente questa analisi di Lista Civica Italiana:

Bisogna procedere con grande cautela quando si tocca la Banca d’Italia, istituzione che detiene il patrimonio di tutti – ribadiamo “di tutti” – i cittadini italiani

Parte del patrimonio aureo della Banca d’Italia (circa 100 miliardi di euro) nasce dai tempi del fascismo in cui le famiglie italiane si privarono dell’oro per cederlo allo Stato o è il risultato dei proventi di quando la banca batteva moneta e dell’attività monetaria che oggi ancora esercita nell’ambito dell’Eurosistema per conto della collettività dei cittadini e ne reinveste gli utili.

Purtroppo, dopo la privatizzazione del 1990 le banche (di diritto pubblico) che detenevano legalmente le quote di Banca d’Italia sono diventate “private” e ciò oltre a generare una situazione di illegalità è fonte di un forte conflitto di interessi perché nel consiglio d’amministrazione della Banca d’Italia, che decide la destinazione degli utili agli azionisti, siedono appunto gli azionisti stessi…
E’ ora di sanare questa anomalia italiana. Fermiamo il decreto-legge!

Mobilitiamoci per le strade, le piazze e su web contro questa esproprio ad opera della finanza!