In Commissione Bilancio alla Camera respinti o ritirati quasi tutti gli emendamenti. Resta il tetto di 400 milioni al 5 per mille, nessuna novità sui fondi sociali, misure antipovertà, servizio civile, imposta di registro e nuova tobin tax. Per corpi civili di pace, derrate alimentari e cooperazione stanziata una manciata di milioni. Briciole.

Un nulla di fatto, o quasi. Qualche briciola dal banchetto del ricco Epulone e nulla più. Con la benedizione di Fassina, che ha seppellito ogni buone intenzione e ogni buon emendamento. Nonostante la pressione delle organizzazioni non profit e quello di numerosi parlamentari attenti al sociale, nella legge di stabilità sono stati tutti respinti o ritirati gli emendamenti che l’avrebbero migliorata su tanti temi cari al non profit: dal 5 per mille ai vari fondi sociali, dal servizio civile all’aumento dei fondi per la social card, dalla più onerosa imposta di registro per le onlus, alle norme sulla non commerciabilità ai fini Imu. Tutto cassato, tutto, quasi, come al Senato.

A confermare i peggiori timori è l’onorevole Luigi Bobba, membro della Commissione Bilancio della Camera, che ha fatto le due di mattina a Montecitorio licenziando la legge di stabilità, che ora passa all’aula. Bobba allarga le braccia: “Grosse novità non ce ne sono”, ammette, “il 5 per mille resta bloccato da un tetto a 400 milioni e i fondi sociali più importanti non sono stati toccati”. Niente da fare dunque per le dotazioni per la non autosufficienza fermo a 350 milioni (il Forum del terzo settore, che per la verità si è segnalato in questi mesi per le rivendicazioni del giorno dopo, ne aveva chiesti almeno 500), al fondo per l’estensione della social card a livello nazionale, niente aumento di fondi per il servizio civile, niente aumento neppure per il Fondo Famiglia, nonostante l’appello di Renzi domenica. Tra le poche note positive che riguardano i fondi (logica da Prima Repubblica in ogni caso), c’è da segnalare che il fondo per la cooperazione internazionale è stato aumentato di 10 milioni e 5 milioni in più sono stati assegnati al mini-fondo per le derrate alimentari ai poveri (che passa quindi da 5 a 10). Stanziati inoltre 9 milioni per una sperimentazione, che così è davvero spot, che riguarda i corpi civili di pace: 500 giovani potranno quindi partire per missioni civili di pace nelle zone più “calde” del mondo.

Sul fronte fiscale, non è stata modificata la norma del 2011 che renderà molto più caro per le onlus l’acquisto a titolo oneroso di immobili: dal 1 gennaio si dovrà infatti versare un’imposta di registro pari al 9% (oggi si pagano 168 euro fissi). Bocciato anche un emendamento che avrebbe equiparato la non commercialità Imu a quella delle altre norme fiscali sulla tassazione sul reddito, idea intelligente per non far pagare al terzo settore quanto non dovrebbe. E con grande delusione del promotore Bobba è stata anche accantonata l’idea di introdurre una vera Tobin Tax: se ne riparlerà a gennaio, quando il governo, bontà sua, si è impegnato a presentare finalmente una relazione sul gettito (molto inferiore alle attese) ottenuto con la versione attuale e “light” della tassazione sulle rendite finanziarie.

Tra gli altri risultati portati a casa c’è la cancellazione del bollo fisso di 34,20 euro sui conti correnti e risparmi, sostituito da un bollo proporzionale al volume delle somme investite e la soluzione, già portata a casa in Senato, del problema delle autorizzazioni ai medici con esperienza nelle cure palliative ad operare negli hospice. Ancora, 15 milioni andranno per l’attivazione di percorsi di ricollocazione e inserimento per disoccupati, mentre sarà rifinanziato per il 2014 anche il fondo per minori non accompagnati.

Resta sicuramente l’amarezza di constatare che nonostante tutti gli appelli delle associazioni (rivolti anche dalle pagine del Corriere della Sera)  e l’impegno di parlamentari amici del terzo settore (oltre a Bobba c’è sicuramente da citare Edoardo Patriarca, collega del Pd e membro della Commissione Affari sociali) è mancata da parte del Palazzo la volontà di ascolto delle istanze tese al bene comune. Ora pare che in Aula i margini di manovra siano pochissimi; se si porrà di nuovo la fiducia, questa sarà quindi la legge che ci dovremo tenere.

Gabriella Meroni

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