Non è facile fare gli auguri di buone feste di questi tempi e guardare con un minimo di serenità all’anno che verrà. Ci lasciamo alle spalle un altro anno di crisi e di folli politiche di austerità, che arricchiscono pochi e impoveriscono ulteriormente molti. E per capire quanto sia seria la situazione non è nemmeno necessario consultare le statistiche, basta guardarsi attorno tra familiari, amici e conoscenti.

Eppure, proprio in momenti come questi è fondamentale non perdere la bussola e la capacità di coltivare ogni segno di speranza e cambiamento. Ed è di vitale importanza non lasciare che ci atomizzino del tutto, che ci rinchiudano, un@ alla volta, nella prigione della solitudine. Insomma, la solidarietà non è una questione di buoni sentimenti, ma di necessità reciproca, di lungimiranza collettiva. La solidarietà è un’arma, si diceva una volta e forse dobbiamo ricominciare a dirlo.

Ecco perché vi propongo una “buona azione” per le feste, un atto di solidarietà tra chi resiste, lotta, spera, si sbatte per cambiare lo stato di cose presente. Non importa quanto o cosa potete metterci, importante è farlo.

Non è difficile, ahinoi, trovare chi ha bisogno di solidarietà. C’è chi continua a stare in strada a lottare per il lavoro (a proposito, gli operai e le operaie della Jabil di Cassina de’ Pecchi si apprestano a passare il terzo natale consecutivo al presidio, mentre a Trezzano sul Naviglio ci sono le attività della fabbrica recuperata Ri-Maflow), chi si ostina a pensare che l’informazione mainstream non sia l’unica possibile (il ManifestoRadio Popolare e Radio Onda d’Urto sono tutti in campagna abbonamento in questi giorni) oppure c’è chi lotta sul territorio e nella scuole e per questo si trova ora inondato da procedimenti giudiziari, che hanno un loro costo anche economico (il sito MilanoInMovimento ha lanciato una campagna di sottoscrizione per le spese legali intitolata La lotta (si) paga). E poi ci sono tanti altri ancora.

Io però voglio proporvi una “buona azione” in particolare. Riguarda una terra e una causa geograficamente più lontane e di cui dalle nostre parti si parla sempre di meno: la lotta del popolo palestinese per la sua terra e per il suo futuro. La situazione è più drammatica che mai, il processo di pace è poco più di una farsa, il governo israeliano sta rilanciando proprio in questi giorni il programma di espansione delle colonie, le incursioni militari continuano incessantemente e, come se non bastasse, Gaza di recente è stata pure colpita duramente dal maltempo e da inondazioni.

La situazione più critica continua ad essere quella della striscia di Gaza, assediata da più di sei anni e trasformata in una prigione a cielo aperto, dove ormai manca tutto. Proprio lì si sviluppa il progetto “Shady” di affido a distanza, rivolto in particolare a bambini che presentano disagio psichico e difficoltà di apprendimento.

Il progetto è curato dal comitato milanese di Salaam Ragazzi dell’Olivo Onlus. Sul loro sito (www.salaam-milano.org) trovate le info e le coordinate per contattarli. È gente seria, ci si può fidare. Per quanto mi riguarda sostengo un affido a Gaza da anni e intendo rinnovarlo anche per il 2014.

Questo è quanto. Deciderete voi se e che cosa fare. A me non rimane che augurare a tutti e tutte buone feste e un anno nuovo migliore di quello vecchio.

http://www.lucianomuhlbauer.it