"Memocrazia" = governo dei Memorandum, ma anche, dallo spagnolo 'memo', governo degli idioti. “Memocrazia” = governo dei Memorandum, ma anche, dallo spagnolo ‘memo’, governo degli idioti.

di Carlos Delclòs

Il Movimento delle Vittime degli Sfratti è uno dei movimenti spagnoli più forti. Carlos Delclòs parla con l’attivista del PAH  Elvi Màrmol a proposito della chiave del suo successo.

La storia della crisi economica, sociale e politica spagnola è una storia di proprietà, bisogni e valori. E al centro di tale storia c’è la domanda tanto familiare da essere divenuta un cliché: che cosa fa di un edificio una casa? Può suonare banale, ma in un paese in cui le famiglie dormono per strada, interi isolati sono vuoti di residenti e la casa resta fuori portata per larghi segmenti della popolazione (nonostante l’onnipresenza di cartelli “Vendesi” nel paesaggio urbano), è una domanda cui i politici in larga misura non danno risposta.

Da più di quattro anni la Plataforma de Afectados pro la Hipoteca  (PAH, “Piattaforma delle vittime dei mutui ipotecari”) persegue una risposta semplice e poetica a questa domanda: persone che vivono insieme, l’una per l’altra. La campagna di mutuo sostegno, solidarietà e disobbedienza civile del movimento colpisce il cuore stesso della struttura di potere della Spagna e, nonostante un blocco istituzionale spesso schiacciante, ha ricevuto il sostegno di fino al 90% della popolazione.

Per capire lo spettacolare sostegno, la prassi radicalmente trasformativa e le sfide istituzionali affrontate dal PAH ho recentemente parlato con Elvi Màrmol, un’attivista del PAH della città di Sabadell, appena a nord di Barcellona. Pur avendo lavorato per diversi anni come contabile, oggi è una rappresentante di commercio libera professionista. Ciò, dice, le concede parecchio tempo da dedicare al PAH. E’ membro del Comitato Casi del PAH di Sabadell e responsabile comunitaria delle sue reti sociali, nonché membro dei Comitati di Negoziazione e Internazionale del PAH Catalogna.

Come sei arrivata ad aderire al PAH?

Elvi Màrmol (EM): Come molti, sono arrivata al PAH a metà del 2011 attraverso il movimento 15M. Non facevo parte del movimento 15M della mia città, ma ho ricevuto un opuscolo che pubblicizzava un dibattito del PAH nella piazza di fronte al municipio. Fino ad allora avevo soltanto sentire parlare del movimento sui media e non sapevo che fosse presente a Sabadell, così ho colto l’occasione e mi sono recata al dibattito. Sapevo che la mia conoscenza dei prodotti finanziari e la mia esperienza in consulenza fiscale e in trattative bancarie sarebbero state utili, così mi sono trovata immediatamente a lavorare. Sono stata in grado di aiutare, ma quello che non sapevo era quanto il PAH avrebbe aiutato me; è così tanto che ci vorrebbe un’altra intervista.

Che cosa ha dato il via alla creazione del PAH?

EM: Nel 2007 i prezzi degli alloggi avevano toccato picchi record. Se consideriamo questi prezzi sproporzionati assieme ai tassi d’interesse alle stelle e alla diminuzione del reddito (poiché la disoccupazione è passata dall’8,3 per cento del 2006 al 17 per cento del 2009), ci troviamo con una cittadinanza impoverita e gravata da debiti che vive nella paura di un futuro incerto.

Nel 2006 era nato a Barcellona il movimento V de Vivienda (un riferimento a V per Vendetta che si traduce in “V per la casa”). Per due anni aveva articolato la lotta per il diritto ad alloggi decenti e denunciato la bolla residenziale, chiedendo la fine della violenza della speculazione immobiliare.  Quando è scoppiata la bolla, due anni dopo, alcuni degli attivisti del gruppo si sono resi conto che la gente stava per non poter più essere in grado di rimborsare i propri mutui e che la lotta non sarebbe più stata per l’accesso alla casa ma che molte famiglie sarebbero state lasciate in realtà senza una casa. Hanno anche scoperto che la legge spagnola sui mutui ipotecari avrebbe lasciato le persone con un debito incombente sulla loro testa per il resto della vita. Così nel febbraio del 2009 è nata la Plataforma de Afectados por la Hipoteca (PAH) che ha posto all’ordine del giorno il fallimento delle politiche abitative e che si sarebbe dimostrata un grosso colpo per i governi che aveva spinto la popolazione a indebitarsi.

La differenza maggiore tra il movimento V de Vivienda e il PAH sono i rispettivi membri. Mentre il primo era composto principalmente da giovani con lavori precari che si organizzavano e lottavano per lasciare le case dei propri genitori, la maggioranza del PAH è composta da famiglie che stanno subendo il pignoramento.

Qual è il rapporto tra il 15M e il PAH?

EM: Il PAH è stato creato due anni prima che il movimento 15M irrompesse sulla scena; c’erano già gruppi a Barcellona, Sabadell, Terrassa, Murcia e altre città. Il movimento 15M nelle piazze, e poi nelle assemblee di quartiere, ha contribuito a lanciare il PAH in tutta la Spagna. Oggi ci sono più di 200 gruppi PAH. E il movimento 15M è stato particolarmente d’aiuto nella campagna “Basta sfratti”: siamo passati da più o meno 50 presenze agli sfratti a centinaia di persone.

Com’è la vita cittadina quotidiana in Spagna oggi?

EM: Oggi la vita quotidiana in Spagna è dura e sta diventando ancora più dura. Il diritto a una casa decente è sistematicamente violato. Ci sono più di quattro milioni di case vuote, gli sfratti infuriano tuttora, gli alloggi pubblici sono circa l’un per cento delle case totali e articoli di giornali stanno affermando che persino quelli saranno privatizzati. Solo pochi mesi fa la città di Madrid ha venduto 3.000 case sovvenzionate alla Goldman Sachs. La percentuale dei disoccupati è tuttora a livelli record, quasi il 28%. E’ superiore al 50% nel caso dei giovani, così essi non saranno in grado di lasciare le loro case e dovranno essere mantenuti dalle loro famiglie fino a quando avranno trent’anni. I tagli all’istruzione stanno rendendo più difficile ai giovani andare all’università e i tagli ai servizi sanitari stanno già escludendo migliaia di persona dal sistema sanitario pubblico spagnolo.

Perché la lotta per una casa decente, e in particolare la campagna del PAH contro gli sfratti, è una lotta così importante in confronto con il lavoro, i servizi pubblici e altri problemi sociali?

EM: Prima che una persona perda la casa, è parecchio probabile che abbia perso il lavoro o la principale fonte di reddito. L’ultima cosa che tutti pensano di perdere è la casa, il tetto sopra la testa, il luogo in cui si sentono al sicuro e di cui tutti hanno bisogno, che fosse una grotta migliaia di anni fa o i vari tipi di alloggi che esistono nella nostra attuale era consumistica. E’ nell’ambito di questo bisogno fondamentale che esiste la lotta fondamentale per una casa decente.

Il PAH organizza assemblee cui tutti possono presenziare, in cui tutti possono spiegare la propria situazione e chiedere aiuto. Non diciamo mai a nessuno che il suo caso troverà soluzione per il solo fatto di essersi presentato. Quello che diciamo alle persone è che se continuiamo a lavorare insieme, le possibilità che la loro situazione migliori saranno maggiori. Abbiamo avuto molto successo perché abbiamo conseguito delle piccole vittorie. Ogni volta che festeggiamo un caso in cui siamo stati in gradi di far sì che una banca dichiari senza rivalsa * il debito per la casa in questione (nota: questo non è lo status quo in Spagna), si apre un mondo di speranze per le persone che aspirano alla stessa cosa. Ogni piccola conquista spinge la gente a continuare a battersi e poiché queste vittorie sono ottenute grazie alla forza complessiva di tutti quelli che lottano insieme, la gente comincia ad andare oltre il proprio problema individuale e a concepire una comunità. [* “non recourse debt” nell’originale; in pratica, nel caso di insolvenza del debitore, la banca si limita al pignoramento dell’immobile ipotecato assorbendo l’eventuale perdita tra il debito residuo e il valore di mercato dell’immobile; il pignoramento libera il debitore dal debito – n.d.t.].

Nelle lotte che tu citi e un po’ più difficile ottenere tali importanti e tangibili vittorie in così poco tempo. Ciò fa sembrare utopistiche queste lotte a chi è meno politicizzato. Dobbiamo trovare un modo per approfittare dell’occasione che il PAH ci offre di far crescere la lotta in altre aree, in modo che sia più globale e più unito.

Qual è il rapporto tra il PAH e i partiti politici? Considerate il PAH un avversario diretto della politica partitica?

EM: Uno dei pilastri del PAH, così com’è espresso nel suo statuto e come prerequisito per formare un nuovo PAH, è che il PAH è esplicitamente non allineato con qualsiasi partito politico. Non apparteniamo ad alcun partito politico e non diventeremo mai uno di essi, e questa è una componente chiave del nostro successo. Le nostre assemblee sono molto pluraliste e comprendono persone che hanno affinità con una molteplicità di partiti politici, compreso il Partito Popolare che è di destra, una cosa che non capirò mai.

Qual è il rapporto tra il PAH e la polizia?

EM: Il rapporto con le diverse forze di polizia spagnole varia secondo le città. A Sabadell i Mossos d’Escuadra catalani sono stati protagonisti di numerosi episodi orribili. Un paio d’anni fa, dopo un’iniziativa nella festa della befana in cui siamo passati da una banca all’altra lasciando sacchi di carbone, hanno affrontato un gruppo di attivisti e hanno ferito un minorenne. Solo pochi mesi fa, quando abbiamo occupato un grande isolato per traslocarvi alcune famiglie sfrattate, volevano passare attraverso le duecento persone che bloccavano l’ingresso. Una dei nostri legali ha detto all’unità che non poteva entrare senza un mandato e il giorno dopo i Mossos hanno accusato di resistenza lei e due attivisti. Naturalmente il giudici li ha poi assolti da quell’accusa.

Molto presto il governo promulgherà la riforma del codice penale e anche se sappiamo che quella che è stata presentata non è la versione definitiva, è chiarissimo che i cambiamenti sono mirati a impedire le nostre proteste. Ad esempio bloccare uno sfratto o attuare un’escrache (in cui identifichiamo politici che sono contro la riforma a favore del popolo della legge spagnola sui mutui ipotecari) può comportare una sanzione tra i 1.000 e i 30.000 euro. Assistere immigrati con il permesso di soggiorno scaduta sarà reso reato penale. La resistenza passiva all’aggressione di un agente sarà trattata come “resistenza all’autorità”, che può essere punita con da due a quattro anni di carcere. Queste misure saranno estremamente dure e certamente puniranno le forme di solidarietà e i lavoratori.

Che genere di tattiche e strategie attua il PAH e perché?

EM: La campagna forse più nota è “Basta agli sfratti”, ispirata da Lluis di La Bisbal che, dopo aver ricevuto la notifica di sfratto, si è recato in un’assemblea e ha dichiarato che non avrebbe lasciato la sua casa. Ha chiesto aiuto e l’ha trovato. Nel novembre del 2010 più di cinquanta persone era schierate all’esterno della sua casa e hanno impedito all’ufficiale giudiziario e alla polizia catalana di attuare lo sfratto. Lo sfratto è stato bloccato quattro volte da allora e oggi il caso è stato archiviato ed egli e suo figlio Lloid restano nella loro casa. Sino a oggi abbiamo bloccato più di 800 sfratti.

Dopo di ciò abbiamo lanciato una campagna di promozione di una proposta di legge d’iniziativa popolare mirata a cambiare l’arcaica legge spagnola sui mutui ipotecari. Nonostante avessimo raccolto 1,4 milioni di firme il Partito Popolare l’ha rigettata, il che ha dato il via alla nostra campagna attuale, nota come Obra Social  (un gioco di parole che utilizza l’espressione usata dalle banche spagnole nei loro programmi di responsabilità d’impresa e che letteralmente si traduce in “lavoro sociale”). Questa campagna è più rivoluzionaria e meno riformista delle precedenti, poiché implica l’occupazione di isolati residenziali di proprietà di società finanziarie per darli a famiglie sfrattate.

In base alla mia esperienza personale, da membro del PAH di Sabadell posso dire che attualmente il nostro è il più forte dei gruppi PAH. Abbiamo occupato tre edifici nella nostra campagna Obra Social. Abbiamo combattuto più ampiamente di altri gruppi per il diritto ad alloggi decenti, poiché aiutiamo anche gli inquilini in affitto e non solo chi ha sottoscritto mutui ipotecari. Organizziamo seminari per occupanti singoli e abbiamo attuato la più lunga occupazione di una banca nella storia del PAH, durata quattro giorni e tre notti nella sede dell’Unnim, una sussidiaria del BBVA [Banco Bilbao Vizcaya Argentaria].

Considerate le vostre tattiche parte di una politica a più lungo termine?

EM: Penso che ottenere che le banche dichiarino i mutui ipotecari debiti senza rivalsa, interrompere gli sfratti e ottenere affitti ridotti grazie all’edilizia pubblica siano alcune delle piccole vittorie che ci hanno reso forti e che ci differenziano oggi da altri movimenti sociali. Direi che le nostre tattiche e strategie sono prevalentemente a breve termine e consistono nel decidere obiettivi che siano conseguibili in termini dell’arco temporale e dell’energia che richiedono. Questi successi tangibili a breve termine inducono le persone a passare dall’essere scoraggiate e demoralizzate a sentirsi dotate di potere e ad avere un impatto sulle loro comunità, in tempi relativamente stretti. Ci aiutano anche a mantenere visibile il movimento, a raggiungere un numero maggiore di persone e a continuare a contestare politici e banchieri a proposito del cambiamento della legge.

Contemporaneamente le nostre assemblee ci garantiscono di apprendere e addestrarci reciprocamente sempre, così da non perdere mai l’essenza di ciò che rende così importante il PAH, cioè le persone che partecipano al movimento. Senza dubbio il più grande successo del PAH è stato di dare potere alle persone. Sono uomini e donne che a un certo punto si erano convinte di far parte di una classe media e che ora si rendono conto di essere parte di una maggioranza molto più vasta, che è la classe lavoratrice. Un tempo erano soltanto un numero nella forza lavoro e oggi, grazie al PAH, sono attivisti che non difendono soltanto il diritto a un alloggio decente ma che lavorano con i militanti che hanno conosciuto in altri movimenti per tessere la rete sociale delle loro stesse comunità.

Quali sono state sinora le chiavi del successo del movimento?

EM: Il successo del PAH sta in ciascuna delle sue assemblee locali. Le persone arrivano in tali assemblee in cerca di una soluzione alla propria situazione individuale, ma si rendono rapidamente conto che attraverso la solidarietà e la disobbedienza civile possono non solo trovare soluzioni ai propri problemi, ma anche di essere parte di una comunità che è capace di successi su larga scala.

Il PAH è oggi il più importante movimento sociale della Spagna, ma né è perfetto, né è una panacea per tutti i mali del paese. Facciamo un sacco di cose che sono state fatte molti anni fa, nei movimenti di quartiere, nei movimenti di occupazione e così via. La piattaforma è nata nel posto giusto al momento giusto e ha imparato come apprendere, crescere ed espandersi senza perdere la sua essenza. Forse col tempo saremo in grado di riunire tutte le diverse lotte sociali che hanno luogo in questo momento della storia.

Carlos Delclòs è docente di sociologia all’università Pompeu Fabra e redattore della rivista ROAR. Questo articolo è stato pubblicato in origine sotto licenza Creative Commons, Attribuzione, Non commerciale, 3.0, da openDemocracy.

 

Fonte: http://www.zcommunications.org/victims-no-longer-spain-s-anti-eviction-movement-by-carlos-delclos.html

Originale: Roarmag.org

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2013 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0