Una volta accertato che non fosse Crozza che ne faceva l’imitazione, non resta che prendere atto che l’assessore alla mobilità Filippo Bonacorsi ha realmente affermato che per i lavori Tav a Firenze tutto va bene, e che anzi non c’è bisogno di altri monitoraggi. Da parte sua il capogruppo Pd Francesco Bonifazi – premettendo incompetenza (giustamente a nostro avviso) afferma con sprezzo del ridicolo e buttandola in politica che il Comune vigila “bene, con precisione e con costanza” sui cantieri.

Quello che proprio non si capisce è come si faccia a fare affermazioni come quelle di Bonaccorsi e Bonifazi all’indomani della pubblicazione di un rapporto di valutazione e monitoraggio di Arpat, che certifica quello che è stato sempre detto: l’alterazione del livello di falda c’è, è sensibile, è in crescita.

E la stessa Arpat, dopo l’analisi dei dati, afferma che per Campo di Marte “è stata segnalata all’Osservatorio l’opportunità di una rivalutazione complessiva dei sistemi di continuità della falda dell’imbocco sud” (cioè dei sistemi che dovrebbero far passare l’acqua da monte a valle delle barriere costruite per il tunnel), mentre per la nuova  Stazione “viene evidenziata la difficoltà dell’attuale sistema di continuità della falda a raggiungere una effettiva mitigazione dell’effetto barriera  dovuto alla realizzazione dei diaframmi della nuova stazione AV. E’ stata pertanto segnalata all’Osservatorio la necessità di procedere celermente al nuovo dimensionamento della batteria di pompe di presa e resa facenti parte del sistema di continuità.”

Per inciso, la variazione del livello di falda in ambito urbano può avere conseguenze gravi su centinaia di edifici che sorgono negli ambiti interessati, sia a monte che a valle.

Tralasciamo il fatto che praticamente tutti i protagonisti di questa triste vicenda sono sotto inchiesta per comportamenti gravissimi che potevano, e potrebbero, mettere a repentaglio la sicurezza della popolazione? Tralasciamo.

Sorvoliamo sul fatto che materiali di scavo ne sono stati portati via una quantità minima rispetto a quanto necessario complessivamente, ma quel “poco” è stato in gran parte smaltito in modo illecito? Sorvoliamo.

Mentre l’Arpat dice che i problemi ci sono eccome – confermando quanto sostenuto a suo tempo da esperti indipendenti fra cui docenti di ingegneria, che si deve riprogettare il sistema previsto di mitigazione dell’effetto barriera – i vertici politici e amministrativi del Comune di Firenze sostengono che “tutto è a posto”, anzi, si può fare a meno di nuovi controlli.

L’indiscutibile effetto comico della gag della premiata ditta Bonaccorsi&Bonifazi è rovinato dal fatto che le possibili conseguenze di tale superficialità potranno ricadere pesantemente sulla testa di centianaia o migliaia di cittadini. Dopo le barzellette, si può parlare un po’ più seriamente di problemi di tale gravità?