AI SINDACI DELLA REGIONE TOSCANA

AI GRUPPI CONSILIARI DEI COMUNI DELLA TOSCANA

Oggetto: Chi decide e cosa si decide sull’acqua ?

Egregi Sindaci,
quest’anno, relativamente all’acqua, la ripresa di Settembre avviene tramite incalzanti annunci di faraonici progetti. L’Autorità idrica toscana, prontamente spalleggiata da Cispel e da media al seguito, annuncia grandiosi investimenti: mega-diga sul Merse e dissalatori per il sud della Toscana; “ autostrada dell’acqua” per collegare i bacini acquiferi della piana di Lucca con l’acquifero del Luco, etc…. per la Toscana del centro-nord.
Facciamo notare che lo strumento previsto dalla legge Galli, tuttora vigente, per determinare il fabbisogno idrico è il Bilancio di bacino; facciamo anche notare che in Toscana non è stato ancora predisposto il bilancio idrico nè a livello regionale né a livello dei diversi bacini idrogeografici.
Ciononostante Mazzei dell’Ait, De Girolamo di Cispel ed i signori toscani dell’acqua vorrebbero far approvare, in fretta e furia, ai sindaci della Toscana un costosissimo piano di investimenti, che saranno caricati, quasi per intero, sulle bollette dei cittadini.
Di tutto ciò i consigli comunali potranno tranquillamente essere informati a cose fatte, dopo l’approvazione del piano di investimento !!

Siamo a questo punto, perciò vi chiediamo di riprendere nelle vostre mani, come hanno chiesto milioni di cittadini nel referendum del 12-13 giugno 2011, il potere di decidere sulle questioni strategiche relative all’acqua come questa degli investimenti.
Aggiungiamo un altro dato per riflettere su quali sono le priorità relative agli investimenti; dai documenti ufficiali risulta che, in Toscana, le reti degli acquedotti perdono più del 40%, con punte fino al 50 %; in queste condizioni non avrebbe maggior senso un piano di investimenti per rifare le reti degli acquedotti toscani ? Oppure preferiamo lasciare le reti come sono ed immetterci quantitativi maggiori di acqua, con l’augurio che si risaneranno da sole ?

Oltre a questa vicenda degli investimenti nei prossimi giorni ci sarà un nuovo giro di consultazioni promosso dall’AEEG di Milano relativamente alla regolazione della nuova tariffa e per la quantificazione degli investimenti e l’individuazione dei possibili strumenti finanziari; già nei mesi scorsi avevamo denunciato le numerose illegittimità contenute nella nuova tariffa-truffa (retroattività, fondo per nuovi investimenti, costi finanziari forfetizzati a tassi esosissimi, etc.); è evidente che la necessità di nuova consultazione dimostra il fallimento totale anche del metodo di lavoro dell’AEEG.

Ci risulta che in Italia sono pochissime le realtà che hanno inviato i dati richiesti dall’AEEG e che dunque la nuova tariffa-truffa, nonostante gli annunci di alcuni gestori toscani, non è ancora in vigore a livello nazionale.

Invitiamo i Sindaci ed i consigli comunali ad intervenire in questa difficile situazione relativa alle tariffe, dando seguito all’esito referendario, facendo riferimento in particolare al secondo quesito che ha abolito la “ remunerazione del capitale”.

Vogliamo ricordare ai Sindaci, componenti l’assemblea dell’AIT, che l’ATO 3 Medio Valdarno ha espresso voto contrario sia al Metodo Tariffario Transitorio, sia al Foni (Fondo Nuovi Investimenti), stabilendo in euro le risorse necessarie ad effettuare i nuovi investimenti, quindi le minacce dei gestori, di non poter fare investimenti senza schierarsi con i piani dettati dall’AEEG, sono solo chiacchiere inconsistenti.

Vi segnaliamo la sentenza di poche settimane fa, emessa dal giudice di pace di Chiavari, in Liguria; il giudice ha disposto la restituzione del 22% della bolletta di una cittadina, pari alla quota di profitto che i cittadini pagano sulle bollette dell’acqua, come “remunerazione del capitale”. Questa sentenza è molto importante perché oltre a ribadire il valore legislativo dell’istituto referendario riconosce anche che l’Autorità per l’Energia elettrica e il gas ha un limitato potere amministrativo, comunque subordinato all’esito referendario.

La sentenza ha un rilievo nazionale e dunque anche i nostri sindaci si facciano parte attiva per far applicare l’esito referendario; è necessario che i Sindaci della Toscana pretendano che le diverse SpA che gestiscono l’acqua si adeguino alla legge, al volere popolare espresso con i referendum di giugno 2011, al buon senso.
Da parte nostra non ci fermeremo fino a quando non verrà avviato un serio processo di ripubblicizzazione che cominci con la totale ed immediata eliminazione di ogni forma di profitto dall’acqua.

Forum toscano dei movimenti per l’acqua