Non si può non notare… È talmente enorme il cartello, quasi pubblcitario, che si erge su uno dei palazzi in entrata a Scampia. Recita: “Welcome in Scampia. Se credi in Scampia, troverai un mare d’amore”. Una frase che lascia perplessi, se non addirittura sconcertati. Solo girando per le strade con l’auto o ancor di più addentrandosi nei palazzoni, agglomerati umani lasciati al loro destino, ci si domanda dove possa nascondersi questo amore. O siamo tutti ciechi o tutto ciò che si chiama amore si nasconde così bene da non farsi trovare. Questo è un posto che trasuda disagio, un disagio incrostrato dentro le mura di casermoni e loculi abitativi, nelle strutture fatiscenti dove non si respira amore, ma solo tanto nulla… E dove bambini e adulti sguazzano, in questo nulla perpetuato da anni e anni di abbandono.
È come se Dio, il resto degli uomini e, sopratutto, le istituzioni si fossero dimenticati di questa gente, annegandola in un mare di cemento… Altro che mare d’amore!
Qualcuno, anzi più di qualcuno, potrebbe pensare che è questo che Scampia, terra di camorra, si merita…. Di tutta l’erba un fascio: abitante di Scampia uguale a camorrista, non può essere diversamente. E invece può essere…. Non basta sentir dire, ascoltare da lontano, bisogna addentrarsi oltre le mura, guardare negli occhi i bambini che giocano tra le siringhe abbandonate e scrutare i volti delle madri sedute sull’uscio. Usci di case senza protezione che testimoniano “assenza”… L’assenza è visibile, ben presente e crediamo che anche le nostre telecamere, per un piccolo istante, siano riuscite a coglierla.
In questi aglomerati umani tutto si mischia, famiglie, odori e puzze. L’onestà si mischia con la disonestà, una melma indiffierenziata che permette alla camorra di mettere radici.
Eppure le storie di onestà a Scampia sono diverse, storie di onesti che hanno la sola colpa di vivere in un disagio sociale dal quale nessuno ha il coraggio o volontà di toglierli.
Storie come quelle di Monica, una donna che, per problemi economici, è costretta a vivere in un ex scuola disagiata, insieme ad altre 27 famiglie, lontano dai suoi figli, ai quali ha preferito risparmiare il degrado, portandoli a vivere con i suoi genitori.
Il racconto di Monica e la visita guidata al suo alloggio di fortuna ci lasciano un amaro in bocca che ci mette un po’ di ore a sparire. E pensare che solo pochi anni fa Monica poteva permettersi una casa dignitosa, risciva a sussistere con le proprie forze e a tenere unita la sua famiglia. Da vent’anni aspetta una casa popolare che gli spetterebbe di diritto per la sua condizione di monogenitore e per la sua situazione economica. Ma, nonostante le grandi difficoltà, Monica non molla, continua a lottare per il suo diritto e per quello di tanti altri…. Di tanti altri come lei.

“Se credi in Scampia”… E come si può credere al nulla? Il nulla per giorni, mesi, anni, decenni… A continuare a non avere nulla, alla fine ci si rassegna e il risultato sono un tempo e uno spazio sospesi dove non si aspetta e non ci si aspetta.
Tanto meno amore, dove può essere l’amore in tanta desolazione?
Eppure basta fermarsi solo per due giorni in questo mondo dimenticato per capire che c’è altro, tanto altro. Fermarsi accanto ai ragazzi, giovani, ma tenaci dell’associazione (R)esistenza, osservarli in silenzio, sentire pulsare il loro impegno, ascoltarli raccontare il loro operato e quello di diverse realtà territoriali che aiutano da tempo ragazzi, figli della camorra, o semplicemente persone come Monica che in loro trovano calore e speranza. Aiutano la gente di Scampia e le restituiscono, goccia dopo goccia, un amore che non conosce o non conosce più.
Sul volto di Ciro Corona, responsabile di (R)esistenza, c’è luce, la luce dell’amore, l’amore per la sua terra, una terra dove è nato e cresciuto…. Nonostante i momenti di scoraggiamento, Ciro non pensa mai a lasciare Scampia, se gli chiedi “pensi mai ad andartene?” Risponde… “Questa è la mia terra”. L’abbandono non sta nei suoi pensieri Per lui non esiste abbandonare questa terra e la sua gente.
I giovani dell’associazione conoscono bene Scampia e sanno che quello che manca ai napoletani di questa periferia dimenticata sono punti di riferimento, luoghi di aggregazione sociale dove confrontarsi e ritrovarsi, ritrovare un’unione e un’identità in grado di combattere la camorra, dove far crescere germogli di amore e non di criminalità.
E in questa terra dove i sogni sembrano non esistere, i ragazzi di (R)esistenza hanno sogni che non credono impossibili. Credere che i sogni possano diventare realtà è possibile. Come il sogno di trasformare una scuola abbandonata, ricovero per anni di tossici e spacciatori, in un centro polifunzionale di aggregazione sociale. Mentre Daniela ci fa fare una visita tra macerie e calcinacci, illustrandoci dove saranno collocate la scuola di musica, teatro, cinema e la comunità penale per l’inserimento lavorativo di ragazzi in difficoltà, il progetto sembra prendere forma sotto i nostri occhi. I giovani di (R)esistenza ti trasferiscono i sogni….
E poi capita che i sogni diventino realtà… Come è successo con il Fondo Rustico Amato Lamberti, bene confiscato alla camorra, gestito da Ciro e dai suoi compagni. Quattordici ettari di pescheti e viti, pieni di vita, rigogliosi di lavoro e legalità. Da tutto questo nasce la marmellata di pesche che viene inserita ogni anno nel “pacco alla camorra”, iniziativa promossa insieme ad altre realtà che gestiscono beni confiscati nel casertano.
Grazie all’impegno di (R)esistenza e di tutte le altre associazioni che operano a livello territoriale, i pacchi alla camorra sono diventati tanti….
Uno fra tutti: quello di tenere sempre aperto un cancello di un terreno restituto alla collettività, dopo essere stato per anni teatro di illegalità. Il Fondo è diventato un punto di riferimento per molta gente, spesso si sale in cima alla collina solo per fare un saluto o per mangiare un piatto di pasta tutti insieme. Una casa a cielo aperto, dove si respira libertà, diversa dai palazzoni agglomerati di Scampia.
Ed è così che, quando le luci scendono e i cuori si rinsaldano nell’unione, sembra di vederlo quel mare di amore… e, d’improvviso, ci si nuota dentro inconsapevolmente avvolti dalla luce della luna.

 

Mimma Scigliano

 

articolo originale da Valorizziamoci: http://www.valorizziamoci.it/un-mare-di-amore/