E’ partita lo scorso 30 marzo da Tunisi con la partecipazione al Forum Sociale Mondiale ed è al suo sedicesimo viaggio la XVI edizione della Carovana Internazionale Antimafie, promossa da Arci, Libera e Avviso Pubblico, in collaborazione con Cgil, Cisl, Uil e La Ligue dell’Enseignement.

Un’edizione di 69 tappe, giunta oggi a metà del suo percorso, durante la quale i carovanieri, da sud a nord del paese, si faranno portatori del messaggio della legalità.

“Se sai contare inizia a camminare” è lo slogan di questa nuova avventura che ha il fascino di trasformarsi in un vero e proprio laboratorio itinerante, crocevia ed incontro di persone e luoghi accomunati dalla voglia di dire presente e di esporre con fierezza il volto pulito del nostro paese per contrapporlo a questo sporco dell’illegalità economica.

Così, durante le centinaia di km del percorso della Carovana, organizzatori, associazionismo impegnato, cittadinanza, scolaresche, società civile, vittime delle mafie partecipano e focalizzano l’attenzione sui temi della corruzione. Le mafie, l’evasione fiscale, la corruzione e, più in generale, tutte le attività illegali che sembrano ormai rientrate negli “usi e costumi” del belpaese e che generano per la comunità costi enormi riuscendo inoltre a sottrarre a tutti noi cittadini italiani circa 500 miliardi, secondo una recente stima effettuata dagli organizzatori della Carovana. Cifre gigantesche, che devono portarci a riflettere, ancor più in quest’epoca di crisi nella quale la classe politica ci sottopone a manovre e austerità.

Contro tutto ciò lotta il popolo della legalità che ogni anno, da ormai quasi vent’anni, si ritrova ad accogliere e abbracciare il passaggio dei carovanieri, con i loro furgoni simbolicamente carichi di speranza e di fiducia. Dei furgoni che di tappa in tappa caricano a con se elementi essenziali per vincere contro l’illegalità nel nostro territorio; ora è la memoria che sale a bordo durante gli incontri con le vittime delle mafie, mai dome e che non hanno mai perso la forza ed il coraggio di ottenere verità e di testimoniare solidarietà; ora è l’attivismo, quello di varie realtà positive del paese che, spesso nel silenzio mediatico e nell’indifferenza complice delle istituzioni, riescono a trasformare luoghi per farne comunità più sane e meno fragili di fronte al fenomeno mafioso. Così come accade a Scampia dove la volontà, il coraggio e la temerarietà di pochi cittadini hanno permesso di bonificare interi quartieri, riqualificare e rendere vivibili aree, creare lavoro e reddito pulito per i giovani, a garantire livelli di scolarizzazione a bambini e adolescenti, altrimenti destinati ad essere assoldati dalla Camorra, ma soprattutto ad avere i favori e l’appoggio morale e materiale della cittadinanza, in altre epoche asfissiata e impaurita dalla morsa mafiosa.

La Carovana è anche questo, è sensibilizzazione, è stimolo, è possibilità di convergenza tra realtà positive del territorio, è capacità di mostrare come combattere l’esclusione e la marginalità sociale, è opportunità di fare emergere storie invisibili di concretezza e di cittadinanza attiva.

Dopo il primo mese di tappe nel meridione d’Italia, in maggio i furgoni si accingono ad attraversare le strade di città, di paesi, di villaggi e di fette di territorio del nord con lo stesso spirito e lo stesso credo; quello che, partendo dalla valorizzazione della memoria e giungendo ad esaltare le azioni quotidiane di chi compie onestamente il proprio lavoro e rifiuta l’illegalità, vuole contribuire al risanamento dell’etica del nostro paese.