In seguito alle proteste di numerosi cittadini davanti alla sede Unrwa di Gaza e al tentativo di invaderne gli uffici che il responsabile Robert Turner ha definito “programmato”, l’Agenzia ONU per l’assistenza e la creazione del lavoro per i profughi palestinesi annuncia che sospenderà ogni attività nel territorio palestinese.
Da questo momento Unrwa chiede alle autorità locali di fornire sicurezza del proprio staff, e solo dopo che ciò sarà garantito, riprenderanno le attività di soccorso e riapriranno i centri di distribuzione degli aiuti, anche alimentari.

Le autorità locali si impegnano a fornire la protezione del personale e delle sedi Unrwa, ma definiscono la decisione “ingiustificata”.
Le proteste di numerosi palestinesi erano sorte quando l’Agenzia aveva comunicato, il 1 aprile scorso, di non essere più nelle condizioni finanziarie di erogare il gettone previsto per circa 30mila casi di estrema povertà. A Gaza sono oltre centomila coloro che sono considerati molto poveri da Unrwa.
A Gaza l’Agenzia opera nei confronti di 800mila rifugiati (2/3 dell’intera popolazione) nei settori dell’educazione, della sanità, della distribuzione di cibo (riso, farina e olio da cucina) e della creazione del lavoro.
Tra tutti i canali umanitari presenti nella Striscia di Gaza, Unrwa copre l’80% dei servizi di soccorso.

Da due anni Unrwa deve fare i conti con un atteggiamento ostile di numerosi Paesi donatori che utilizzano le proprie quote di finanziamento a scopo politico. Ogni qualvolta i palestinesi raggiungono un obiettivo politico in sede internazionale, la lobby e i rappresentanti dei fedelissimi governi di Israele sospendono le proprie donazioni a Unrwa.

Ma è da quando Hamas ha preso il governo della Striscia di Gaza nel 2006 che il boicottaggio era stato annunciato, anche dall’Unione Europea.
L’assedio israeliano aggrava la situazione “umanitaria”, e non si riserva nessun trattamento di favore nemmeno nei confronti di Unrwa che a causa dell’assedio aveva dovuto rinunciare all’introduzione di una quota di alimenti da Israele. In un regime ordinario Unrwa fornisce circa 250 tonnellate di cibo.
Ora si rischia anche di condurre i palestinesi di Gaza ad un’altra crisi con l’Egitto che, nonostante il cambio di regime, continua a effettuare intensi controlli sulla frontiera.

Da Unrwa affermano che in conseguenza a questa decisione si rischia incidere negativamente sulle prossime due generazioni aumentando i casi di malnutrizione.

Attualmente l’Agenzia lamenta un deficit di 68milioni di dollari
Quello che accade oggi a Gaza è un episodio di una crisi cronica. A fine febbraio il vice Commissario Unrwa, Peter Ford, aveva svolto un tour nei Paesi del Golfo, presenti a Gaza con programmi umanitari (principalmente salute ed educazione), nella speranza di poter diventarne partner e, parallelamente, usufruire di fondi utili a continuare le proprie attività.