Il 19 aprile per ben due volte, alle 7,40 e alle 8,30, sono stati violentemente rimossi i blocchi realizzati da alcune decine di attivisti dei comitati NoMuos e delle mamme Nomuos di Niscemi e Caltagirone per impedire il transito dei mezzi dei militari Usa (3 automezzi) e degli operai (4 auto) che lavorano nella base della morte. Nel pomeriggio sono transitati tre grosse autovetture con vetri oscurati e tre furgoni carichi di operai con lo stesso dispiegamento di forze.

Questo avviene  quasi ed è tragicomico ascoltare le ridicole giustificazioni del commissario Presti per convincerci a permettere il transito dei militari Usa e di qualche operaio; fin dalle prime ore del mattino con grande dispiegamento delle forze del (dis)ordine le strade adiacenti sono state bloccate per impedire l’afflusso dei niscemesi (il sindaco La Rosa anche stavolta era irrintracciabile e si è presentato dopo che gli sgomberi erano avvenuti). L’imbarazzo era notevole anche per le forze di polizia, costrette a intervenire non per arrestare appartenenti a clan mafiosi o per impedire i lavori nella base Usa da parte di ditte sprovviste di certificato antimafia, ma per sgomberare pericolose sovversive come le mamme NoMuos e gli antimilitaristi dei comitati e del presidio permanente.

Purtroppo questo allarmante quadro è la conseguenza dell’offensiva mediatica del console Usa Moore con la sua venuta in Sicilia, dell’irresponsabile delega agli “studi indipendenti” dell’Istituto Superiore della Sanità e casualmente della mancata nomina ufficiale del Prof. Zucchetti del Politecnico di Torino. Quando da decenni chi ci ha governato a livello nazionale, regionale e locale è stato complice e/o colluso con gli interessi bellici degli Usa, calpestando gli articoli 11 e 32 della Costituzione, è più che giusta la ribellione delle popolazioni niscemese e siciliana (e anche nel resto d’Italia, dove si moltiplicano i comitati NoMuos), che dopo l’incoraggiante successo della manifestazione nazionale del 30 marzo si sta consolidando ed estendendo. Chiamiamo chi finora solo a parole si è schierato al nostro fianco a sostenere nei fatti le future mobilitazioni di lotta e a praticare la revoca dal basso, partecipando ai blocchi per fermare la costruzione del Muos e per smantellare le 46 antenne Usa NRTF.

Dal 21 al 28 aprile lavori ecologici, iniziative artistiche e culturali nel presidio permanente di contrada Ulmo,  in vista di un 25 aprile di Liberazione dalle basi di guerra e attività per valorizzare la riserva orientata protetta, per praticare e socializzare il rispetto di un ambiente unico nel Mediterraneo e per renderlo fruibile alle popolazioni.

Smilitarizziamo la Sughereta

Coordinamento regionale dei comitati NoMuos