Questo il commento di comunità e organizzazioni della Valle dell’Huasco, che hanno sottolineato come gli organi di governo, pur essendo a conoscenza delle inadempienze della Barrick Gold, “con le loro sanzioni irrisorie hanno promosso in modo criminale la continuità del danno”.

Soddisfazione è stata espressa dalle comunità di Atacama e dalle organizzazioni ambientaliste per la decisione della Corte d’Appello di Copiapò di bloccare il progetto minerario di Pascua Lama.

Il tribunale ha infatti accolto il ricorso presentato dalle comunità locali affinché venissero fermati i lavori a causa del mancato adempimento, da parte della Barrick Gold, di quanto sottoscritto nel documento di licenza ambientale (RCA, Resolucion de Calificacion Ambiental).

Già per il passato erano state comminate sanzioni per i danni ai ghiacciai Toro1, Toro2 e Esperanza. In seguito alla presentazione di questo esposto nel settembre dello scorso anno, a cui si erano aggiunte altre azioni legali, l’autorità di controllo ambientale ha formalizzato una serie di accuse, portando a cinque le infrazioni.

In questo contesto, il ministro degli interni, Andres Chadwick, ha dichiarato che non solo la decisione non lo sorprende, ma anzi “gli sembra giusta”. A sua volta, la titolare dell’Ambiente, Maria Ignacia Benitez, ha sottolineato come la cosa sia in linea con le azioni dell’Esecutivo.

Alex Quevedo, uno degli avvocati che hanno presentato il ricorso, ha spiegato come le infrazioni delle quali si è resa responsabile la compagnia siano relative alla protezione delle risorse idriche, come stabilite nel documento di autorizzazione ambientale.

“Tutte le normative e le opere che dovevano essere messe in atto prima di iniziare a rimuovere il materiale per l’estrazione del metallo non sono state rispettate. Intanto però i ghiacciai stanno subendo forti impatti a causa dei sedimenti che vi vengono depositati”, ha precisato ancora il giurista.

Anche le organizzazioni per la Difesa della Valle di Huasco hanno espresso “gioia” per la decisione del tribunale, dichiarando in un comunicato che “questo blocco ordinato dalla giustizia dimostra la mancanza di rigore con la quale hanno operato le istituzioni ambientali del nostro paese che, di fronte alla mancata applicazione del Documento di autorizzazione ambientale sin dal 2009, hanno di fatto promosso la continuità del danno attraverso sanzioni irrisorie”.

Solange Bordones, presidente del consiglio regionale Diaguita, a sua volta, pur dimostrandosi soddisfatta, ha però aggiunto che aspetta un blocco totale del progetto il quale, tra l’altro, non applica il diritto alla consultazione come sancito dalla convenzione 169 dell’Organizzazione Mondiale per il Lavoro (OIT).

“Si è dimostrato che le loro attività non sono compatibili con il nostro stile di vita poiché non hanno rispettato né le norme sanitarie né tanto meno le altre norme indispensabili per ottenere i permessi. Sono state apportate modifiche al progetto, modifiche che esigevano consultazioni, ma non ci è stato chiesto nulla.”, ha denunciato la dirigente.

Certamente ci sono diverse sfumature negli atteggiamenti delle varie comunità della zona. Mentre il gruppo rappresentato da Solange Bordones esige che l’impresa non operi se non adempie a tutti i requisiti, altri pretendono che sia revocata la RCA a fronte dei danni irreversibili generati. Sulla stessa scia, altri gruppi di dirigenti diaguiti, capeggiati da Rodrigo Villabianca e guidati dall’avvocato Hiram Villagra, sostengono la necessità di azioni legali, benché non ancora definite.

Nel caso i tribunali dovessero proseguire su una linea similare, il panorama per Barrick si complicherebbe. Per questo motivo, i movimenti sociali definiscono questo fatto come “una vittoria per le organizzazioni sociali”, come sottolinea Juan Carlos Labrin,portavoce di Brigada S.O.S Huasco.

“La cittadinanza in generale ha appoggiato per oltre dieci anni le diverse manifestazioni sia a livello nazionale che internazionale di varie organizzazioni. Se si ferma definitivamente questo progetto, crediamo che sarà un trionfo non solo del Huasco ma anche di tutta la cittadinanza che vede in questo progetto la distruzione massiccia di un’intera valle e dell’ambiente.” ha sostenuto Labrín.

Nel frattempo, il vicepresidente dell’Ufficio Relazioni di Barrick Gold, Rodrigo Jiménez, ha dichiarato che l’impresa non farà riferimento al contenuto o alle implicazioni della risoluzione del tribunale, poiché “non abbiano ancora ricevuto alcuna notifica”.

Jimenez ha aggiunto che “una volta ricevuta la notifica, la studieremo in dettaglio e definiremo le azioni corrispondenti”.

Pascua Lama è un progetto per l’estrazione dell’oro binazionale, trovandosi a cavallo tra Cile e Argentina, paese dove, a sua volta, la compagnia è stata sanzionata e portata davanti ai tribunali. Dall’altra parte della Cordigliera esiste inoltre una legge di Protezione dei ghiacciai, che ha rappresentato un grosso ostacolo per l’avanzamento dei lavori. A questo proposito, i dirigenti hanno affermato che ogni giorno “si va facendo più evidente la non redditività di questo progetto”.

Nelle prossime settimane, la Corte d’Appello di Copiapò dovrebbe pronunciarsi sulle misure ancora pendenti ed esaminare questo ricorso che, se fosse approvato, come sottolineano gli avvocati di entrambe le parti obbligherebbe l’impresa a rispettare tutti i requisiti stabiliti al momento della concessione dei permessi. In caso contrario, essa incorrerebbe nel reato di oltraggio, cosa molto più grave in quanto si ritroverebbe non più nell’ambito del reato amministrativo ma in quello penale.

Traduzione dallo spagnolo di Giuseppina Vecchia