Nuove manifestazioni si sono registrate di fronte all’ambasciata di Ottawa a Santo Domingo per sollecitare il governo a rinegoziare o annullare un contratto per lo sfruttamento minerario siglato con le aziende canadesi Barrick Gold – il colosso mondiale dell’oro – e Goldcorp. “Non siamo disposti a continuare a regalare il nostro oro” ha detto Fidel Santana, dirigente del Frente Amplio, una delle organizzazioni che hanno promosso la mobilitazione, mentre alcuni dimostranti agitavano il cartello “Barrick paghi o se ne vada”.

Guidata dal deputato dell’opposizione Juan Hubieres una delegazione dei manifestanti ha consegnato un fascicolo indirizzato all’ambasciatore canadese George Boissé in cui sono documentate quelle che gli estensori giudicano palesi irregolarità nella licenza concessa alle due aziende straniere. I dimostranti hanno quindi allestito un simbolico seggio elettorale con una grande urna inscenando un referendum: “Oggi inizia una consultazione a cui potrà partecipare chiunque” ha detto Hubieres, annunciando che l’urna sarà portata nelle principali città dominicane per consentire ai cittadini di depositarvi il loro voto.

Barrick Gold e Goldcorp hanno ottenuto nel 2005 la concessione per poter sfruttare per 25 anni la miniera di oro, argento e zinco di Pueblo Viejo, un centinaio di km a nord della capitale; nell’agosto scorso è cominciata l’estrazione dei minerali. L’azienda che gestisce in loco il giacimento, la Barrick Pueblo Viejo, ha ricordato in settimana in un comunicato pubblicato dai giornali dominicani di aver stanziato 4 miliardi di dollari, rivendicando “l’investimento straniero più grande della storia della Repubblica Dominicana” che, sulla carta, comporterà 11 miliardi di dollari di entrate per lo Stato. Secondo il contratto di concessione, Barrick Pueblo Viejo verserà i primi soldi allo Stato una volta recuperato il suo investimento iniziale e ottenuto il 28,75% di introiti netti; l’azienda verserà anche l’imposta generale sul reddito del 25%.

Il Frente Amplio ha proposto di nazionalizzare il 51% della miniera di Pueblo Viejo, già gestita dallo Stato dal 1975 al 1999.