La democratica Gran Bretagna è coinvolta nella fornitura di armi ad uno dei paesi dell’Asia che meno rispettano i diritti umani: lo Sri Lanka.

Il Ministero degli Esteri britannico ha sempre classificato questo paese come a rischio e non stabile, però questa categorizzazione non ha impedito la vendita, per tre milioni di sterline, di fucili, giubbotti antiproiettili e pistole.

In particolare lo Sri Lanka ha tra le proprie ombre la gestione della guerra civile del 2009, che arrivò a chiusura di trenta anni di lotta tra l’esercito centrale ed i separatisti Tigri Tamil. Questo scontro portò centomila perdite in soli quattro mesi, con accuse ai membri dell’esercito governativo di aver commesso stupri sommari e violenze su civili. Tuttavia il presidente Mahinda Rajapksa intrattiene relazioni, non solo diplomatiche, con i vertici di Londra.

Questo tipo di relazione commerciale è avvenuta tra gli scorsi mesi di luglio e settembre. The Indipendent  ha fornito un elenco dettagliato delle tratte, con le relative somme: 600 fucili d’assalto, 650 fucili, 100 pistole e 50 fucili da caccia da combattimento. Naturalmente sono state incluse anche le munizioni, per un valore di trecentotrentamila sterline e seicentocinquantacinque divise.

In Sri Lancka la minoranza etnica tamil non gode proprio di spazi democratici. Di fatti i suoi rappresentanti presenti in Gran Bretagna, hanno protestato veementemente contro la visita del presidente del loro paese dalla Regina Elisabetta.

Secondo la denuncia di Human Rights Watch, i tamil che si sono visti rifiutare la richiesta di asilo politico in vari paesi europei, una volta rientrati in Sri Lanka hanno subito torture da parte delle autorità locali.

Le domande che vengono poste sono proprio inerenti all’utilizzo di queste armi di piccolo calibro, che potrebbero essere impiegate nelle piccole lotte d’intimidazione. Invece gli esponenti del governo britannico hanno affermato che lo Sri Lanka impiegherà tali risorse nella lotta alla pirateria marittima. Alcuni ex militari, che hanno lottato contro la secessione dei Tigri Tamil, in questo periodo vengono utilizzati dalla Marina per salvaguardare le rotte internazionali, minate dalla presenza di banditi nel Corno d’Africa.

Insomma, armi al servizio della violazione  dei diritti umani o della difesa dai fantasmi della pirateria? Si aspettano risposte dai trafficanti governativi di armi.