Si chiamano «iaioflautas», sono un gruppo di pensionati nato in supporto alle manifestazioni dei loro nipoti, ossia i ragazzi del 15M. Nonostante la differenza di età, la grinta è la stessa: le azioni come quella di ieri ne sono la prova lampante. In tutto lo Stato spagnolo gli attivisti di questa simpatica e grintosa compagine si sono mobilitati per protestare contro l’ondata di repressione del dissenso e contro la volontà di punire sempre più severamente chi in questo periodo protesta contro le ingiustizie dettate dalla “crisi”. Lo hanno fatto entrando nel Ministero della Giustizia nella capitale Madrid, occupando il Dipartimento della Giustizia della Generalitat de Catalunya a Barcellona (l’amministrazione regionale, ndr) e protestando davanti al Tribunale di Valencia, per citare solo tre iniziative tra le più eclatanti della giornata.

Il pretesto è stato il processo contro uno di loro, accusato di «resistenza a pubblico ufficiale». L’attivista agée lo scorso 27 ottobre, durante una protesta pacifica a Barcellona, alla richiesta di un agente di mostrare i documenti per l’identificazione aveva semplicemente richiesto il perché di tanto accanimento di fronte a degli innocui manifestanti. Da qui è nata la denuncia che poi ha portato al giudizio di oggi. I nonni indignados denunciano inoltre il generale clima intimidatorio da parte delle autorità statali contro tutte le forme di protesta e dissenso e mettono in guardia la popolazione rispetto al progetto di riforma del Codice Penale voluto dal guardasigilli del Partido Popular, Alberto Ruiz-Gallardón.

Il “pre-progetto” già approvato dalle assemblee legislative spagnole è giudicato da più parti liberticida e foriero di una vera e propria criminalizzazione della disobbedienza civile (qui l’articolo sul tema di eldiario.es). Tra le misure previste, perfino la pena detentiva da sei mesi a un anno per la resistenza anche se passiva, e da 6 mesi fino a due anni per chi aiuta gli immigrati irregolari (qui il punto sulla misura di Contropiano).

Nato durante le acampadas nel 2011 sfruttando un gioco di parole che unisce il termine iaio (“nonno” in catalano, scritto invece yayo in castigliano) all’appellativo di perroflautas (il nostro “punkabbestia”) dato con disprezzo ai giovani indignati, questo collettivo fa un grande uso dei mezzi di comunicazione, tra blog, facebook, twitter e youtube. Sul loro blog nazionale (sempre aggiornato) hanno pubblicato un Manifesto in difesa dei diritti e delle libertà della cittadinanza, che invitano a firmare.