“La vittoria di ieri in aula è stata la vittoria della Sicilia. Ma è stata anche la giusta conclusione di una battaglia lunga 12 anni”. Commenta così Fabrizio Ferrandelli, deputato Pd all’Ars e segretario della commissione Territorio e ambiente, all’indomani della votazione in aula della sua mozione contro il Ponte sullo Stretto di Messina.

“Mi ricordo quando, appena ventenne, mi trasferii a Messina con Giorgio Schultze, coordinatore nazionale del Movimento Umanista, per dare vita insieme al primo coordinamento ‘No ponte’.

Avevamo già allora una differente visione strategica di sviluppo: autostrade del mare, aerei, sistemi integrati, raddoppio ferroviario. Un’immagine della Sicilia che guardava al futuro, puntando però sullo sviluppo delle proprie capacità e sul miglioramento delle infrastrutture esistenti.

Fu allora – continua Ferrandelli – che conobbi tanta gente, tanti amici, con i quali condividere idee e progetti per lo sviluppo della nostra isola. Ricordo ancora gli adesivi ‘No ponte’ attaccati ovunque nei traghetti, i plastici costruiti con il cartone davanti al Teatro Politeama per sensibilizzare anche i palermitani su una questione d’interesse generale, che superava i confini tra le provincie.

Poi ancora i cortei, le notti passate nel mio box a fare striscioni per le manifestazioni, le raccolte firme a piazza Duomo, le denunce per i sit-in, il calendario ‘No ponte’, i seminari, il blocco navale dello stretto con i gommoni.

Una battaglia che ho combattuto anche all’Università, laureandomi nel 2004 in Lettere Moderne, con una tesi in Geografia umana dal titolo “Analisi costi-benefici: il ponte “insostenibile”.

Oggi, a 32 anni – aggiunge il deputato – con più esperienza sulle spalle e con qualche strumento in più, e dopo appena un mese dall’insediamento all’Ars, mantengo quella promessa fatta non solo ai messinesi ma, soprattutto, ai tanti siciliani che con me hanno condotto questa battaglia, ai laghetti di Ganzirri, a Capo Peloro e al Colapesce degli artisti e dai poeti che questa isola hanno cantato.

Da attivista del Comitato “Ponte? No grazie” e “MessinasenzaPonte” ho sempre sostenuto che lo sviluppo della Sicilia deve passare dal completamento e dal potenziamento delle infrastrutture esistenti e dal rilancio della portualità dell’isola e degli scali aerei, vero volano per lo sviluppo e la sostenibilità del nostro territorio.

Il dibattito che si è sviluppato in questi anni – precisa il deputato – avrebbe potuto essere invece un’occasione per aprirsi, con l’aiuto di esperti, studiosi, membri della società civile, a reali modelli di sviluppo compatibili con le esigenze territoriali e più rispondenti alle sfide del momento e alle reali necessità del territorio. Tornare a parlare del Ponte come opera da realizzare era infatti assurdo, oltre che anacronistico. Nel mercato unico e della concorrenza derivata dal libero scambio, gli assi dei collegamenti hanno già mutato scala e prospettive, passando dalla semplice coesione territoriale delle regioni e degli stati nazionali alla connessione continentale ed intercontinentale creando delle interdipendenze e interazioni a lunga distanza.

Il passo successivo – conclude Ferrandelli – sarà quello di riassegnare i fondi destinati alla costruzione del ponte per lo sviluppo e il miglioramento delle infrastrutture esistenti. Solo allora la Sicilia potrà divenire una regione competitiva e pronta ad affrontare le nuove sfide del futuro”.

fonte: Ufficio Stampa Ferrandelli